MILANO «Era convinto della gravidanza della moglie, gli faceva vedere le ecografie, la pancia, ma si è accorto che qualcosa non andava poco prima dell’arrivo della polizia a casa. La notizia aveva iniziato già a circolare anche sui social e ha chiesto spiegazioni. Alla fine, qualche minuto prima che arrivassero gli agenti, lei glielo ha detto, “sì, sono stata io”». Lo spiega a LaPresse l’avvocato Gianluca Garritano, legale di Aqua Moses Omogo Chiediebere che con la moglie Rosa Vespa ha rapito la piccola Sofia, di un giorno, dalla clinica “Sacro Cuore” a Cosenza. «Il racconto del mio assistito è stato ritenuto credibile anche dagli stessi inquirenti», ha sottolineato il legale dell’uomo. In fase di convalida, Vespa ha confermato di essere l’unica responsabile. L’uomo, in serata, ha lasciato il carcere di Castrovillari. Per il 43enne, mediatore culturale, la Procura di Cosenza non ha chiesto l’arresto, per questo motivo è stato scarcerato dal giudice per l’udienza preliminare. Moses Aqua è uscito dal carcere accompagnato dai suoi legali Gianluca Garritano e Teresa Gallucci.
«La signora ha risposto a tutte le domande che le sono state poste ed è collaborativa. Ha escluso ogni responsabilità in capo al marito e ad altri soggetti terzi, sostenendo di non aver mai avuto un piano preciso e che, ovviamente, non avrebbe mai voluto fare del male né alla bambina né a nessun altro». Così invece l’avvocato Teresa Gallucci, legale di Rosa Vespa, la 51enne accusata del rapimento della neonata. «L’interrogatorio è durato parecchio – ha raccontato alla Dire l’avvocato Gallucci – sono state chiarite determinate circostanze e sostanzialmente è emerso che non c’era nessuna programmazione». La signora Vespa, è emerso, avrebbe simulato la gravidanza con il suo compagno. Ma durante l’interrogatorio, come ha motivato il rapimento della neonata? «Non lo ha motivato, quando le sono state poste domande sul perché ovviamente c’era anche molta commozione, molta agitazione, paura, senso di colpa, rammarico, ma anche tanta confusione». Come sta in questo momento la donna? È consapevole di ciò che ha fatto? «Non sono un medico, quindi non ho gli strumenti per fare diagnosi e dire se è consapevole o meno – ha risposto ancora il legale della signora Vespa -. Alterna momenti di pianto e ovviamente di disperazione. Le posso dire che ho chiesto l’autorizzazione per un medico di entrare in carcere e visitare la signora, per verificare le sue condizioni di salute, e il pubblico ministero non si è opposto». La signora Vespa ha ribadito al giudice di aver agito da sola, escludendo la complicità di altre persone. Dalle telecamere, però, si vede chiaramente la presenza del marito. Come ribattete su questo punto? «Trovarsi lì e andare via con la bambina non significa automaticamente collaborare – ha risposto l’avvocato Gallucci -. È emerso che lui non era a conoscenza di nulla, lo ha precisato lo stesso Moses. Circostanza che è stata chiarita anche dalla signora. Trovarsi lì significa che sei a conoscenza di quello che sta succedendo». Infine, quali saranno i prossimi passaggi? «Attendiamo appunto la visita del medico, poi vedremo anche le determinazioni del Gip, che ancora non sono state notificate e quindi non ho ancora le carte sulle quali poter elaborare la strategia difensiva», ha concluso la legale.
Intanto la famiglia Cavoto commenta la scarcerazione di Aqua Moses, che insieme a sua moglie Rosa Vespa era stato arrestato a seguito del tentato rapimento di Sofia Cavoto. «Come può essere dichiarato estraneo?», Moses Omogo Chidiebere, questo il nome del cittadino nigeriano, ha lasciato il carcere di Castrovillari per fare ritorno a casa a Castrolibero.
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