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il verdetto

Processo Bergamini, Isabella Internò condannata a 16 anni di reclusione – VIDEO

La sentenza della Corte d’Assise di Cosenza sulla morte dell’ex calciatore rossoblù

Pubblicato il: 01/10/2024 – 19:06
di Francesco Veltri
Processo Bergamini, Isabella Internò condannata a 16 anni di reclusione – VIDEO

COSENZA 16 anni di reclusione per Isabella Internò. È questa la sentenza della corte d’Assise di Cosenza, presieduta da Paola Lucente nel processo di primo grado, durato tre anni, sulla morte dell’ex calciatore della squadra rossoblù Denis Bergamini, avvenuta il 18 novembre del 1989. La decisione della corte è arrivata alle 19 dopo una Camera di Consiglio durata otto ore. Internò è stata condannata per omicidio volontario in concorso con ignoti. Escluse le aggravanti di aver agito col mezzo venefico e della crudeltà, concesse le attenuanti generiche. Interdizione totale dai pubblici uffici.
Decisa la trasmissione degli atti in procura di Assunta Trezzi, Concetta Tenuta, Dino Pippo Internò, Roberto Internò, Michelina Mazzuca, Luigi D’Ambrosio e Raffaele Pisano per falsa testimonianza. Per la figura di Roberto Internò atti rinviati in procura come possibile coautore in concorso del delitto.
La procura di Castrovillari aveva chiesto per l’imputata 23 anni di reclusione con l’aggravante della premeditazione e dei futili e abietti motivi. L’imputata, presente in aula anche per la sentenza, dopo le repliche e le controrepliche della procura della Repubblica di Castrovillari e degli avvocati di parte di questa mattina, aveva rotto a sorpresa il silenzio rilasciando una breve dichiarazione spontanea. «Voglio solo dire che sono innocente – aveva detto la donna – lo giuro davanti a Dio. Dio è l’unico testimone che purtroppo non posso avere al mio fianco».
In aula, seduti accanto a Donata Bergamini (in lacrime alla lettura della sentenza così come i suoi legali Anselmo e Galeone) anche i figli Andrea, Denis e Alice, mentre per Isabella Interò era presente il marito Luciano Conte e alcuni famigliari, tra cui la sorella dell’imputata Catia. Tra il pubblico, molti tifosi del Cosenza, Padre Fedele Bisceglia e i compagni di squadra di Bergamini Michele Padovano, Gigi Simoni, Ciccio Marino, Ugo Napolitano, Alberto Urban e Gigi De Rosa.

La richiesta della procura di Castrovillari

Come scritto sopra, lo scorso 20 settembre, al termine di due giorni di requisitoria, la procura di Castrovillari aveva chiesto per l’imputata 23 anni di reclusione con le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti o futili. «Isabella Internò – aveva detto il pm Luca Primicerio – è la mandante e concorre nell’omicidio di Denis Bergamini, la cui colpa è stata quella di aver chiuso la loro relazione e di non averla sposata per salvare l’onore dopo l’aborto di due anni prima». «Internò – aveva aggiunto il procuratore capo di Castrovillari Alessandro D’Alessio – è responsabile dell’omicidio di Denis Bergamini. Ha agito con volontà con persone in corso di identificazione. Isabella Internò non meriterebbe le attenuanti, è lei la colpevole di 35 anni di ritardi. Ha tradito l’affetto che il ragazzo aveva per lei, ha esasperato lei il rapporto e pur di salvare l’onore non ha esitato ad agire come sappiamo. Per il tempo trascorso, però, merita le attenuanti generiche e per questo che non chiediamo l’ergastolo, ma 23 anni di reclusione». Primicerio aveva chiesto anche il rinvio degli atti per falsa testimonianza per Assunta Trezzi, Concetta Tenuta, Roberto e Dino Pippo Internò, Michelina Mazzuca, Luigi D’Ambrosio e Raffaele Pisano.

Le discussioni dei legali della famiglia Bergamini

Molto dure le discussioni dei legali della famiglia Bergamini Fabio Anselmo, Alessandra Pisa e Silvia Galeone. «Voi davvero pensate – aveva chiesto Anselmo alla corte – che per il comportamento assunto in questi anni, Isabella Internò sia una donna cambiata? Ha sempre mostrato odio per Donata Bergamini e per i suoi legali. Stupisce la sua faccia tosta quando parla di logiche persecutorie nei suoi confronti da parte di chi vuole brillare davanti alle telecamere e nei salotti televisivi. In questi anni non ha speso una sola parola per DenisNoi siamo qui da 35 anni per colpa della magistratura. E ho motivo di ritenere che fin dai primi momenti successivi alla tragedia, ci fosse la consapevolezza da parte di tutti che si trattasse di un omicidio». «Tutti i dati scientifici – aveva invece sottolineato Alessandra Pisa parlando degli esami medico-legali svolti dai consulenti – ci dicono che Bergamini è stato ucciso e l’assenza di segni sul corpo di Bergamini conferma che la tesi della Internò sul tuffo di Bergamini è un falso alibi. Tutte le teorie della difesa, e in special modo della consulente, la dottoressa Innamorato, sono state smentite». Silvia Galeone nel suo intervento aveva dato ampio spazio alla presunta cena che si sarebbe tenuta tra i familiari di Internò a Santa Chiara di Rende la sera della morte di Bergamini: «Abbiamo 11 versioni diverse di quella cena sui presenti e sui dettagli forniti nel tempo dalla famiglia di Isabella Internò, l’unica che nel corso degli anni anziché dimenticare i dettagli, li ha aggiunti. Si tratta di un falso alibi».

Le arringhe della difesa

«Non ci nascondiamo dietro un dito – aveva detto nella sua arringa l’avvocato della difesa Rossana Cribari – il popolo ha già condannato Isabella Internò. Il problema grosso di questo processo in cui non c’è nulla, è l’eco mediatica. L’unica autopsia che dovete tenere in considerazione – aveva sottolineato ancora il legale rivolgendosi alla corte – è quella autorevole del professore Avato, l’unico nel 1990 che vede subito il cadavere e fa l’autopsia quando va fatta. Ciò che viene fatto dopo è inutile. Sono stati fatti dei prelievi su un cadavere di 30 anni prima su cui era già stata effettuata l’autopsia. Già nel 2012 i periti Bolino e Testi sostenevano che è impossibile a distanza di anni eseguire esami immuno-istochimici finalizzati ad accettare la vitalità delle lesioni. Emorragia iperacuta, è questa la causa della morte di Bergamini. Lo ha spiegato Avato, lo è venuto a dire qui in aula». Duro, invece, nella giornata di ieri, l’attacco di Angelo Pugliese alla procura di Castrovillari: «Non ci sono dubbi sul fatto che Isabella Internò sia innocente. Il dottor Fineschi lo sapeva, l’avvocato Anselmo penso e spero che non lo sappia. La procura di Castrovillari lo sapeva? Ci ha pensato? O è incapace o è connivente? La procura di Castrovillari è connivente». «L’accusa mi deve provare il capo d’imputazione il fatto deve essere totalmente provato.  Voi – aveva proseguito ancora rivolgendosi alla corte – per condannare Internò dovrete dimostrare che quel pomeriggio è stata lei a chiamare Bergamini, dovrete dimostrare la presenza a Roseto di queste persone ignote e dovrete dimostrare che Bergamini è stato narcotizzato o se sono state ridotte le sue capacità». (f.veltri@corrierecal.it)

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