MILANO Un pentito della cosiddetta “‘ndrangheta stragista“, Nunziatino Romeo, legato alla famiglia Barbaro-Papalia, è stato arrestato, con ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano Fabrizio Filice su richiesta del pm della Dda Francesco De Tommasi, in un filone dell’inchiesta sul caso Equalize e sulle presunte cyber-spie. La tranche di indagine, condotta dal Ros dei carabinieri, vede al centro l’accusa di tentata estorsione con l’aggravante mafiosa. Sono state eseguite anche una decina di perquisizioni. Il gip Filice nell’ordinanza cautelare ha riqualificato le accuse in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e tentata violenza priva. In questo filone di inchiesta, che ha portato oltre all’arresto eseguito ieri anche ad una serie di perquisizioni, risulta indagato in concorso, e come presunto mandante del tentativo estorsivo assieme ad un avvocato, anche l’imprenditore e immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, titolare della società Fenice. E già indagato nella tranche principale del caso Equalize per associazione per delinquere finalizzata ai presunti accessi abusivi alle banche dati. Secondo le accuse, Sbraccia e il legale, sfruttando contatti aperti con la cosca Barbaro-Papalia, avrebbero messo in atto la tentata estorsione ai danni degli imprenditori Motterlini, titolari della G&G Costruzioni. Impresa che aveva in essere rapporti contrattuali con Fenice in lavori di ristrutturazione di immobili a Pieve Emanuele, nel Milanese. E Sbraccia, secondo le indagini, avrebbe voluto, in sostanza, una riduzione dei crediti vantati dall’altra impresa, che ammontavano a circa 30 milioni di euro. Sempre in questa tranche di indagine, per fatti che risalgono al 2023, sono indagati anche l’hacker Nunzio Samuele Calamucci, del gruppo operativo di Equalize che era guidato da Carmine Gallo (morto il 9 marzo), Giuseppe Trimboli, Francesco e Pasquale Barbaro e Fulvio Cilisto. Romeo, stando alle indagini del Ros dei carabinieri, sarebbe stato l’esecutore materiale della tentata estorsione su mandato dei Barbaro, ingaggiati dal gruppo di Equalize. Un’azione che sarebbe stata richiesta da Sbraccia, per il quale la Dda milanese e la Dna hanno chiesto al Riesame la custodia in carcere (negata dal gip) per l’inchiesta sulle presunte cyber-spie. Indagine in cui è indagato anche Enrico Pazzali, per il quale la Procura ha chiesto i domiciliari, che erano stati bocciati dal gip. (Ansa)
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