CATANZARO La “spia” di un’emergenza generale: in un contesto complessivo di gravi carenze di personale la “spia” è la drammatica situazione del Tribunale di Catanzaro, per come descritto nella relazione per l’anno giudiziario del Distretto elaborata dalla presidente della Corte d’appello Concettina Epifanio.
«Non può omettersi di segnalare – scrive la Epifanio – il grido di allarme da tempo lanciato dal presidente del Tribunale di Catanzaro, il quale da anni va, giustamente, denunciando la situazione di grave sofferenza in cui versa il suo ufficio, a causa delle croniche scoperture dell’organico del personale magistratuale. Va a questo punto ricordato che il Tribunale di Catanzaro ha una pianta organica tabellare di 54 magistrati (il presidente del Tribunale; 5 presidenti di sezione; 48 giudici, di cui 2 giudici del lavoro). Allo stato, e da oltre un anno e mezzo, permane la scopertura di 2 dei 5 posti di presidenti di sezione, e segnatamente il posto di presidente della prima sezione penale/dibattimento e Corte di Assise (vacante dal 15 aprile 2023) e quello di presidente della sezione Gip/Gup (vacante dal 4 ottobre 2023). Nell’intero periodo in esame (1 luglio 2023/30 giugno 2024) e fino allo scorso mese di settembre è rimasto scoperto anche il posto di presidente della Seconda Sezione Civile. Si è, altresì registrata la vacanza di un posto di giudice della prima sezione civile e l’assenza per congedo di maternità di 3 colleghe. E – prosegue la relazione del presidente della Corte d’appello – la situazione non accenna a migliorare, anzi è destinata ad aggravarsi… Senza contare che nel giro di alcuni mesi si determinerà anche la vacanza del posto di presidente del Tribunale, essendo ormai prossimo al pensionamento il dottor Palermo».
La relazione quindi rileva che «per comprendere quanto l’organico sia oggettivamente inadeguato, a fortiori se ulteriormente ridotto per effetto di vacanze e assenze di qualsiasi natura, basti considerare che il Tribunale di Catanzaro è un Tribunale distrettuale che ha giurisdizione su un circondario molto vasto, comprendente ben 57 comuni, è anche sede del Tribunale dei Ministri e, per quanto riguarda il settore civile, ha competenza esclusiva: – in ambito distrettuale, per la materia elettorale e per quella dell’immigrazione e della protezione internazionale, – in ambito addirittura regionale, per tutto il contenzioso, che ha registrato un numero considerevole di pendenze, in materia di impresa; materia notevolmente complessa per la delicatezza degli interessi in gioco e la particolarità delle questioni trattate. Inoltre – prosegue la Epifanio – il Tribunale di Catanzaro sconta la particolarità di essere l’ufficio innanzi al quale si trattano le cause che rinvengono la competenza nella sede della Tesoreria dello Stato e della Regione Calabria, e degli enti agli stessi collegati, con proliferazione, per quanto riguarda il settore fallimenti ed esecuzioni, di numerosissime controversie per la messa in liquidazione di enti pubblici economici (quali Afor, Corap) e dei relativi giudizi di opposizione allo stato passivo, oltre al fatto di dover gestire procedure di fallimento e di liquidazione giudiziale di rilevante mole (fallimento Siarc, liquidazione giudiziale Fondazione Betania, Villa Sant’Anna)».
C’è infine il paradosso finale. «Il Tribunale di Catanzaro – ricorda la relazione della presidente della Corte d’appello – è stato peraltro individuato come uno dei 30 uffici giudiziari di primo grado a rischio di non raggiungimento degli obiettivi Pnrr per quanto riguarda la riduzione dell’arretrato civile, e per tale ragione il Csm., con delibera del 12 giugno 2024, ha disposto interpello per l’applicazione extradistrettuale straordinaria di un magistrato, ma nessuna domanda è stata avanzata per coprire il posto; il che è certamente indicativo di come l’ufficio giudiziario del capoluogo venga percepito dai colleghi magistrati come nient’affatto appetibile, neppure a fronte di incentivi economici. Pertanto, rebus sic stantibus, il presidente del Tribunale di Catanzaro ha segnalato che realisticamente – al netto di interventi di carattere eccezionale e straordinario – gli obiettivi fissati dal Pnrr non potranno essere raggiunti». (a. cant.)
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