Il Ponte sullo Stretto, il Giappone “dice si”

REGGIO CALABRIA Il Giappone dice sì al Ponte sullo Stretto. Non è un claim, ma la considerazione giunta al termine di un incontro organizzato dallo Stretto di Messina Spa. la società ha presentato ad una delegazione del Ministero dei Trasporti giapponese Mlit (Ministry of Land, Infrastructure, Transport and Tourism), il progetto del Ponte sullo Stretto, completo di collegamenti stradali e ferroviari, suscitando un interesse nella delegazione anche per l’importante coinvolgimento nella realizzazione dell’opera della società giapponese Ishikawajima-Harima Heavy Industries, parte della compagine del Contraente Generale guidata da Webuild.

La delegazione nipponica ha avuto la possibilità di mostrare gli effetti produttivi della grande esperienza maturata nella costruzione, gestione e manutenzione dei ponti a grande luce realizzati in Giappone. Uno scambio positivo di esperienze e skills per l’amministratore delegato della Stretto di Messina SpA Pietro Ciucci, intervenuto pochi giorni fa al convegno “Reti UE e Ponte sullo Stretto: 3.666 metri di corridoio scandinavo per rimettere l’Italia al centro del Mediterraneo”: organizzato dalla Camera di Commercio di Messina. L’incontro si è rivelato un’occasione preziosa per focalizzarsi, insieme agli altri partecipanti, sul progetto e sulla sua importanza a livello internazionale. «Il ponte sullo Stretto di Messina è lo strumento per realizzare una macroarea Calabro-Siciliana che, con l’asse ferroviario-stradale della rete TEN-T Helsinki-Palermo, può diventare la principale porta mediterranea dell’Europa», ha dichiarato l’Ad. «Oltre a unire due regioni del Mezzogiorno con oltre 7 milioni di abitanti, il Ponte sarà l’elemento essenziale per favorire la creazione di un grande distretto con milioni di abitanti, impianti industriali, attività commerciali e Università», ha concluso Ciucci.

Il piano industriale di Forza Italia e il Ponte sullo Stretto

Pochi giorni fa, ai nostri microfoni, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’illustrare i dettagli del piano industriale per l’Italia proposto da Forza Italia, ha dedicato un passaggio sulla realizzazione dell’infrastruttura. «Non si tratta solo di realizzare il Ponte sullo Stretto, vogliamo far crescere il Sud e questa è una scelta politica visto che il Nord cresce se cresce il mezzogiorno. Far crescere il Sud significa quindi far crescere l’Italia».
E il Ponte, come sottolineato nel piano redato dagli azzurri, si stima che possa ridurre i tempi di attraversamento da circa 1 ora (traghetto) a poco più di 5 minuti in auto o treno. Inoltre, potrebbe favorire un incremento del traffico annuo fino a 6 milioni di veicoli e 10 milioni di passeggeri. Da considerare come le opere annesse previste nel progetto definitivo comprendano il potenziamento di oltre 40 km di raccordi viari e ferroviari, essenziali per garantire un’efficace integrazione nei trasporti nazionali.

Il ponte digitale

Via terra, via mare e anche attraverso le reti digitali. Open Fiber ha segnato un passo in avanti tecnologico con il ponte digitale da 81,6 terabit al secondo sullo Stretto di Messina. La società fa sapere che sarà fondamentale per supportare le novità presenti e future provenienti dal mondo dell’informatica e delle telecomunicazioni. Open Fiber ha eseguito il test lungo la rete nazionale di trasporto Zion, in particolar modo sulla tratta che congiunge la penisola alla Sicilia passando proprio attraverso lo Stretto. Il progetto è stato presentato nella sede romana di Open Fiber dal direttore Technology, Nicola Grassi. (f.b.)

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