COSENZA Camminano come zombie, sballati e fatti di cocaina. La droga a Cosenza scorre a fiumi, si spaccia nelle piazze controllate dalla mala con i pusher impegnati in continui scambi di denaro e dosi. Un mercato senza sosta per clienti sempre più esigenti. Qualcuno confessa di non fermarsi solo al cicchetto di un superalcolico o ad una sola “botta” di polvere bianca, ma vuole di più. Nessuna difficoltà a trovare il venditore di riferimento, la notte nasconde lo scambio e favorisce lo sballo. Nelle recente inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro, denominata “Recovery“, emerge uno spaccato drammatico sul consumo e abuso di stupefacenti nella città dei bruzi. Le costanti operazioni e gli assidui controlli delle forze dell’ordine conclusi con sequestri di grammi e chilogrammi di sostanze stupefacenti sono esempi cristallini di quanto sia in costante aumento la domanda da parte di un esercito di assuntori. In uno dei capitoli di indagine, chi effettua le investigazioni intercetta il colloquio tra chi fornisce una dose di droga e chi l’acquista, per consumarla immediatamente.
L’assuntore è preoccupato, per la presenza nella dose di ketamina e non di cocaina: una sostanza che «tiene troppo agitato». Il pusher lo rassicura, la sua roba è di ottima qualità. «Con me è tranquilla…ti “sballa” mentalmente (…) questa è “cocaina” non è “ketamina”, questa è “cocaina”». Il pusher illustra gli effetti: «”chetamina” quella, ti da la bocca secca…che schifo…il cuore che va e viene…». E aggiunge: «Ci mettono dentro, quella cosa che fa agitare. Quella dei cavalli hai visto? quella è!». Ma perché si ricorre all’utilizzo di ketamina? La risposta arriva dal pusher: «Questa cosa qua… è quello che piace alla gente…sono abituati, sembri un leone, sembri un leone…» e l’assuntore precisa: «ma quale cazzo di leone che questa…ti fai un grammo e devi andare in ospedale per questa cosa».
C’è un altro dialogo intercettato, dove i due interlocutori discutono di “botte” e assunzione di sostanza stupefacenti. Anche in questo caso emerge il ricorso di alcuni a tagliare la droga con altre sostanze. «La prendono, e che fanno, per farla… per farla, per farla stare pressata. La bagnano. Ci buttano qualche cosa dentro, tipo metadone o altro. Ammoniaca ci buttano». E l’interlocutore risponde: «Bravo! E che fa? Quella si chiude… e pesa di più». (f.b.)
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