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L’APPELLO

‘Ndrangheta e l’omicidio Mormile, l’avvocato Repici: «Accertare le ingerenze di Gallo nella difesa di Pace»

Il difensore della famiglia dell’educatore ucciso nel ’90, chiede di «valutare l’incompatibilità difensiva dell’avvocato Verdoliva»

Pubblicato il: 08/03/2025 – 13:30
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‘Ndrangheta e l’omicidio Mormile, l’avvocato Repici: «Accertare le ingerenze di Gallo nella difesa di Pace»

MILANO Valutare l’incompatibilità difensiva dell’avvocato Salvatore Verdoliva, difensore di Salvatore Pace accusato dell’omicidio di Umberto Mormile, e accertare l’ingerenza del “super poliziotto” Carmine Gallo nella difesa dello stesso Pace. A chiederlo è l’avvocato Fabio Gaetano Repici, difensore di Stefano, Nunzia e Daniela Mormile, rispettivamente fratello, sorella e figlia dell’educatore del carcere di Opera ucciso a Carpiano (Milano) l’11 aprile 1990 dalla ‘Ndrangheta, omicidio inizialmente rivendicato dalla Falange Armata.
In vista dell’apertura, mercoledì 12 marzo, del processo d’appello sull’omicidio Mormile nel quale è imputato Salvatore Pace, condannato in primo grado a 7 anni (l’altro imputato condannato, Vittorio Foschini, non ha presentato appello), l’avvocato Repici ha presentato una memoria difensiva nella quale evidenzia il coinvolgimento dell’ex sostituto commissario della Polizia di Stato Carmine Gallo e dell’avvocato Salvatore Verdoliva, difensore di Pace, nell’inchiesta della Procura di Milano sui presunti dossieraggi che ruotavano attorno alla società Equalize.

La memoria difensiva

Il legale dei familiari di Mormile chiede di valutare l’incompatibilità difensiva dell’avvocato Salvatore Verdoliva perché «sottoposto a indagini in concorso con Gallo per questioni attinenti proprio, fra l’altro, l’assistenza difensiva dell’imputato Pace, indirizzata da Carmine Gallo». Secondo il legale, infatti, Verdoliva si troverebbe «in plateale conflitto d’interessi con il proprio assistito Salvatore Pace». L’avvocato Repici chiede inoltre una rinnovazione istruttoria alla luce delle indagini in corso «per accertare l’ingerenza del sostituto commissario Carmine Gallo nella difesa processuale dell’imputato Pace e se ciò derivi dai legami dello stesso Gallo con esponenti dei servizi segreti, al fine di ottenere l’esclusione di esponenti di apparati di sicurezza dal coinvolgimento nell’omicidio di Umberto Mormile».

L’omicidio

Mormile, 34 anni, venne assassinato l’11 aprile del 1990 mentre andava al lavoro quando due individui in sella a una moto di grossa cilindrata esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Per questo omicidio erano già stati condannati nel 2005 come mandanti i boss della ‘ndrangheta Antonio Papalia, Franco Coco Trovato e Domenico Papalia e come esecutori materiali Antonio Schettini e Antonino Cuzzola. Nelle motivazioni al primo verdetto, la giudice aveva scritto che il giovane educatore nel carcere di Opera sarebbe stato ucciso l’11 aprile del 1990 a Carpiano, nel Milanese, probabilmente perché era «a conoscenza dei rapporti tra ‘ndrangheta e servizi segreti, in un contesto di intreccio di poteri». (redazione@corrierecal.it)

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