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il cold case

Luigi Sebillo, il mare dell’isola di Dino nasconde un mistero da 22 anni

Il 16enne di Praia a Mare uscito insieme ad un amico per una battuta di pesca e sparito nel nulla. Un caso ancora irrisolto

Pubblicato il: 01/03/2025 – 15:30
di Fabio Benincasa
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Luigi Sebillo, il mare dell’isola di Dino nasconde un mistero da 22 anni

COSENZA Quattro archiviazioni, un corpo svanito nel nulla, forse inghiottito dalle acque di Praia a Mare, in provincia di Cosenza. Luigi Sebillo è un ragazzino sorridente, amante della pesca: il 23 febbraio del 2003, in compagnia di un amico, prende canna, amo ed esca pronto a trascorrere qualche ora di relax. Ma da quel giorno, il giovane cosentino diviene un fantasma, la sua scomparsa un cold case ancora irrisolto dopo 22 anni di indagini, processi e quattro archiviazioni.
Della sua storia restano qualche foto e l’impegno della famiglia a ricercare la verità sostenuta dall’avvocato Francesco Liserre: ospiti un anno fa nei nostri studi. Anna Maria Iorio, mamma del 16 enne, lo cerca ancora negli sguardi dei passanti così come papà Mario. «Quando vado in giro, come a Roma o Firenze, guardo i volti delle persone».

La scomparsa il 23 dicembre

E’ Anna Maria Iorio a ripercorrere, non senza fatica, quel tragico giorno. Luigi è a casa, decide di uscire, ed a bordo del suo motorino si dirige verso l’isola di Dino, a Praia a Mare, per pescare con un amico. Il mare è calmo, la giornata di sole, nulla che fa presagire ad una disgrazia consumatasi nelle acque del mare cosentino. I pescatori lo cercano, ma del ragazzo nessuna traccia. L’amico di Luigi, interrogato, darà la colpa ad una «una folata di vento». «Si erano spaventati e si erano buttati per evitare che la barchetta li portasse più lontano». Mentre lui sarebbe riuscito a nuotare fino a riva, di Luigi si sono perse le tracce. Ma la versione non convince i genitori, perché – aggiunge il padre Mario – «Luigi sapeva nuotare benissimo». E poi, come ripetono spesso i pescatori, «il mare restituisce sempre tutto». I sommozzatori volontari di Paola battono metro per metro lo specchio di acqua che – secondo il racconto dell’unico testimone – sarebbe stato teatro della tragedia. Niente, di Luigi non c’è traccia.

Quattro le archiviazioni sul caso

Restano, dopo tanti anni, i dubbi sul racconto fornito dall’amico del 16enne e la certezza dei genitori di Sebillo di non avere avuto giustizia. «Da vent’anni ci rivolgiamo alla magistratura, ma senza avere risposte» denunciano insieme all’avvocato. La prima archiviazione arriva dopo «una lentezza inaccettabile» dell’inchiesta. L’ultima chiusura risale, invece, a due anni fa, dopo la riapertura nel 2017. «Sei anni in cui non è stato fatto praticamente nulla» spiega l’avvocato Liserre. L’ultima archiviazione «sembra un riassunto delle puntate precedenti, le indagini non hanno aggiunto nulla di nuovo». Un dato che l’avvocato definisce «drammatico» sono i tempi con cui la Camera di consiglio si è espressa sull’archiviazione, ovvero «23 mesi, tempi che ledono la dignità di chi non sa la verità sulla scomparsa del figlio».

Senza risposta

Che fine ha fatto il corpo del 16enne? Qualcuno ha deciso di farlo scomparire? «Un’idea sulla dinamica noi ce la siamo fatta» spiegano i genitori, che ricordano i sogni di un ragazzo sereno e ambizioso. «Voleva fare il paleontologo, leggeva enciclopedie e amava gli animali». «Io dico ai magistrati che ho ancora lacrime», dice commosso il padre Mario. E’ passato un altro anno, di Luigi Sebillo non abbiamo ancora notizie. (f.benincasa@corrierecal.it)

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