COSENZA È morto in Calabria il giornalista professionista e più volte parlamentare Mario Brunetti. Nato a Plataci (nel Cosentino) il 20 ottobre 1932, viveva a Cosenza dai primi anni Cinquanta. Nella sua carriera politica è stato consigliere comunale, consigliere regionale, componente del Comitato centrale del Psi, parlamentare di Rifondazione comunista per tre legislature. Ha scritto per L’Avanti!, Paese Sera, II Manifesto, Il Quotidiano dei Lavoratori, Unità Proletaria e Mondo Nuovo. Cordoglio per la morte di Brunetti è stato espresso dal presidente Giuseppe Soluri e dall’intero Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Calabria.
Profondo cordoglio è stato espresso anche dal sindaco di Cosenza Franz Caruso. «Con Mario Brunetti scompare – ha detto il Sindaco Franz Caruso – una delle figure più rappresentative del mondo politico calabrese, che ha attraversato un pezzo importante della storia politica regionale e nazionale e che può, a giusta ragione, essere considerata una delle menti più illuminate espresse dal nostro territorio. Di Mario Brunetti – ha sottolineato Franz Caruso – va ricordata la presenza nel Consiglio comunale di Cosenza in due consiliature, dal 1970 al 1975, quando venne eletto nelle file dell’allora PSIUP (Sindaco era Fausto Lio), e dal 1975 al 1980, quando venne riconfermato nella massima assemblea cittadina sotto le insegne del Pdup (sindaco Pino Iacino)». Franz Caruso ricorda, inoltre, la militanza socialista di Mario Brunetti, «fu dirigente nazionale e membro del Comitato centrale, ma appartenne alla corrente che si oppose a Pietro Nenni» ed anche l’instancabile attività parlamentare, fu, da parlamentare di Rifondazione Comunista – ha aggiunto Franz Caruso nel suo messaggio di cordoglio – membro di importanti commissioni e, tra queste, la commissione esteri e la bicamerale antimafia. Giornalista ed autore di una miriade di pubblicazioni, Mario Brunetti – ha sottolineato inoltre il Sindaco di Cosenza Franz Caruso – fu un meridionalista convinto, assertore e propagatore del pensiero gramsciano che fece rivivere anche attraverso la significativa iniziativa degli “Itinerari gramsciani”, impegnandosi profondamente a sostegno del movimento per l’occupazione delle terre. Non va dimenticata – ha detto ancora Franz Caruso – la sua convinta e costante battaglia per la salvaguardia delle minoranze linguistiche e, in particolare, di quella arbëreshe e per la quale presentò alla Camera dei deputati una proposta di legge ad hoc. Con Mario Brunetti la Calabria perde un insostituibile punto di riferimento, ma anche una figura emblematica di politico d’altri tempi e di intellettuale raffinato e colto, pronto ad intraprendere ogni forma di battaglia necessaria alla tutela dei diritti dei più deboli e dei diritti umani».
«A nome del Pd regionale porgo le più sentite condoglianze ed esprimo commossa vicinanza ai parenti e agli affetti del giornalista calabrese Mario Brunetti, più volte deputato della sinistra, uomo di grande cultura e politico sempre attento alla tutela delle minoranze linguistiche». È quanto, in una nota, dichiara il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, il quale sottolinea: «Brunetti è stato un intellettuale di indubbia profondità, un autentico rappresentante della sinistra, un importante meridionalista che si è battuto per difendere le ragioni del Sud e affermare la giustizia sociale. L’avevo incontrato più volte per via del suo interesse per le minoranze linguistiche, da portare avanti con tanta convinzione, anche – conclude Irto – in memoria del suo impegno continuo su questo tema tanto importante».
«Piango la scomparsa di Mario Brunetti, giornalista apprezzato, consigliere regionale e poi deputato comunista. Era un galantuomo». Lo afferma il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi. «Ho sempre avversato il Pci – dice Antoniozzi – perché erano anni in cui eravamo “nemici”, essendo io democristiano, ma ne ho sempre rispettato il metodo, la scuola, la valorizzazione dei propri uomini, caratteristiche che per certi versi bisognerebbe ricalcare. Mario Brunetti era un uomo perbene – aggiunge Antoniozzi- e come tale va ricordato: togliendosi il cappello, come quando muore un avversario leale e onesto».
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