COSENZA «Ci vediamo a “Santa Teresa“?». L’abituale promessa di un appuntamento tra i ragazzi cosentini in uno dei quartieri della movida della città dei bruzi. Luogo di incontro e di ritrovo, di sorrisi, selfie e storie su instagram. Si gioca a pallone, ci si diverte ascoltando musica, lì dove insiste una delle Chiese più frequentate della città. Alcuni giovani e assidui frequentatori, invece, sostano per ore cocktail in mano e sigaretta nell’altra. Molti sono minori, vestiti da maggiorenni e pronti a dimostrare di essere in grado di compiere azioni “da grandi”. Sorseggiano drink, tirano giù uno dopo l’altro gli shottini (un bicchierino di un qualsiasi superalcolico bevuto tutto d’un fiato). Le luci dei locali illuminano la piazza, il suono dei pezzi dei dj riempie le serate, il buio della notte nasconde gli amanti dello sballo a base di droga. Il divertimento, per alcuni, si associa all’esagerazione, l’eccitazione si raggiunge con i cicchetti e con il fumo. Il quartiere è attenzionato dalle forze dell’ordine, che nelle scorse ore hanno eseguito cinque misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti accusati di spaccio a “Santa Teresa” e “San Vito”. C’è una intercettazione, legata ad un episodio di spaccio di cocaina, finita nell’inchiesta denominata “Recovery” nella quale i due interlocutori chiacchierano della serata appena trascorsa, macchiata da eccessi.
La Dda di Catanzaro inserisce la captazione nell’inchiesta condotta contro il narcotraffico a Cosenza. «Ieri sera forse non hai capito come ero fatto», esordisce un ragazzo e dall’altra parte del telefona una ragazza risponde: «tu, ed io che non riuscivo nemmeno a guidare». Il dialogo prosegue. «Ho preso, ascolta, sono andato con dei ragazzi, l’ho lasciata a Santa Teresa, sono andato con dei ragazzi abbiamo preso 3 grammi, con i soldi loro, più mi sono guadagnato 100 euro (…) guadagno questi 100 euro, guadagno 100 euro e tre grammi loro, no e loro mi fanno facciamo una botta a testa, io gli ho detto io me ne faccio una che poi la mia ragazza mi scopre, mi scopre, mi faccio una botta di 0,8, senti ero cosi guarda…(imprecazione, ndr) mi devo, mi devo calmare… gli ho detto andiamo a prendere una cosa ragazzi, vado, andiamo a prendere, vado a prendere 1 grammo di quella cosa…un po’ stavo abbattuto».
Non solo droga, alla “botta” il giovane intercettato aggiunge l’alcol. «Poi ho iniziato a bere sambuca su sambuca, mamma, ieri mi hai visto che ero un poco tutto…». E la giovane a prendere la parola: «Il problema che era un pezzo buono, no come a te. Mamma quanto è buona quella», dice riferendosi all’acquisto di una dose da un tipo «magro e stempiato». Il ragazzo riconosce il pusher e aggiunge: «eh lo sai quanto me la fa pagare a me, sai quanto, no lui abita a San Vito però ha la ragazza la, lo sai quanto me la fa pagare a me, 35 euro al grammo». Il prezzo concordato pare soddisfare anche la ragazza che confessa – con riferimento alla droga – «Qua a Cosenza è la migliore».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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