Il premio Nobel per l’economia è stato assegnato a tre professori statunitensi per i loro studi sugli effetti delle istituzioni sullo sviluppo economico e, in particolare, sulle conseguenze positive o negative delle colonizzazioni passate. Considerato che con il 48,6% la Calabria in Europa per rischio povertà o esclusione sociale è seconda solo al territorio d’oltremare della Guyana francese, possiamo considerarci tecnicamente una colonia senza finire nel paradosso.
La tesi dei premi Nobel è che società con un debole Stato di diritto e istituzioni che hanno sfruttato la popolazione non generano crescita o cambiamenti positivi. Fossi nella Regione Calabria tenterei di commissionare agli illustri professori Acemoglu e Johnson del Mit di Cambridge e a Robinson dell’Università di Chicago uno studio approfondito sui mali della Calabria.
History case di cronaca non ne mancano. Prendiamo il caso-azienda “Verdi praterie” del gruppo Marrelli chiusa e tutti i dipendenti licenziati? Non è proprio così. Abbiamo cercato di comprendere la questione analizzandola meglio.
La domanda polemica sollevata dal giornalista Pigi Battista su HuffPost al procuratore Gratteri in merito all’inchiesta sul gruppo Marrelli conclusasi con otto assoluzioni merita uno scandaglio più approfondito. Ripetiamo ai lettori la domanda polemica del giornalista formulata a Gratteri: «Lei come si sente per tutti i lavoratori licenziati, per gli innocenti che hanno pagato per reati mai commessi, per la reputazione di un’azienda ormai devastata da un’inchiesta che un processo ha dimostrato senza fondamento?».
La realtà è molto più complessa a quanto pare. L’inchiesta di riferimento è “Erebo Lacinio” del 2021 che ipotizzava nei confronti della società Verdi Praterie del gruppo Marrelli l’associazione a delinquere per traffico illeciti di rifiuti e indizi di smaltimento illecito che avevano creato allarme sociale. L’inchiesta aveva seguito i finanziamenti degli incentivi pubblici ritenuti illeciti e che è invece sono da ritenersi legittimi. Il gruppo Marrelli è molto conosciuto in Calabria. Attualmente è guidato da Antonella Stasi, donna pugnace che in passato ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Regione ed è vedova del fondatore del gruppo, Massimo Marrelli, morto in circostanze tragiche nel 2018 seppellito da un crollo di inerti insieme a tre operai che lavoravano in una sua tenuta per l’allestimento della nuova rete fognaria.
Il gruppo Marrelli non si occupa solo dei rifiuti e dell’impianto di Verdi Praterie. Siamo in presenza di una holding che assomma molte strutture sanitarie come Marrelli Hospital con numerosi ambiti specialistici, altro gioiello pregiato Dentalia, una televisione privata, Bufà, un’azienda di vini e la “Montagne Verdi” recentemente assunta a notorietà nazionale per il verdetto assolutorio e la reprimenda a Gratteri non solo da Pigi Battista ma anche da parte del Foglio. Anche questa testata nel suo spillo polemico ha titolato “L’azienda intanto ha chiuso”. Il provvedimento giudiziario ha fermato con il commissariamento l’impianto a biogas e il caseificio coinvolto al tempo dell’inchiesta, ma i dipendenti non sono stati tutti licenziati come ha dichiarato la stessa presidente Stasi nel commentare la recente sentenza: «Siamo pronti a rimboccarci le maniche, come mio marito ha sempre fatto ed insieme ai collaboratori del gruppo a far ripartire i motori di questo pezzo di economia del gruppo».
Il gruppo Marrelli per tutt’altra vicenda si vide costretta ad agitare la clava del licenziamento dei dipendenti di tutta la holding nel 2018 annunciando “300 licenziamenti” in un duro scontro con il commissario regionale della Sanità per il budget della specialistica ambulatoriale, vicenda approdata poi al Mise. I licenziamenti non furono mai attuati.
Per completezza di informazione va anche aggiunto che il gruppo Marrelli è ancora alle prese con un altro processo penale legato all’inchiesta Krimata che nei suoi faldoni ha sommato ipotesi di reato per presunte milionarie fatture false da parte degli amministratori delle società Marrelli hospital, Tecnologica ed Esperia Tv. Il rito abbreviato si è concluso con 4 assoluzioni e 2 condanne, il processo centrale è ancora in corso di svolgimento a Crotone.
Le inchieste giudiziarie con le loro conseguenze non hanno tutto il bianco e il nero da una parte. Alcuni provvedimenti restrittivi dovrebbero tener maggior conto delle operatività delle aziende in tortuosi iter giudiziari evitando il commissariamento, ma anche chi coltiva giuste idee liberali forse dovrebbe meglio documentare la sua polemica. Uno studio dei premi Nobel ci aiuterebbe a comprendere meglio le strade da perseguire. (redazione@corrierecal.it)
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