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Ennio Stamile: «Dobbiamo essere tutti cantori della bellezza e custodi della vita»

Prima incursione di arte contemporanea “Scorporea”. «Cosa c’è di più di più bello dell’arte, espressione alta e nobile dello spirito umano?»

Pubblicato il: 30/09/2024 – 12:08
di Ennio Stamile
Ennio Stamile: «Dobbiamo essere tutti cantori della bellezza e custodi della vita»

Diverse sono le occasioni in cui mi sono soffermato a riflettere e scrivere sulla particolarità della nostra terra di Calabria, definendola una “regione capovolta”. Nel senso che sovente succede l’esatto contrario di ciò che dovrebbe. Ieri, in occasione della prima incursione di arte contemporanea “Scorporea”, organizzata nel piccolo comune di Cerzeto, dall’OdV San Benedetto Abate, in collaborazione con l’Amministrazione comunale che ne ha saputo riconoscere sin da subito il valore e la portata, ho pensato che anche nel vasto e variegato campo dell’informazione, sia pubblica che privata, accade il contrario di ciò che dovrebbe.

Le notizie in evidenza sono tinte dal solito macabro cliché: guerre, femminicidi, retate, scioglimenti di comuni e di Asl per infiltrazioni mafiose, corruzione e molto altro. Sia ben chiaro, non intendo dire che tutto ciò non debba essere raccontato. Mi piace pensare e credere, però, che forse il mondo sarebbe un po’ diverso se l’informazione iniziasse dal raccontare la bellezza e cosa c’è di più di più bello dell’arte, espressione alta e nobile dello spirito umano. Amo definirla una sorta di intermediazione tra l’immediatezza del sentimento e la mediazione del pensiero. Durante la conferenza stampa di giovedì scorso, sempre a Cerzeto, ho sottolineato come se quella fosse stata una conferenza per raccontare retate o fatti di cronaca nera in genere, la sala sarebbe stata invasa di giornalisti, inviati dalle varie Testate ad appuntare nomi con tanto di foto segnaletiche appese ad un pannello in bella mostra. Ma, d’altronde, con la “cultura non si mangia” ebbe a dire un Ministro della nostra Repubblica. Ahinoi la “cultura”, ultimamente, non ha mai raggiunto livelli così bassi quanto a rappresentanza ministeriale, Sangiuliano docet, che passerà agli annali della storia come uno che di storia e di geografia ha le idee molto confuse, senza contare dei libri non letti e delle tresche amorose raccontate a mo’ di telenovelas strappa lacrime, con tanto di supporto mediatico in prima serata ovviamente.

A questa deriva culturale e sociale, mostrata da un certo tipo di politica, sabato 28 settembre, abbiamo inteso reagire, organizzando ciò che da Amalia De Bernardis, ideatrice e curatrice, è stata definita “incursione d’arte contemporanea”. Non una mostra sic et simpliciter, ma inizio di un percorso teso ad innescare processi di cambiamento culturale, stimolando il pensiero e la riflessione onde poter ascoltare quel linguaggio, non fatto di parole vuote o di like, che solo l’arte sa esprimere. In uno spazio davvero unico qual è quello di palazzo Mayerà, custode silenzioso del tempo che si è fatto storia, il visitatore, grazie alle opere d’arte ivi esposte, rimane sospeso tra passato, presente e futuro, fino ad essere accompagnato nella grande vetrata che offre uno sguardo su un orizzonte che dalla media valle del Crati giunge fino alle cime dei monti della Sila e invita ad andare oltre il banale ed effimero piattume dei Social.

“Scorporea”, titolo quanto mai evocativo, presenta, fino a giorno 20 ottobre, opere di diversi artisti contemporanei: Cecilia Gattullo, Roberta Toscano, Severino Magri, Petra Timea Niels. Attraverso le loro opere, è possibile compiere un excursus introspettivo del linguaggio dell’anima che non resta mai intrappolata nella fragilità del corpo, ma da esso si eleva mostrandosi come “sussurro di una brezza leggera”, dai lievi chiaro-scuri della matita nelle opere della Gattullo; oppure facendosi grido, inascoltato, per riconoscere il mistero della corporeità femminile, come nelle opere della Toscano. Un appello che ancora una volta proviene dal mondo della cultura ad essere tutti cantori della bellezza e custodi della vita. L’Amministrazione comunale di Cerzeto, con coraggio e lungimiranza ha saputo raccogliere questa sfida. Il cammino, lo sappiamo, è lungo e pieno di ostacoli, eretti da un retropensiero liberal-economista che vuole renderci tutti schiavi del mercato e del profitto. Insieme agli artisti, anche noi siamo fortemente persuasi che la cultura ci nutre e ci rende liberi, perché capaci di pensare e di agire per un mondo migliore.

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