REGGIO CALABRIA È quando mancano pochi minuti alle due che al porto delle Grazie di Roccella Jonica arrivano le tre salme ritrovate dopo ore di ricerche nell’area al limite delle aree Sar di competenza della Grecia e dell’Italia a circa 120 miglia dalla Calabria. Ad accogliere la motovedetta Cp 289 della Guardia Costiera in direzione della banchina che di solito attende i migranti che, seppur provati, toccano finalmente terra dopo giorni di viaggio, questa volta c’era un silenzio irreale. Al porto, come sempre, sono operativi forze dell’ordine e i volontari della Croce Rossa.
Sei, su circa sessanta dispersi, i corpi dei migranti che le acque del Mar Jonio ha restituito. Gli altri tre corpi arriveranno nella notte. La tragedia che si è consumata a circa 120 miglia dalla costa reggina è costata la vita anche a una giovane donna, morta ieri mattina poco prima di arrivare al porto soccorsa dalla Guardia Costiera insieme ad altre undici persone, che invece sono arrivate ferite sulla terraferma e sono adesso ricoverate negli ospedali di Locri, Polistena, Soverato e Reggio Calabria. Per tutti gli altri, tra cui moltissimi bambini, si affievoliscono con il passare delle ore le speranze. Sono trascorsi ormai quasi due giorni dal naufragio, avvenuto con ogni probabilità – come raccontato dai migranti – dopo un’esplosione a bordo dell’imbarcazione. Sarà la Procura di Locri, che indaga sul caso, a dover fare chiarezza su quanto accaduto anche ascoltando le testimonianze dei superstiti. Sui corpi, che saranno trasportati all’ospedale di Locri, domani si svolgeranno gli accertamenti medico legali e di polizia scientifica.
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