Dalla Calabria a Milano, i «cugini dello spaccio» in affari con il capo ultrà del Milan
“Orso”, “ghost”, “Santa Cruz” e “Belva”, questi i nickname utilizzati dai tre Lucci, Calabria e Trimboli su SkyEcc per concordare gli affari legati all’importazione di droga

LAMEZIA TERME Il curriculum criminale è lungo: ci sono precedenti di polizia per spaccio di sostanze stupefacenti e per reati contro la persona, oltre ad un’indagine nell’ambito dell’operazione “Infinito” effettuata contro la presenza della ‘Ndrangheta in Lombardia. Il legame con il capo ultrà del Milan, Luca Lucci, e il cugino Rosario Calabria, sono stati ricostruiti in una lunga serie di indagini. Anche perché il nome di Antonio Rosario Trimboli (cl. ’82) di Locri è di quelli ampiamente noti a Milano e nell’hinterland. Ora per lui è arrivato l’ennesimo ordine d’arresto emesso dal gip del Tribunale di Milano, su richiesta della Distrettuale antimafia del capoluogo lombardo. Sono in tutto 8 le persone raggiunte dalla nuova misura.
I cugini e il capo ultrà
L’indagine della Procura meneghina, infatti, sta continuando a far luce nella pieghe di una vasto e redditizio business legato all’importazione di sostanza stupefacente che sarebbe gestito, secondo l’accusa, proprio da Lucci. La “vecchia” alleanza era stata ricostruita, ad esempio, in una operazione del 2021 quando i tre, Trimboli, Lucci e Calabria, erano stati accusati di aver acquistato di 10kg di cocaina al prezzo di 72.500 euro. Stupefacente ricompreso in una partita di 349kg che, imbarcata nel porto di Santos in Brasile sulla nave mercantile “MSC Agadir”, era stata poi sottoposta a sequestro dalla stessa polizia brasiliana. Le risultanze investigative continuano ad arricchirsi di nuovi particolari, grazie essenzialmente alla decriptazione delle chat SkyEcc. Calabria, i cui genitori sono Oppido e Platì, avrebbe legami di parentela con famiglie della criminalità organizzata di origine calabrese attive in Lombardia, ed è stato socio del ristorante “I Malacarne” frequentato abitualmente proprio da Lucci e, soprattutto, è cugino da parte di madre proprio di Antonio Rosario Trimboli.
“Orso”, “ghost”, “Santa Cruz” e “Belva”
Due i nickname utilizzati da Trimboli: “ghost” e “Jose Santa Cruz”. Gli inquirenti lo deducono da una serie di messaggi scambiati tra “Orso”, utenza di Rosario Calabria, e “Belva”, account invece di Luca Lucci. I due fanno riferimento proprio al cugino di Calabria, da cui si evince che era impegnato in un appuntamento di affari per pianificare l’importazione di marijuana. In un’altra chat, invece, i due parlando ancora di Trimboli, fanno riferimento ad una serie di incontri d’affari in Europa, con Trimboli che, in particolare, si trovata da una settimana in Germania. A luglio del 2020, poi, Calabria avrebbe chiesto a Lucci informazioni sul prezzo praticato su una partita di hashish, varietà “ardala”, praticato in Spagna, nell’ipotesi paventato di acquistarne 90kg, suddivise in tre scatole. Una volta vista la fotografia, Lucci avrebbe evidenziato la scarsa qualità del prodotto e, per questo, lo stesso Calabria avrebbe consigliato a “ghost” di venderlo ad alcuni soggetti albanesi. Per gli inquirenti, dunque, una è palese che “Santa Cruz” e “ghost” siano la stessa persona. (g.curcio@corrierecal.it)
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