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non solo utopia

Ritorno alla terra, quelli che «mollano tutto» e vanno a vivere in una comune

In Calabria nascono ecovillaggi che puntano all’autosufficienza. A Reggio si progetta una “Casa delle donne over 50”

Pubblicato il: 23/06/2024 – 19:34
di Benedetta Caira
Ritorno alla terra, quelli che «mollano tutto» e vanno a vivere in una comune

Mollare tutto e vivere in completa libertà a contatto con la natura. Dire addio per sempre al mutuo, all’affitto, ai debiti e alle convenzioni sociali ricostruendo una nuova quotidianità: coltivare l’orto, accudire gli animali, fare il pane e i formaggi, sperimentare la vita comunitaria. Quella che potrebbe sembrare un’utopia è invece un progetto concreto che tante persone hanno già realizzato e tante altre si accingono a realizzare. Si chiamano “ecovillaggi” e la Calabria con la sua distesa di terreni fertili è un luogo ideale per chi vuole scappare dalle città e trovare rifugio a lungo termine nella natura.
In rete è possibile trovare siti che mettono in contatto la domanda e l’offerta. «Abbiamo iniziato un progetto di convivenza in natura in collina su una superfice di svariati ettari – recita uno tra i tanti annunci – gradiremmo persone disposte a vivere in natura per sostenere e cooperare e per affiancarci in questo progetto con aiuti nell’orto, custodire animali (galline, conigli ed eventualmente capre e pecore), tutto nel rispetto della natura. Offriamo vitto e alloggio». In molte zone della Calabria sono stati avviati progetti di ecovillaggi, spazi di vita comunitari in cui le persone vivono seguendo uno stile di vita ecologico. In Italia ce ne sono tanti e tutti diversi. Ad accomunarli è l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza alimentare. Esistono molte comuni con filosofie e strutture diverse. Alcune sono focalizzate sull’agricoltura biologica, altre su pratiche spirituali, altre ancora su progetti artistici.

L’ecovillaggio ad Oriolo

Chi mette a disposizione il proprio terreno cerca persone che vogliano abbracciare uno stile di vita all’insegna della semplicità e della natura. Un nuovo ecovillaggio sta nascendo nei pressi di Oriolo. “Si cercano nuovi membri, giovani, pieni di entusiasmo e con tanta voglia di fare, per portare avanti un progetto straordinario di autosufficienza” si legge nell’annuncio, che descrive “un luogo in cui poter vivere e dove crearsi un futuro lavorativo in un contesto sano e naturale”. Chi si avvicina alla vita comunitaria sa che ci saranno degli impegni quotidiani: coltivare l’orto, tagliare l’erba, fare il pane, raccogliere i frutti dagli alberi, prendersi cura degli animali e imparare a mungere per produrre i formaggi, riducendo così al minimo il ricorso al denaro. “Ho molte nocciole da scambiare con altri prodotti che voi producete tipo olio o vino e altro” si legge sulla bacheca di una pagina dedicata agli amanti degli ecovillaggi. “Per uscire dal sistema economico che ci hanno imposto creiamo una nostra rete per scambiare prodotti o anche il tempo può essere usato come una sorta di moneta di scambio”.

“Morano Arcobaleno”

A Morano Calabro, ai piedi del Pollino, si porta avanti un progetto di ecovillaggio diffuso, si chiama “Morano Arcobaleno”. «Lo scambio è semplice – spiegano gli organizzatori – potrai soggiornare gratuitamente in un palazzo d’epoca panoramico in fase di restauro collocato nel centro storico di Morano Calabro in cambio di 15 ore di lavoro settimanale. Si richiede serietà, astensione dal consumo di stupefacenti, capacità di serena interazione con gli altri ospiti e volontari già presenti. In numero di ore di lavoro è abbastanza contenuto, si tratta di 15 ore settimanali con almeno due giorni liberi. Le 15 ore di lavoro sono concordate giorno per giorno secondo le esigenze, le mansioni sono prevalentemente di due tipi: lavori all’interno del palazzo storico e gestione dell’oliveto, quindi lavori che sono abbastanza impegnativi dal punto di vista fisico». In molti sono alla ricerca di un posto in cui stabilirsi per fondare una comunità e condividere una filosofia di vita all’insegna del benessere psico-fisico. «Siamo un gruppo internazionale di famiglie che variano per età e professione – si legge in un altro annuncio – .Tra noi ci sono insegnanti di mindfulness, falegnami, istruttori di permacultura, tessitori di cestini, artisti, attori, traslocatori e cuochi. Desideriamo trovare una fattoria o un villaggio permanente per creare una comunità internazionale con un centro di ritiro e un’impresa educativa alternativa».

Ci sono poi gli appelli di famiglie intere che sono alla ricerca di persone con cui condividere un progetto di vita fuori dagli schemi: «siamo una famiglia di quattro persone e un cane e siamo alla ricerca di famiglie con bambini in homeschooling. Viaggiamo in camper ma in questo momento siamo fermi in Calabria (ma presto di nuovo in viaggio senza una meta precisa). Più nello specifico cerchiamo famiglie/comunità in cui i bambini siano liberi di vivere a contatto con la natura, arrampicarsi sugli alberi se lo desiderano e insomma fare una vita sana e normale. Siamo pronti a sudare lavorando nei campi quando c’è da lavorare o rendendoci utili nel costruire o ristrutturare un villaggio/comunità».
A giudicare dal numero di annunci pubblicati, sono tante le persone che stanno pensando di cambiare vita e di ritornare alla terra. “Cerchiamo coppia che vorrebbe condividere vita rurale in Calabria” si legge scorrendo tra i post. Piccoli sogni e sogni ambiziosi, come quello di aprire una “Casa delle donne over 50” che potrebbe nascere proprio a Reggio Calabria, mettendo insieme le idee e i progetti di un gruppo di donne provenienti da altre regioni e che da tempo si confrontano su questo progetto. L’obiettivo è “vivere e invecchiare insieme in serenità”, ispirandosi al progetto di Thérèse Clerc, che alle porte di Parigi fondò La Maison des Babayagas, ovvero la casa delle streghe. (redazione@corrierecal.it)

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