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La decisione

Fusione dei comuni, Luzzi avvia la campagna per il referendum abrogativo

Lo annuncia il primo cittadino Umberto Federico che si schiera contro l’articolo 4 della legge regionale 24/2023

Pubblicato il: 23/07/2024 – 14:03
Fusione dei comuni, Luzzi avvia la campagna per il referendum abrogativo

COSENZA «Il Consiglio comunale di Luzzi è chiamato ad approvare, nella seduta del prossimo 25 luglio, la richiesta di un referendum abrogativo dell’articolo 4 della legge regionale 24/2023. La scelta fa parte della organizzazione di una campagna di cui sono protagonisti altri Comuni». È quanto annunciato dal sindaco Umberto Federico. «In ossequio allo Statuto regionale almeno dieci Consigli comunali, in rappresentanza di centomila elettori, possono formulare – ha dichiarato Umberto Federico – richiesta di svolgimento, sull’ intero territorio regionale, di un referendum rivolto ad abrogare quella norma regionale, che ha modificato il referendum da vincolante a consultivo ed ha stabilito che il quesito referendario, per la fusione tra comuni, non sia deliberato dai Consigli comunali ma disposto dalla Regione. L’ istituzione della città unica tra Cosenza, Castrolibero e Rende – ha sottolineato il sindaco di Luzzi – è solo un artificio legislativo. La fusione non è il fine ma il mezzo attraverso cui la Regione ha inteso autoassegnarsi il potere di scioglimento dei consigli comunali. La fusione diviene, così, un atto impositivo e non di adesione alla autonoma volontà dei Comuni. Non sono più i Comuni, come avvenuto per Casali del Manco e Corigliano Rossano, i titolari dell’avvio e del compimento del procedimento di fusione, così come previsto dalla Costituzione e dalle leggi ordinarie, ma, in base alla legge approvata nel 2023 dall’ attuale Consiglio regionale, la materia diviene di esclusiva competenza della Regione. Il Comune di Luzzi fa appello a tutti i Consigli comunali della Calabria di condividere la richiesta del referendum abrogativo. L’ abrogazione di questa norma – ha dichiarato Federico – è un atto di pieno e profondo rispetto del principio democratico e costituzionale. Il potere di scioglimento di un Consiglio comunale è di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno e non delle Regioni. Le Regioni possono modificare le circoscrizioni comunali e la loro denominazione solo a condizione che siano i Comuni a deliberare il progetto della fusione tra loro. Il Consiglio regionale ha approvato una legge, non impugnata dal Governo nazionale amico, nonostante essa si ponesse in stridente contrasto con l’articolo 133 della Costituzione e con le stesse leggi nazionali attualmente vigenti. Una norma di forte squilibrio dell’ordine istituzionale; un abuso, una clava che può essere agitata ogni qualvolta un Comune non sia di gradimento del presidente della Giunta o della maggioranza di governo regionale di turno».

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