Le “mani” su appalti e Pnrr tra Milano e Sicilia, imprenditori in manette
Operazione della Dia del capoluogo lombardo. Lavori affidati a società con sede anche in Calabria

MILANO Due imprenditori ritenuti contigui a un clan di Cosa Nostra sono stati arrestati dalla Dia di Milano. In base alle indagini, gli indagati avrebbero, attraverso la costituzione di società, principalmente operanti nel settore edilizio, tutte aventi sede a Milano, consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili al sodalizio mafioso dei “barcellonesi”, attivo sul versante tirrenico della provincia di Messina. L’operazione è stata diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Milano e coordinata dal II Reparto della Direzione Investigativa Antimafia. Disposto il sequestro preventivo in via d’urgenza di compendi aziendali, beni immobili e conti correnti per un valore complessivo stimato in 5 milioni di euro. In particolare, i destinatari della misura restrittiva – emessa dal gip su richiesta della Dda milanese – già colpiti in passato da misure di prevenzione patrimoniali sarebbero responsabili, in concorso con altri soggetti, di condotte fraudolente finalizzate all’intestazione fittizia di diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici, sull’intero territorio nazionale, alcuni dei quali di ingente importo o finanziati con fondi del Pnrr, Una volta ottenuta l’aggiudicazione delle commesse, spesso in associazione temporanea con altre imprese, le società riconducibili agli indagati provvedevano poi a conferire l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche con sede in Calabria. L’esecuzione delle misure, unitamente a numerose perquisizioni, ha interessato diverse regioni con la partecipazione del Gico della Guardia di Finanza di Milano nonché di personale dei centri operativi Dia di Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli, Catanzaro.
I due imprenditori, Francesco Scirocco e Giovanni Bontempo, vicini al clan mafioso dei “Barcellonesi”, arrestati nell’inchiesta della Dia e del Gico della Gdf, coordinata dal pm della Dda di Milano Silvia Bonardi, avrebbero tentato anche di aggiudicarsi una gara “bandita da Infrastrutture Milano Cortina 2026” per “l’affidamento di lavori” per realizzare il “parcheggio interrato Mottolino località Bondì” a Livigno (Sondrio) e opere connesse per un valore di oltre 28 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta c’è la società Infrastrutture M&B e gli arresti sono per intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato la mafia. Nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano, condotta dalla Dia e dal Gico della Gdf, da quanto si è saputo, è stata anche sequestrata a Giovanni Bontempo, uno dei due imprenditori arrestati e legati ad un clan di Cosa Nostra nel Messinese, una villa a Pietrasanta, in Toscana. La nuova inchiesta della Dda, coordinata dal pm Silvia Bonardi, nasce dallo sviluppo investigativo su alcune intercettazioni dell’indagine che aveva portato all’arresto, nel giugno 2022, di Pietro Paolo Portolesi, 54enne presunto affiliato alla ‘ndrangheta e imprenditore nel settore edile-movimento terra. Era emerso che si sarebbe accaparrato subappalti non solo per il prolungamento della Tangenziale di Novara e della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana, che ospiterà il villaggio olimpico, ma anche per alcune opere di demolizione all’Ortomercato di Milano. La nuova indagine prende le mosse anche dai verbali di due pentiti, che hanno raccontato il sistema dell’imprenditoria e delle infiltrazioni delle mafie negli appalti pubblici, con una situazione “immutata”, stando a quanto riferito, da vent’anni.
Gli interessi per i lavori dell’autostrada di Rosarno e per il collegamento con il porto di Gioia Tauro
Da un’intercettazione dell’inchiesta su Portolesi era emersa la figura di Bontempo e la sua Infrastrutture M&b, che, secondo le indagini, dal 2019 in avanti ha visto aumentare di molto il suo fatturato, con 250 milioni di euro di lavori per appalti in pancia, ma solo 36 dipendenti sulla carta. Tra i lavori portati avanti da Bontempo, da quanto si è saputo, c’è anche la realizzazione di un campo sportivo a Zocca, il paese di Vasco Rossi. Scirocco e Bontempo avrebbero sempre dialogato attraverso Telegram, ma poi gli investigatori sono riusciti a piazzare delle cimici in un’auto per captare le conversazioni. Stando alle indagini degli inquirenti, poi, pare che i due fossero anche interessati ad entrare nei lavori sull’autostrada di Rosarno, in Calabria, e per il collegamento con il porto di Gioia Tauro. Nel corso di una perquisizione di oggi in un capannone a Corbetta, nel Milanese, gli investigatori, tra l’altro, avrebbero trovato operai che dormivano a terra, vicino a delle bombole di gas. Bontempo (condannato in primo grado per favoreggiamento di un latitante, con accusa prescritta in appello), inoltre, sarebbe diventato nel tempo anche punto di riferimento per imprenditori e investitori di Messina, interessati a comprare aree e terreni a Milano.
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