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Zanfini: «Esistono gli ex terroristi, ma non possono esistere le ex vittime»

Ospite a “Supplemento d’indagine” il primo dirigente della Polizia di Stato presenta il suo libro ambientato negli Anni di Piombo

Pubblicato il: 08/01/2025 – 17:59
Zanfini: «Esistono gli ex terroristi, ma non possono esistere le ex vittime»

LAMEZIA TERME La storia parallela di un brigatista e del figlio di una vittima del terrorismo, che si ritrova faccia a faccia con chi uccise il padre. Uno di quelli che Mario Calabresi definì «le altre vittime» degli anni di piombo, il periodo in cui il paese era scosso da attentati delle organizzazioni eversive politiche.  Ambientato in questo contesto, “Mentre Moriva”, edito da Eta Beta, è il nuovo libro di Giuseppe Zanfini, primo dirigente della Polizia di Stato in servizio dal 1994, con incarichi precedenti ricoperti a Crotone a capo della Squadra Mobile, a Reggio, Taurianova, Castrovillari, Paola e Corigliano Rossano. Ospite della nuova puntata di Supplemento di Indagine, il format in onda stasera su L’altro Corriere Tv (canale 75) alle 20:40, il vicequestore racconta la genesi e la trama di un libro in cui «volevo focalizzare l’attenzione sulle vittime dimenticate, quelli che hanno perso un padre, un fratello, un figlio e che per troppi anni sono stati messi da parte».

La trama del libro

Un libro diviso in due parti, nella prima «più sentimentale», si racconta il punto di vista del figlio di un poliziotto ucciso dal terrorismo. «È la storia di un bambino che diventa fotografo di un giornale. Un giorno viene mandato a seguire la scarcerazione del brigatista che uccise il padre tanti anni prima». Un drammatico viaggio nel passato, a quei giorni di dolore e paura. «Esistono gli ex terroristi, ma non possono esistere le ex vittime. Una vittima, se è tale, lo rimarrà per tutta la vita». Nella seconda parte del libro, con una penna «più cinica e fredda», il protagonista diventa proprio il brigatista, rinchiuso in carcere e costretto a fare i conti con la sua vita passata, dialogando con un compagno di cella che ne rappresenta la coscienza.

Gli anni di piombo e i temi del libro

Due storie parallele che si intrecciano. Sullo sfondo i terribili anni di piombo: «Quelli dell’omicidio di Aldo Moro, della strage di Bologna. Anni in cui erano vittime magistrati, poliziotti, giornalisti, sindacalisti». Il primo dirigente Zanfini traccia il percorso storico delle Brigate Rosse, approfondisce il tema della rieducazione della pena, ma soprattutto «è un libro che pone delle domande e delle riflessioni». Dialogando con Danilo Monteleone, Zanfini accenna anche alla sua lunga carriera da poliziotto in Calabria: «I vecchi mafiosi avevano forse la stessa predisposizione dei terroristi, credevano in una ideologia e che il fine giustificasse i mezzi. Credevano in concetti che per loro erano “onore”, ma erano tutt’altro che onore. Oggi la ‘ndrangheta è cambiata». (redazione@corrierecal.it)

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