REGGIO CALABRIA Il momento “topico” di una intera legislatura. Il Consiglio regionale di ieri non è stato affatto di “routine”, come faceva presagire un ordine del giorno “extra large” ma senza i dossier politicamente più importanti oggi sul tavolo della maggioranza. La vicenda della Centrale del Mercure nell’area del Parco del Pollino ha fatto letteralmente esplodere la situazione, con la dura presa di posizione del presidente della Regione e leader del centrodestra Roberto Occhiuto: davanti alla protesta dei contrari nella ormai famosa “norma Laghi” – che prevede un ridimensionamento della centrale – e alla proposta del Pd di calendarizzare nella seduta una proposta abrogativa della “norma Laghi”, Occhiuto ha di fatto posto una questione di fiducia dicendo che si sarebbe dimesso se la proposta dem fosse stata inserita all’ordine del giorno. «Non intendo indietreggiare di un millimetro dalla posizione mia e del governo regionale», ha detto Occhiuto. Non è la prima volta che il termine “fiducia” fa capolino in Consiglio regionale e fa capolino su input di Occhiuto: è avvenuto già in occasione della riforma dei Consorzi di bonifica ma in quell’occasione Occhiuto l’aveva preannunciata abbondantemente alla vigilia, anzi l’aveva persino sbandierata. Stavolta l’ha fatto direttamente in aula. Un segnale forte, una sorta di prova muscolare che – va rilevato – comunque rappresenta una linea di coerenza da parte di Occhiuto, che ha sempre detto di non curarsi delle proteste se pensa di essere «nel giusto anche se impopolare» e non di avere remore a entrare in conflitto con il governo nazionale sia pure “amico” se si tratta di difendere le proprie convinzioni (la “norma Laghi” in effetti è a forte rischio di impugnazione).
Insomma, in Consiglio regionale stavolta si è creato un “vulnus”, forse il primo vero “vulnus” della legislatura, anche all’interno della maggioranza di centrodestra, che sulla vicenda della Centrale del Mercure non registra una unanimità e una uniformità di vedute, tanto è che vero che, oltre a quella del Pd, c’è anche un’altra proposta abrogativa della “norma Laghi”, presentata da Giuseppe Graziano e da Francesco De Nisi di Azione e da Katya Gentile della Lega, cioè tre consiglieri della maggioranza. Secondo diversi analisti dunque la “minaccia” di Occhiuto sarebbe anche un messaggio finalizzato a mettere in riga la sua coalizione, oggi e per domani, considerando che anche altri dossier starebbero provocando più di una fibrillazione nel centrodestra, come l’introduzione della figura del consigliere regionale “supplente” abbinata al tetto al numero di assessori esterni (provvedimenti che lo stesso Occhiuto non gradirebbe tanto, dicono fonti qualificate della maggioranza). Non a caso questi dossier a quanto risulta sono stati “rinviati” a tempi migliori, con una “frenata” del centrodestra che a questo punto potrebbe non essere casuale. Si vedrà cosa accadrà nei prossimi giorni, intanto questo primo Consiglio regionale del 2025 sembra quasi uno “spartiacque”, per il centrodestra ma non solo. Alcuni esponenti dell’opposizione di centrosinistra – giustamente da loro punto di vista – hanno evidenziato la smagliatura nella maggioranza e tuttavia anche il centrosinistra in realtà si è rivelato “double face” diversificandosi, con il Pd che è uscito dall’aula e le altre componenti – M5S con Davide Tavernise e Antonio Lo Schiavo per il Misto – che invece sono rimasti sui banchi della minoranza nel prosieguo dei lavori. Una diversificazione che non è una novità, a dire il vero. (a.cantisani@corrierecal.it)
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