LAMEZIA TERME Siamo ormai prossimi alle elezioni europee. In diversi comuni in Italia si voterà anche per eleggere i sindaci e rinnovare i Consigli comunali di maggioranza e di opposizione. Una tornata elettorale europea in cui, come le precedenti, si ha l’impressione che andare a votare interessi sempre meno agli aventi diritto al voto. In molti si chiedono il perché andare a votare se alla fine non cambia nulla, una sorta di “déjà vu”: corruzioni e concussioni che sempre di più guadagnano l’attenzione delle cronache di questo periodo; politici navigati e di lungo corso che non sembrano voler “mollare” la poltrona; altri che si presentano per attirare consensi chiedendo che si voti solo il nome, che tanto mi ricordano una vecchia pubblicità di confetti lassativi con uno slogan molto efficace: “basta la parola”, anche se qui dovremmo dire “basta il nome”. Raramente ho sentito discutere di temi come la guerra, il valore della pace, della giustizia sociale, accoglienza, integrazione, sfida ambientale. Nonostante questa sorta di “sonnambulismo” dei politici, credo che sia davvero importante andare a votare se non altro per custodire il valore di una visione che un gruppo di giovani confinati nella piccola isola di Ventotene, ebbero proprio mente l’Europa era incendiata dalla ennesima guerra che stava causando milioni di morti. Sono in pochi a conoscere la storia del Manifesto di Ventotene che avrebbe poi dato origine all’Europa unita che prendeva forma in quel luogo paradossalmente divenuto uno grandioso spazio libertà e civiltà, dove giovani di diverse età e culture, si confrontavano e discutevano sul futuro dell’Europa. Uomini e donne confinate da un regime che non tollerava di essere messo in discussione da niente e da nessuno. In tre poi hanno hanno sintetizzato quelle discussioni redigendo il documento finale: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Coloni che prima di essere ucciso nel 1944 ne curò la redazione finale in tre capitoli. Gli appunti vennero scritti su centinaia di cartine sottili per sigarette facendoli passare dentro un pollo arrostito per evitare la ferrea guardia fascista che non lasciava passare niente. Tra i tanti difetti dell’uomo contemporaneo vi è una pericolosa deriva della memoria.
Non pensiamo quasi mai a come le realtà ormai consolidate che abitiamo siano nate. Oggi pensiamo all’Europa delle norme, dei tecnocrati, che sembra sempre più distante dalla vita e dai problemi concreti delle persone. Sopra quell’isola a Ventotene il fascismo aveva raccolto centinaia di giovani che non venivano sopportati per le loro idee antifasciste. Quei giovani credevano nella Politica, nel confronto libero e democratico, nello scambio di idee. Soprattutto hanno avuto la capacità di avere una visione dell’Europa che poi ha iniziato a realizzarsi subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Quelle idee riscaldavano ed infiammavano i cuori e le menti di quei giovani che si inventavano di tutto pur di fa passare quel Manifesto anche facendolo passare attraverso un semplice pollo arrosto. L’Europa non è un freddo ufficio di tecnocrati da dove vengono elaborate leggi e norme poi varate dal Parlamento Europeo. Proprio No! L’Europa, questa nostra Europa, è passione incondizionata per i valori della libertà, dell’uguaglianza, della pace, dell’unione federalista di popoli con storie e culture diverse. Giovanni Paolo II nell’Esortazione post sinodale Ecclesia in Europa scriveva: «Dire ‘Europa deve voler dire ‘apertura’. Nonostante esperienze e segni contrari che pure non sono mancati, è la sua stessa storia ad esigerlo: L’Europa non è in realtà un territorio chiuso o isolato; si è costruita andando incontro, al di là dei mari, ad altri popoli, ad altre culture, ad altre civiltà. Perciò deve essere un Continente aperto e accogliente, (Ecclesia in Europa, 111 ). L’Europa è il coraggio di chi in epoca di enormi atrocità, guerre e divisioni ha avuto la capacità di sognare. All’alba del 6 giugno di ottanta anni fa, centinaia di migliaia di soldati sbarcarono sulle coste della Normandia per liberare, l’Europa. Per loro, per i giovani di Ventotene, per noi e per le generazioni che verranno, dovremmo sentirci ardere il cuore per custodire e realizzare sempre più e meglio questa visione. Perciò… sabato e domenica andiamo a votare.
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