Nella Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale del ponte sullo Stretto sono presenti esponenti della Lega, di Fratelli d’Italia e anche di Forza Italia. A rivelarlo è stato Report, programma di Raitre condotto da Sigfrido Ranucci. Ai diretti interessati è stato chiesto se si tratta di conflitto di interessi. «Ho un dottorato di ricerca in Ingegneria ambientale e come tale ho fatto domanda per questo ruolo. La commissione si occupa di valutare i progetti – ha detto Margherita Scoccia, consigliere comunale di Fdi a Perugia – ogni commissario si esprime rispetto al proprio ambito di appartenenza. Il parere è all’unanimità ma c’è sempre un dossier che viene fatto da un tecnico specifico». «Non c’è un conflitto di interesse – ha affermato invece Raffaele Latrofa, vicesindaco di Pisa di Fdi e anche lui nella commissione Tecnica di Valutazione del ponte – se ci fosse l’avrebbero sollevato. Sono un ingegnere laureato a suo tempo con la lode che ha fatto molti anni nella pubblica amministrazione e oggi sono vicesindaco del centrodestra. Cosa c’è di male?».
Ma in caso di forti terremoti, il ponte sullo Stretto rischierebbe di crollare? È la domanda che Report ha posto a Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia che non è stato coinvolto formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica nello studio di fattibilità del ponte sullo Stretto di Messina. «E’ famoso il ponte di Tacoma – ha spiegato Doglioni – che è crollato perché è andato in risonanza, per la frequenza dell’oscillazione legata al vento. In questo caso le frequenze sono così basse che il terremoto non farebbe crollare il ponte, ma potrebbe danneggiare fortemente le fondazioni delle torri e degli ancoraggi. In questo senso il ponte rischierebbe anche di crollare». Doglioni – ha ricordato Report – ha più volte chiesto che venissero effettuati maggiori studi per verificare la fattibilità del ponte, soprattutto ha chiesto che venissero utilizzati coefficienti di accelerazione più alti per verificare il rischio sismico. «Il ponte è costruito ipotizzando 0.58 – ha ricordato Doglioni – ma noi sappiamo che nelle zone epicentrali, queste accelerazioni per i terremoti di magnitudo anche inferiore a sette sono state spesso superiori anche a un G. In alcuni casi accelerazioni enormemente più grandi di quelle che vengono ipotizzate. Quindi deve essere fatta una struttura che sia in grado di resistere a qualsiasi cosa succeda. Noi come Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non siamo stati coinvolti formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica. Come Istituto non abbiamo dato un via libera o parere utilizzati formalmente nella progettazione».
Questa la replica a Doglioni, sempre dai microfoni di Report, dell’amministratore delegato di Stretto di Messina Spa Pietro Ciucci: «Io non ho intenzione di fare polemiche con nessuno, tantomeno col presidente Doglioni. Non necessariamente ogni esperto deve sapere tutto di ogni progetto».
Report ha ricordato anche che ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato che l’altezza del ponte sullo Stretto di Messina, pari a 65 metri, è stata pensata affinché le navi possano passarci sotto. «In realtà – è stato evidenziato durante la puntata di stasera – non sarebbe proprio così: nel 2023 hanno attraversato lo Stretto di Messina cinque navi da crociera e quindici portacontainer di altezza superiore ai sessantacinque metri. Se ci fosse stato il ponte non avrebbero potuto farlo. Ci sarebbero, poi, diverse incertezze sui cavi che dovrebbero reggere il ponte stesso: due cavi per lato che renderebbero complicata la comprensione della distribuzione dei carichi in un ponte così lungo».
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