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È guerra aperta tra il Nord, il Centro e il Sud

È guerra aperta tra il Nord, il Centro e il Sud. O meglio tra la “Padania” e il resto del Paese. Una divisione col marchio Lega dalle conseguenze imprevedibili, trattandosi di una fetta di Paese c…

Pubblicato il: 24/08/2024 – 10:48
di Franco Scrima
È guerra aperta tra il Nord, il Centro e il Sud

È guerra aperta tra il Nord, il Centro e il Sud. O meglio tra la “Padania” e il resto del Paese. Una divisione col marchio Lega dalle conseguenze imprevedibili, trattandosi di una fetta di Paese che intende staccarsi dalla “comunità” con l’intento di autogestiti grazie alla riforma ottenuta. La stranezza della vicenda è che il Capo del Governo, Giorgia Meloni, stando alle cronache, avrebbe esultato definendo l’Italia “forte e giusta”. Un giudizio più consistente di quello espresso da Salvini il quale si è limitato a dire che si è trattato di “un giorno storico, voluto dalla Lega”. Pareri diversi e contrastanti da parte di tanti. Persino il Vaticano ritiene “che non bisogna provocare squilibri”. Intanto al Sud dell’Italia non si rimane con le mani in mano: i “governatori” (compresi quelli di Forza Italia) hanno annunciato che si prodigheranno a raccogliere firme per “ribaltare” il grosso errore commesso dalla Camera dei Deputati” che ha approvato il “disegno di legge Calderoli” sull’autonomia differenziata. A guidare la “rivolta” del Sud, peraltro, è il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto che ha definito la vicenda “un errore” ricordando che i tre deputati calabresi di Forza Italia si sono astenuti da voto. Sembra che l’avversione a quanto accaduto sia comune a tutti i “Governatori” del Sud, considerato che hanno manifestata l’intenzione di costituire un fronte capeggiato da Occhiuto. Anche il Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso, è dell’avviso che l’accaduto sia “un pasticcio dovuto alla fretta”. Al di là della frammentazione in cui si rischia di far cadere il Paese, la vicenda scuote comunque gli animi, considerato che da più parti si sostiene che “difficilmente la riforma potrà entrare in vigore”, considerato che essa contiene argomenti che ledono diritti costituzionali.

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