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L’INCHIESTA

‘Ndrangheta ad Aprilia, il “Capo dei Capi” Patrizio Forniti è sparito da luglio

Nuovo ordine di arresto emesso oggi dal gip di Roma. Ma di lui non si hanno notizie dell’estate scorsa. Il narcotraffico e il legame con i Gallace

Pubblicato il: 12/02/2025 – 16:23
di Giorgio Curcio
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‘Ndrangheta ad Aprilia, il “Capo dei Capi” Patrizio Forniti è sparito da luglio

ROMA Di lui si sono perse le tracce dal 3 luglio 2024, quando i Carabinieri e gli agenti della Dia hanno bussato alla sua porta, senza trovare nessuno. Di Patrizio Forniti, romano classe 1972, non si hanno notizie da mesi, una latitanza che fa ancora più notizia oggi, con un nuovo mandato d’arresto – emesso dal gip del Tribunale di Roma – che il paio con quello emesso questa estate. Anche perché si tratta di un soggetto di notevole spessore criminale. Oggi come 7 mesi fa la cattura di Forniti continua, dunque, ad essere una priorità per il personale del comando provinciale dei Carabinieri di Latina, del centro operativo Dia di Roma e della Questura di Latina.

La nuova inchiesta della Dda

È la Distrettuale antimafia di Roma a continuare a tenere altissima l’attenzione su due associazioni a delinquere dedite ad attività parallele: da una parte rapine, estorsioni ed usura, dall’altra il traffico di droga e lo spaccio. C’è però un comune denominatore, ed è il presunto “capo” di entrambe le articolazioni: Patrizio Forniti. Il suo nome, insieme a quelli altri 7 soggetti, è tra quelli coinvolti nell’inchiesta che oggi, ancora su ordine del gip di Roma Francesco Patrone, ha portato all’esecuzione di 8 misure cautelari. Per il gip i nuovi elementi accusatori emersi rispetto al luglio 2024 riguardano reati diversi rispetto alla precedente misura, trattandosi di vicende emerse solo dopo l’esecuzione dell’operazione “Assedio” o in seguito alla rilettura di elementi già precedentemente acquisiti.

Il “Capo dei Capi”

Basta scorrere il curriculum di Patrizio Forniti per rendersi conto del suo elevato spessore criminale. È considerato, ad esempio, capo indiscusso dell’associazione di stampo mafioso attiva ad Aprilia e dell’associazione diretta al traffico di stupefacenti. Un potere tanto ampio e riconosciuto da essersi meritato il soprannome di “Capo dei Capi”. Alle spalle ha poi condanne con sentenze passate in giudicato per reati contro il patrimonio e per detenzione illecita di armi e munizioni (due volte) e per detenzione illegale di armi da sparo (una volta). Per gli inquirenti, inoltre, Patrizio Forniti sarebbe colui che tiene i contatti – a livello paritario – «con i capi della più importanti famiglie mafiose calabresi» e che non esita a prendere posizione al cospetto di rappresentanti anche di famiglie camorriste a difesa dei territori in mano alla propria associazione. Il “Capo dei Capi” del Sud Pontino da oltre vent’anni sarebbe attivo nel settore del traffico di stupefacenti, nonostante i periodi di detenzione carceraria e domiciliare sofferti. Un potere imposto sul territorio anche attraverso la forza del vincolo familiare e della potenza derivante da stretti legami con altre consorterie di tipo mafioso. Secondo quanto merso dalle indagini, Forniti avrebbe residenza in Lussemburgo, dove dispone di basi logistiche.

L’egemonia delle cosche reggine

Si tratta di un territorio “storicamente” in mano alle cosche della ‘ndrangheta calabrese e, in particolare, alle ‘ndrine di Sinopoli e Cosoleto del Reggino, nelle quali operano le famiglie Alvaro, Palamara, Cutrì e Forgione, in rapporti con cosche già presenti in quelle aree come i Gallace. È qui che la famiglia Gangemi, negli anni, ha avviato complesse e articolate attività economico-finanziarie che gli inquirenti «non possono ritenersi dissociate dagli interessi propri della criminalità organizzata», ipotizzando anche uno «stretto legame della medesima famiglia con la cosca dei Gallace». In questo scenario, dunque, si inserisce la figura di Patrizio Forniti, soggetto legato ai Gangemi in ragione di rapporti di lavoro e alla cosca di ‘ndrangheta calabrese dei Gallace. Forniti, inoltre, già in passato arrestato a Liegi per traffico internazionale di stupefacenti, sarebbe «legato in particolare ad Agazio Gallace, Salvatore Siani e Giacomo Madaffari», esponenti dei Gallace. (g.curcio@corrierecal.it)

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