Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

l’intervista

Lotta alla ‘ndrangheta, Capomolla: «I giovani hanno bisogno di interlocutori credibili, la parola non basta»

Il procuratore di Cosenza (si insedierà a breve) è ospite del seminario di pedagogia dell’Antimafia all’Unical

Pubblicato il: 10/03/2025 – 16:09
di Fabio Benincasa
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Lotta alla ‘ndrangheta, Capomolla: «I giovani hanno bisogno di interlocutori credibili, la parola non basta»

COSENZA Educare alla giustizia è il tema del seminario organizzato nell’ambito delle attività del corso universitario di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria, guidato dal professore di Giancarlo Costabile. Docente d’eccezione nella odierna “lezione” è il procuratore della Repubblica di Cosenza, Vincenzo Capomolla. Nelle prossime settimane prenderà ufficialmente posto nel nuovo Ufficio di procura, ma intanto da anni è impegnato nella Dda al contrasto alla ‘ndrangheta.

La rete e la pericolosità degli hacker

«L’incontro di oggi con i giovani studenti dell’Università di Arcavacata consente di approfondire alcuni aspetti relativi alle dinamiche dell’operatività delle organizzazioni criminali, che si presentano anche sotto mentite spoglie. E’ importante, quindi, diffondere la sensibilità per cogliere i segnali negativi che provengono dalle dinamiche operative delle organizzazioni criminali». Recentemente, proprio in provincia di Cosenza ad Acri, è stata denunciata l’azione – ancora ignota – di hacker capaci di utilizzare l’intelligenza artificiale per riprodurre e creare immagini di nudo con il volto di minorenni. Un caso di deepfake sul quale la procura ha acceso i riflettori, delegando le indagini ai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, guidati dal colonnello Andrea Mommo.

capomolla_mommo
Il procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla – Il comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza Col. Andrea Mommo

«I fenomeni criminali, anche con riferimento a vicende che si concretizzano e si realizzano sul territorio in cui vivono, ci consente di proporre una ulteriore riflessione ponendo alcuni esempi di illegalità insidiosi e allarmanti che possono attecchire in settori fragili da un punto di vista economico e da un punto di vista sociale», sostiene Capomolla. Che aggiunge: «Lo sviluppo tecnologico è estremamente positivo perché consente di conseguire dei risultati che in passato non potevano essere realizzati. Naturalmente presenta molte insidie perché oltre ad essere un settore in cui i giovani si possono trovare anche disarmati rispetto alle attività che si realizzano, rischiano di rimanere coinvolti in episodio inquietanti. E allora è importante controllare, monitorare il web perché – come molte indagini dimostrano – è un ambito in cui le organizzazioni criminali cercano di sfruttare tutti quei meccanismi che consentono di realizzare condotte illecite ma anche di reinvestire e riciclare enormi profitti».
Una delle soluzioni, riguarda proprio gli hacker. Spesso affascinati dagli ambienti criminali ed al servizio dell’esercito del male. «La capacità di operare nel web è legata alle specializzazioni, ai soggetti che sono capaci di operare in modo sofisticato. Il rischio è che questi soggetti vengano attratti dalle organizzazioni criminali e allora bisogna creare le condizioni per attrarre queste specialità nell’ambito del bene piuttosto che del male».

La percezione del fenomeno mafioso

«La sensazione è che vi sia una adeguata consapevolezza delle dinamiche operative delle organizzazioni criminali. I giovani ovviamente hanno bisogno di interlocutori credibili, di interlocutori che siano in grado di trasmettere messaggi concreti che non si fondano soltanto sulla parola». Il procuratore Vincenzo Capomolla si sofferma sulla percezione degli adolescenti del mondo criminale e mafioso. «Se i giovani incontrano interlocutori che dimostrano, nella quotidianità, l’importanza del contrasto alla criminalità organizzata saranno pronti ad abbracciare in modo estremamente consapevole gli aspetti positivi, il bene, piuttosto che il male».

I relatori dell’incontro

L’incontro all’Unical si è aperto con i saluti istituzionali delle Autorità, sono intervenuti Francesco Scarcello (in collegamento), Prorettore Vicario dell’UniCal, Rossana Adele Rossi, Coordinatrice del Corso di Studio Unificato in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche, e Andrea Mommo, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cosenza. L’introduzione ai lavori è stata affidata a Ines Crispini, Presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’ateneo, mentre le conclusioni a Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence e Presidente della Società Italiana di Intelligence. (f.benincasa@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x