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«Gli algoritmi e l’analisi dei dati non devono trascurare etica e rispetto delle diversità»

Sabrina Giordano, professoressa associata di Statistica e lavoro, presenta il master in Artificial Intelligence & Data Science

Pubblicato il: 03/11/2024 – 16:03
di Eugenio Furia
«Gli algoritmi e l’analisi dei dati non devono trascurare etica e rispetto delle diversità»

RENDE Dopo la laurea all’Unical e un periodo di studio trascorso a Milano è tornata nella sua terra, nel suo ateneo, per cercare di cambiare la rotta e dare ai nostri studenti la possibilità di restare in Calabria e contribuire alla crescita culturale e professionale del nostro territorio. È la storia di Sabrina Giordano, professoressa associata di Statistica e lavoro all’Università della Calabria da oltre vent’anni dove si è anche laureata a suo tempo. Una voce e delle competenze che alimentano uno degli asset in espansione dell’ateneo rendese, come dimostrano l’attività di Gianluigi Greco anche a livello nazionale e internazionale e la presenza di luminari come Georg Gottlob e il recente arrivo di Ciro Indolfi, che da professore nel corso di Medicina guiderà un progetto pionieristico su Intelligenza artificiale e malattie cardiovascolari, finanziato da aziende private, e collaborerà con l’ospedale di Cosenza.

Professoressa Giordano, lei è una donna che guida un progetto ambizioso con determinazione e prospettiva, quello del Master in Artificial Intelligence & Data Science: ce ne vuole parlare?
«Questa proposta, sostenuta dai dipartimenti di Matematica e Informatica ed Economia, Statistica e Finanza, nasce dalla necessità di rispondere alle richieste reali del mercato. Vogliamo offrire opportunità concrete formando figure professionali con un duplice percorso. Collaboriamo con le aziende, le stesse che accolgono gli studenti per il periodo di tirocinio previsto dal Master. Grazie a questo confronto costante, ci siamo resi conto che la versione precedente trascurava alcuni aspetti. Ora ci sono degli approfondimenti che consentono di specializzarsi in Data Science o Intelligenza Artificiale. Queste due figure professionali sono differenti e la preparazione di base è diversa. Tenendo conto delle trasversalità e delle possibili combinazioni».

Si parla spesso di nuove professioni e molte di queste potranno essere connesse all’analisi dei dati e all’intelligenza artificiale: perché i data scientist possono continuare a innovare e a essere figure professionali rilevanti nel futuro?
«Il data scientist è una figura professionale sempre più richiesta, soprattutto perché ora è possibile accedere facilmente a qualsiasi tipo di dato, che si tratti di parole, like, immagini, testi o numeri. Qualsiasi dato rappresenta una fonte di informazione, e il data scientist è colui che riesce a estrarre informazioni significative dai dati, trasformandole in conoscenza. Questa conoscenza è ovviamente preziosa per qualsiasi azienda, in qualsiasi settore. È proprio su questa base di conoscenza che si prendono le decisioni».

Sabrina Giordano, professoressa associata di Statistica e lavoro all’Università della Calabria, durante un talk l’estate scorsa

L’intelligenza artificiale sta per cambiare completamente il modo in cui utilizziamo i computer?
«L’intelligenza artificiale, con il suo rapido sviluppo e le sue applicazioni sempre più avanzate, sta effettivamente rivoluzionando il modo in cui interagiamo con i computer. Le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale stanno penetrando in molteplici settori, influenzando la nostra vita quotidiana. Questa trasformazione non riguarda solo la semplice automazione di compiti, ma introduce nuove modalità di apprendimento automatico, elaborazione del linguaggio naturale, visione artificiale e molte altre applicazioni che cambiano il modo in cui interagiamo con le tecnologie digitali. L’intelligenza artificiale sta rendendo i computer più intelligenti, capaci di apprendere da dati ed esperienze, e sta aprendo nuove possibilità in settori come la salute, la finanza, l’istruzione e molti altri».

Tuttavia, non crede che – come tutti i cambiamenti epocali – l’IA comporti sfide e preoccupazioni, sia tecniche che relative a questioni di privacy e connessioni umane, nonché problemi etici?
«L’etica è fondamentale in questa fase in cui abbiamo accesso illimitato a qualsiasi fonte di dati. Emerge chiaramente la necessità di tutelare le persone dietro ai dati. Questa consapevolezza diventa ancora più evidente nell’utilizzo degli algoritmi, soprattutto quelli che apprendono dai dati. Poiché i dati possono essere a volte distorti, è possibile che i risultati risentano di questa distorsione. Parlo di algoritmi che apprendono da dati rilevati solo sugli uomini o trascurando le minoranze etniche, generando risultati deviati non a causa di errori nell’algoritmo, ma perché quei dati sono estratti da una realtà intrinsecamente discriminante e iniqua. Gli algoritmi e i modelli devono quindi considerare il rispetto delle diversità. Questo approccio mira a ottenere risultati comprensibili sia per chi fornisce i dati sia per i destinatari dei risultati stessi degli algoritmi. Pensiamo all’ambito medico o finanziario: è fondamentale che un individuo riceva una spiegazione comprensibile nel caso in cui un algoritmo abbia elaborato una diagnosi negativa o valutato di non concedere un mutuo. Se finora l’Intelligenza Artificiale è stata vista come una sorta di black box in cui inserire dati per ottenere un risultato, oggi si riconosce l’importanza etica di fornire spiegazioni chiare su come operano gli algoritmi e i modelli».

I Patti territoriali: cosa sono e perché sono così importanti per un territorio come quello calabrese?
«L’Unical ha instaurato un autentico patto con il territorio, le aziende e gli enti locali, configurandosi come un motore di cambiamento e innovazione. In questo contesto, i Patti territoriali assumono un ruolo di straordinaria importanza per favorire lo sviluppo socio-economico della Regione Calabria. Il ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) si configura come promotore di un’iniziativa essenziale per il Sud Italia, e l’Unical ha individuato nei Patti territoriali un veicolo fondamentale per la collaborazione tra l’Università, le imprese e le istituzioni locali, offrendo opportunità concrete di sinergia e di progresso per il territorio calabrese». (e.furia@corrierecal.it)

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