Mondo di mezzo, Salvatore Buzzi torna in carcere
Deve scontare un residuo di pena. Aveva scontato 11 mesi di carcere a Catanzaro

ROMA Torna in carcere Salvatore Buzzi. E’ quanto deciso dal tribunale di Sorveglianza di Roma che non ha concesso la misura alternativa alla detenzione in carcere.
«I provvedimenti di qualsiasi autorità giudicante vanno rispettati, ma fortunatamente è ancora possibile commentarli. L’ordinanza che nega a Salvatore Buzzi la possibilità di eseguire la sua pena in regime di affidamento terapeutico per poter curare la sua alcol dipendenza è a tratti incomprensibile e censurabile per molteplici ragioni ed è per tale motivo che verrà presentato immediato ricorso alla Corte Suprema di Cassazione. Si fa riferimento ad una pericolosità sociale in alcun modo riscontrata, se non tramite semplici supposizioni, e – cosa ben più sorprendente -, si mette in dubbio la sussistenza stessa della sua patologia senza aver portato alcuna prova contraria e senza aver effettuato alcun riscontro sul campo, mettendo in dubbio quanto certificato da medici, psichiatri, psicologi e professionisti del settore sanitario pubblico e privato”. Così l’avvocato Edoardo Albertario, difensore, insieme al collega Alessandro Diddi, di Salvatore Buzzi. “Neanche un cenno sull’opera risocializzante effettuata dal Buzzi, il quale oltre a curarsi aveva seguito e concluso tramite la sua comunità terapeutica più di un corso di recupero e nel contempo, mentre continuava a lavorare nel weekend come prescritto dalla Sezione Misure di Prevenzione nel Tribunale di Roma, stava provvedendo a pagare in forma rateizzata le spese processuali del ben noto procedimento che lo ha visto coinvolto, tutte attività ampiamente documentate da questa difesa a testimonianza dell’operosità del suo ravvedimento. Il pensiero adesso va alla sua famiglia e, soprattutto, alla figlia quindicenne che ha dovuto assistere per l’ennesima volta ad una reclusione del padre – che quest’anno compra’ 70 anni -, ingiusta ed ingiustificata a parere di chi parla – aggiunge -. Mi limito a ricordare che poco più di un anno fa, a causa di un errore di calcolo della Procura Generale, il Buzzi, dopo essere stato arrestato a mezzanotte nella comunità terapeutica calabrese nella quale era stato autorizzato dai giudici ad andarsi a curare, ha scontato ben 11 mesi di carcerazione nella Casa Circondariale di Catanzaro, salvo poi essere liberato con urgenza – ed annesse scuse – in quanto la Corte di Cassazione aveva definito quella carcerazione totalmente ingiustificata”. “Siamo di fronte ad una nuova decisione e ad una nuova carcerazione che ci lasciano a dir poco basiti. La mia paura principale adesso e’ per la salute del mio assistito, il quale mi ha riferito di voler intraprendere lo sciopero della fame e della sete come segno di protesta contro quella che lui ritiene una vera e propria persecuzione giudiziaria. La difesa del Buzzi perseguirà ogni via giurisdizionale possibile per la tutela giuridica del Buzzi ed è convinta che, alla fine, sarà la giustizia processuale ad avere la meglio e non la giustizia degli uomini, che per sua intrinseca connotazione è relativa e fallibile”, conclude Albertario.