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il racconto shock

«Volevo sapere cosa si prova a uccidere»

Lo studente 17enne accusato di aver ucciso, nel Mantovano la 42enne romena Maria Campai

Pubblicato il: 28/09/2024 – 23:25
«Volevo sapere cosa si prova a uccidere»

MANTOVA Freddo, quasi distaccato dalla sua realtà che da tre giorni si è trasformata in dolore e morte. Così è apparso agli investigatori, nel primo interrogatorio subito dopo il fermo, lo studente 17enne accusato di aver ucciso, a Viadana nel mantovano, in modo volontario e premeditato, per poi occultarne il cadavere, la 42enne romena Maria Campai, che aveva contattato su una chat di incontri e sulla quale ha scatenato tutta la sua furia. Durante quel primo interrogatorio avrebbe pronunciato, come riporta la Gazzetta di Mantova in edicola oggi, una frase che avrebbe lasciato senza parole gli stessi investigatori: “Volevo scoprire che cosa si prova ad uccidere una persona”. Una frase che il giorno dopo viene lasciata come sospesa nell’aria da chi sta cercando di far luce su quell’omicidio, quasi fosse un macigno difficile da rimuovere; una frase che, però, trova supporto in quello che i carabinieri hanno riscontrato nei dispositivi in uso al ragazzo, solito frequentare siti di arti marziali, di cui è appassionato e cultore. Lo studente, infatti, pratica la disciplina Mma, le arti marziali miste, e le sue ricerche in Rete incrociavano i siti in cui si spiegava come neutralizzare una persona a mani nude. Una tecnica che avrebbe usato per uccidere la donna, colpita al volto e alla testa e poi strangolata, dopo un rapporto sessuale. Dai suoi account sui social sarebbero emersi anche altri particolari inquietanti, come foto di Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, a cui pare inneggiasse in un impeto di ammirazione. E anche durante i giorni in cui si cercava Maria Campai il ragazzo aveva mantenuto una vita pressoché normale frequentando la scuola, un istituto tecnico, e la palestra come se niente fosse, raccontano alcuni amici. Il 17enne era uno sportivo e in quella palestra di Viadana aveva sviluppato un fisico molto muscoloso; non avrebbe, dunque, faticato ad aver ragione di una donna di corporatura esile come la vittima. In paese la svolta che ha preso la vicenda ha sorpreso un po’ tutti: il ragazzo non risulta inserito in estesi giri di amicizia, ma chi lo conosce lo descrive come una persona tranquilla. Il sindaco di Viadana Nicola Cavatorta punta il dito sulla fragilità delle famiglie, “il primo contesto sociale ed economico”: “A Viadana – dice – per i giovani ci sono più opportunità rispetto a 30 anni fa, basti pensare che ci sono trenta società sportive, tre biblioteche e le attività integrative offerte dalle scuole. I cosiddetti casi sociali, però, sono aumentati. Forse nel tempo le famiglie sono diventate più fragili”. Le indagini dei carabinieri proseguono a tamburo battente perché bisogna fare chiarezza su quanto avvenuto, visto che i punti da chiarire rimangono ancora molti. Le uniche certezze sono la scomparsa per sette giorni di Maria Campai dopo aver incontrato il ragazzo (riconosciuto dalla sorella della vittima come la persona con cui si era incontrata giovedì 19 settembre) e la scoperta del corpo nel giardino della villetta disabitata accanto al condominio dove abita il ragazzo, luogo peraltro indicato da lui stesso che, per questo, viene definito “collaborativo” dai militari. Poi bisogna capire che cosa sia successo di preciso nel garage del condominio dove i due si sono appartati, in cui il giovane aveva ricavato una piccola palestra con tanto di attrezzi ginnici. Garage che si trova sul lato opposto dell’appartamento abitato dalla famiglia dello studente, che non si sarebbe accorta di quanto stava succedendo a pochi metri di distanza. Intanto, il 17enne si trova nel carcere Beccaria di Milano in attesa dell’udienza di convalida del fermo da parte del Gup, in programma lunedì; lo stesso giorno la Procura per i minori di Brescia affiderà l’incarico per l’autopsia sulla donna che, probabilmente, verrà eseguita il giorno dopo all’ospedale Carlo Poma di Mantova. Sempre lunedì i carabinieri del Ris eseguiranno altri accertamenti nel garage dove si è consumato l’omicidio e da dove il ragazzo, sembra da solo, ha spostato il cadavere per nasconderlo sotto al fogliame, nel giardino della villetta abbandonata che confina con il condominio.

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