Da qualche parte del Paese, evidentemente, si ritiene che la Calabria sia una regione abitata da persone votate a subire più che a decidere il loro futuro. Ne offrono motivo le iniziative di questi giorni riportati dai quotidiani nazionali: la Calabria (ovviamente per “benevolenza” altrui) sarebbe il sito ideale perché si sfrutti il “fotovoltaico”, per poi inviare l’energia in altre regioni, magari a quelle del Nord che assicurano “benefici” economici di ritorno. È la storia trita e ritrita di una subalternità che non accenna a mutare; che considera il Sud non già come una parte del Paese, al quale vanno riconosciuti gli stessi diritti e gli stessi doveri, ma un territorio al servizio del Nord, che si permette di “alzare la voce e parlare a vanvera”. Ritenere che la Calabria possa accantonare le sue tradizioni e le sue bellezze naturali, per dedicarsi allo sfruttamento energetico da inviare al Nord è veramente il massimo della sfrontatezza. È un modo di avvertire la Calabria che, per ricavare un po’ di benessere, deve mettersi al servizio del Nord. Con una simile mentalità non è possibile andare da nessuna parte, tranne che allontanare il principio dell’uguaglianza tale regioni, ritenendo di poter chiedere al Mezzogiorno di tramutarsi in “hub energetico”, lasciando i benefici previsti dalla coesione territoriale. Sbaglia di grosso chiunque pensi di condizionare la vocazione di una regione, oltretutto sapendo che la Calabria guarda con attenzione più alle cose naturali di cui dispone che ad altro. E, dunque, essenzialmente al turismo e all’agricoltura. Da qualche tempo si pensa anche allo sviluppo industriale, ma questo è un argomento che va approfondito. Certo è che la Calabria non può essere solo un “hub” energetico. Sarebbe oltretutto una contraddizione rispetto a come ha evidenziato Sergio Pelaia su Gazzetta del Sud alcune settimane fa. La Calabria, infatti, punta da sempre alle sue bellezze naturali, al turismo e all’agricoltura. Perciò agli “amici” del Nord bisognerà ribadire che non si lascerà “colonizzare”. Anche a costo di vivere di stenti. I calabresi si domandano dove sono andati a finire i progetti per incentivare il turismo. Questa è una regione che ha il potenziale per raggiungere obiettivi importanti in quel settore. Serve solo un aiuto per avviare la “macchina”. La Calabria, tra mare e monti, può offrire turismo sempre, in qualsiasi periodo dell’anno.
x
x