ROMA Il giorno dopo lo scontro in maggioranza, con FI che ha votato in Commissione Bilancio al Senato con le opposizioni per respingere l’emendamento sulla conferma del taglio del canone della Rai, non si stempera ancora la tensione nel centrodestra. E’ bastata una frase del portavoce di FI, Raffaele Nevi, che ha dato del ‘paraculetto’ a Matteo Salvini – “la Lega si dia una calmata, abbassi i toni e torniamo a parlarci di più”, l’invito – ad accendere di nuovo gli animi. Il vicepresidente del gruppo di FI alla Camera ha poi corretto il tiro (“il mio pensiero è stato travisato, ci tenevo a scusarmi se le mie parole sono risuonate come offensive nei confronti del leader della Lega”), ma sul tavolo resta la richiesta di collegialità agli alleati. Insomma, non è andato giù al partito azzurro il fatto che si cerchino i fondi per la sforbiciata sul canone della Rai e non quelli su altre imposte, a partire dalla ‘sugar tax’. E resta anche l’irritazione della premier per l’incidente parlamentare. Ma l’obiettivo dell’alleanza è spegnere l’incendio, da qui l’appello reiterato del presidente del Consiglio a fermare le polemiche. Tra messaggi e telefonate, il dialogo del presidente del Consiglio con gli altri leader della coalizione è costante. Il Consiglio dei ministri di domani è’ l’occasione – all’ordine del giorno il dl sulla giustizia – per un chiarimento e rinsaldare l’unità su uno dei temi, quello appunto sulla giustizia, anche perché all’inizio della prossima settimana arriverà il primo sì in Commissione sulla separazione delle carriere. Tanto più che la riunione servirà anche per ‘salutare’ Raffaele Fitto che traslocherà’ in Europa. Proprio il nuovo ruolo del responsabile degli Affari europei con delega al Pnrr e alla coesione è stato, insieme ai temi sulla manovra e a quelli legati allo scenario internazionale, al centro dell’incontro che si è tenuto ieri al Quirinale tra Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro che – hanno fatto sapere fonti di palazzo Chigi – non è legato alle fibrillazioni nel centrodestra, anche se avvenuto proprio nel giorno in cui maggioranza e governo sono andati sotto. I due vicepremier hanno del resto fatto sapere di non voler soffiare sul fuoco delle polemiche. Per il segretario del partito azzurro il caso è chiuso: “non ci saranno problemi nella maggioranza, si andrà avanti fino a fine legislatura”, ha sottolineato, mentre il leader della Lega ha spiegato di non voler litigare con il responsabile della Farnesina (“Non ho voglia di fare polemica: andiamo avanti occupandoci di altro. Mi rifiuto di pensare che un collega che stimo come Tajani voti in Parlamento per interesse di un’azienda privata”), pur ricordandogli che il centrodestra è stato eletto per ridurre le tasse. “Peace and love”, la formula del responsabile dei Trasporti e delle Infrastrutture. Domenica, tra l’altro, i leader della coalizione si vedranno all’assemblea nazionale di Noi moderati e un nuovo vertice potrebbe tenersi anche la prossima settimana. Ci sono da sciogliere diversi nodi, oltre a quelli legati all’azienda di viale Mazzini, a partire dall’iter della legge di bilancio (l’obiettivo è portarla in Aula a Montecitorio il 13 dicembre) al dopo-Fitto (sarà la premier Meloni a decidere sulle deleghe del ministro diventato vicepresidente della Commissione europea: “non penso che ci sia bisogno di un rimpasto di governo”, ha detto Salvini). Intanto il governo ha incassato oggi la fiducia sul dl fiscale a palazzo Madama con 100 sì 46 contrari e un astenuto. Con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha vestito i panni del ‘pompiere’: “Queste cose – ha detto il responsabile di via XX settembre riferendosi a quanto accaduto ieri – sono sempre accadute. Non bisogna enfatizzare troppo. E’ necessario, come si dice nel calcio, che regga la difesa. C’è un buon portiere, teniamo le posizioni. Quindi tranquilli”. “Ci hanno promosso in Europa mentre hanno bocciato gli olandesi e i tedeschi. Questa cosa non fa notizia, fa notizia il casino, però dipende dai punti di vista”, ha rimarcato l’esponente leghista. (AGI)
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