Il gip di Milano Tommaso Perna ha respinto la richiesta di giudizio immediato presentata oggi dalla Dda milanese sugli undici arrestati a fine ottobre dello scorso anno nella maxi inchiesta “Hydra”, nella quale gli inquirenti hanno ipotizzato, come reato principale, un’associazione mafiosa unitaria tra componenti delle tre mafie, Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta. Il giudice aveva bocciato lo scorso anno 142 misure cautelari su 153 richieste dei pm e aveva disposto gli arresti solo per 11 accusati di reati come estorsioni e traffici di droga, anche con l’aggravante mafiosa, ma senza riconoscere l’accusa principale di associazione mafiosa come alleanza dei componenti delle tre mafie. Imputazione che è stata, poi, riconosciuta dal Riesame che sta depositando in questi giorni diverse ordinanze in accoglimento dei ricorsi del pm Alessandra Cerreti. Pm che oggi ha depositato la richiesta di giudizio immediato per gli undici che furono arrestati e i cui termini cautelari, che durano un anno, scadranno il 26 ottobre (due sono già liberi, per gli altri verrebbero revocate le ordinanze e tornerebbero liberi). Sempre oggi il gip ha bocciato l’istanza di immediato cautelare, perché, come ha motivato, sono scaduti i termini di 180 giorni dagli arresti per presentare questo genere di richiesta.
Tra gli arrestati per i quali il giudice ha rigettato l’istanza di processo immediato figurano anche Gioacchino Amico, finito in carcere per traffici di droga ed estorsioni (in un caso aggravata dalla finalità mafiosa), e Massimo Rosi, anche lui figura centrale dell’inchiesta della Dda. Anche per loro due il giudice nell’ordinanza non aveva riconosciuto l’imputazione di associazione mafiosa. Poi, il Riesame con ordinanze depositate ieri ha disposto la custodia in carcere per quell’accusa (potranno ricorrere in Cassazione), riconoscendo che Amico avrebbe fatto parte dell’alleanza per conto di un clan della camorra e Rosi per conto di una cosca della ‘ndrangheta. Anche per Rosario Bonvissuto, sempre tra gli arrestati dello scorso anno per altri reati, il Riesame ha riconosciuto l’imputazione principale contestata nell’inchiesta. (Ansa)
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