LAMEZIA TERME «Il rischio oggi non è il fascismo, ma è l’anarchia. In Parlamento destra e sinistra fingono di scontrarsi, poi vanno a braccetto. Sembra una battaglia tra influencer, ma la politica non è Sanremo». Carlo Calenda torna in Calabria con una tappa lametina in vista del congresso nazionale del partito che si terrà domani. Ospite di Danilo Monteleone a Supplemento d’indagine, in onda stasera, alle 20.40 su L’altro Corriere Tv, il leader di Azione critica le politiche nazionali su economia ed energia e lancia l’allarme sui pericolosi movimenti «da saccheggiatore» di Donald Trump. L’ex ministro si è anche soffermato sulla Calabria, in particolare sul supporto del suo partito in Consiglio regionale ad Occhiuto. «Sta lavorando di sicuro, alcune cose funzionano, altre meno» ha risposto, entrando poi nel dettaglio della questione rigassificatore e sulla bonifica di Crotone.
Molto critico Calenda sull’economia e sulla politica industriale, soprattutto considerando i più recenti dati che segnano un brusco calo nella produzione negli ultimi due anni. «La nostra prima proposta è ridurre il costo delle bollette, perché sono esplosi e le imprese vanno a lavorare fuori. Oggi le aziende che fanno fotovoltaico hanno utili assurdi, più della Ferrari. Non è normale, bisogna mettere un limite». Poi «bisogna stimolare gli investimenti. Io da ministro avevo fatto questa industria 4.0 che aveva funzionato molto bene, perché l’idea era aiutare gli imprenditori che investono, non gli Elkann che prendono miliardi e poi lasciano le fabbriche italiane. Se una cosa funziona perché la devi cambiare? Il governo l’ha rifatta ed è stato un disastro, finiranno per tornare indietro ma intanto abbiamo perso un anno e mezzo».
Dalla politica industriale dipende anche il peso politico all’estero, che oggi viene meno, secondo Calenda, anche per la debolezza energetica dell’Italia. «Sul nucleare non possiamo più perdere tempo, si fa una legge e si riparte. Abbiamo già i siti e oggi il nucleare non è sicuro, è sicurissimo. Ogni volta noi manchiamo l’occasione e questo ci crea problemi con l’energia. Quando io ero ministro feci fare un gasdotto che portava il gas dall’Azerbaijan all’Italia, pagato da loro. Ci fu il caos, tra associazioni ambientaliste e chi accusava di deturpare l’ambiente. Parliamo di un tubicino otto metri sotto terra che ci ha tenuto in piedi durante la crisi ucraina». Per Calenda non c’è altra strada: «Si decide, si militarizza la zona e si fa il nucleare. Altrimenti siamo morti. Le aziende stanno fallendo, la Meloni parla di aumento di occupazione, però nel frattempo cala la produttività. Questo perché si tratta di posti di lavoro nel turismo, che vengono pagati poco. I nostri ragazzi non posso fare i camerieri dei cinesi che vengono in vacanza e vivere in un paese sottosviluppato».
Il problema è che «oggi nessuno vuole prendere decisioni, si litiga tra fazioni e basta. Guardiamo all’immigrazione, io sono molto netto nel dire che quella irregolare va fermata, non si possono tenere aperte le frontiere a chiunque. L’attentatore di Monaco era sbarcato in Calabria. Così come non può accadere che uno beccato a fare un reato e con un decreto di espulsione dopo cinque giorni è ancora in piazza». Il Cpr in Albania però non è una soluzione: «La Meloni fa spettacolo. Che senso ha spendere 800 milioni per un centro in Albania? Si fa in Italia, in condizioni umane perché non siamo disumani, ma uno spacciatore beccato in flagranza non si può rimandare a casa con un foglio». Critico anche con l’approccio della sinistra: «Non può continuare a dire che possono venire tutti in Italia. Ma la sinistra, in generale, è inconsistente, non è in grado di governare, non ha un’idea». In questa «politica di influencer come fossimo a Sanremo» Calenda invita a lasciar perdere «destra e sinistra che fingono di scontrarsi ma che in Parlamento vanno a braccetto».
Il leader di Azione lancia un allarme sulla politica internazionale e sul declino dell’Europa. «A livello internazionale il sistema che una volta era regolato dall’alleanza tra Stati Uniti ed Europa sta cadendo a pezzi. E con esso sta cadendo l’Europa» spiega il segretario nazionale di Azione. «Noi dipendiamo da entrambe, perché esportiamo in Usa e Germania e perché l’Ue ci garantisce la tenuta del debito pubblico. Ci troviamo in una situazione di estrema gravità». Anche in virtù dei nuovi riscontri in geopolitica: «A Trump non interessa di nessuno, cura solo gli interessi di un’oligarchia fatta di grandi imprenditori americani. Lui impone dazi all’Europa perché vuole che le aziende, anche italiane, si spostino là. Noi dobbiamo rispondere uniti come Europa». Su Ucraina e Groenlandia Trump «si muove da saccheggiatore. All’Ucraina dice datemi delle terre e vi porto la pace. Gli ucraini sono i primi a voler la pace, perché sono stanchi, ma non vogliono essere sottomessi alla Russia. Quando noi parliamo di aiutarli, dobbiamo capire che stanno combattendo anche per noi perché la Russia passerebbe ad attaccare un paese Nato ed entreremmo in guerra».
Sulla Calabria, dove Azione supporta il presidente Occhiuto: «Sta facendo alcune cose che funzionano, altre che funzionano meno. Io quello che dico alle Regioni è di concentrare più risorse possibili sul tema della sanità. Molti soldi vengono spesi in cavolate, in attività promozionali che non servono a nulla. Che la sanità calabrese stia uscendo dal commissariamento è un fatto buono, ma i servizi restano ancora molto deficitari. Occhiuto sta facendo un buon lavoro, noi continuiamo a incalzarlo». Sul rigassificatore: «Non c’è dubbio che dobbiamo averli. Anche riguardo la bonifica a Crotone il tema di fondo è uno: bisogna commissariare le procedure. Non può una qualsiasi associazione bloccarle facendo ricorso al Tar se si tratta di una priorità nazionale. Se si governa bisogna assumersi forti responsabilità».
In questo marasma politico per Calenda bisogna ripartire dal centro, perché «il rischio oggi non è il fascismo ma l’anarchia. Da anni la politica non è curare gli interessi dei cittadini, ma scontrarsi tra fazioni. Per noi non funziona così, se c’è un provvedimento giusto lo votiamo. Noi dobbiamo ricostruire il centro, estrema destra ed estrema sinistra quando governano fanno danni». L’obiettivo, anche in vista del Congresso, è ricostruire il centro in attesa che «gli italiani capiranno, perché piano piano lo faranno. Ho estrema fiducia nel buon senso degli italiani. Noi dobbiamo garantire un buon progetto, serietà e competenza e non la “cagnara” a cui assistiamo oggi». (redazione@corrierecal.it)
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