Criminalità economica in Calabria, «l’Ai realizza sistemi capaci di intercettare nuovi crimini» – VIDEO
L’evento sul tema frutto della sinergia tra Unical e Gdf. «Le frodi digitali presentano un livello di pervasività senza precedenti»

COSENZA L’evento “Intelligenza Artificiale – Cybersecurity e Criminalità Economica”, ospitato all’Università della Calabria è frutto della collaborazione tra il Comando Regionale Calabria della Guardia di Finanza Catanzaro e l’Ateneo calabrese, e ha visto la partecipazione del sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Wanda Ferro, del comandante interregionale dell’Italia Sud-Occidentale della Guardia di Finanza, generale di Corpo d’Armata Antonino Maggiore, del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Andrea De Gennaro, e alcuni dei massimi esperti nazionali e internazionali della materia, i professori Gianluigi Greco e Georg Gottlob, rispettivamente Direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica, e Professore Ordinario di Matematica e Informatica, dell’Università della Calabria.
«Le implicazioni per il sistema nazionale»
«La cybersicurezza e l’intelligenza artificiale rappresentano oggi settori in continua e rapida trasformazione, con implicazioni profonde per la sicurezza nazionale. È proprio questa rilevanza strategica che ci ha spinto a organizzare questo incontro in un’istituzione accademica di eccellenza come questo Ateneo. Il nostro obiettivo è creare un ecosistema collaborativo tra diverse competenze istituzionali per affrontare minacce concrete ed emergenti che mettono a rischio il sistema economico-finanziario del Paese», dice il generale di divisione Gianluigi D’Alfonso comandante regionale Gdf della Calabria. «La nostra strategia si articola su tre direttrici fondamentali. Innanzitutto, stiamo investendo significativamente nella formazione specialistica del personale, elemento imprescindibile in un contesto tecnologico in costante evoluzione. In secondo luogo, stiamo implementando sistemi avanzati basati sull’intelligenza artificiale per potenziare la nostra capacità operativa nei controlli economico-finanziari, anticipando le minacce invece di rincorrerle. Sul fronte operativo, il nostro monitoraggio ha identificato due principali categorie di minacce informatiche: da un lato, assistiamo a frodi mirate verso i soggetti più vulnerabili della società, come gli anziani; dall’altro, fronteggiamo attacchi sofisticati ai sistemi finanziari, orchestrati da organizzazioni criminali con elevate competenze tecnologiche».
I criminali dimostrano grande ingegnosità nell’utilizzare nuovi strumenti
«L’AI consente alle forze dell’ordine di analizzare rapidamente enormi quantità di dati, provenienti da fonti diversificate come social media, telecamere di videosorveglianza e sensori. Questo permette di individuare con tempestività potenziali minacce, contribuendo a una risposta più efficace e coordinata alle emergenze», dice nel suo intervento la sottosegretaria di Stato Wanda Ferro.
«Un aspetto di grande rilievo è rappresentato dalle tecnologie di analisi avanzata, come il riconoscimento facciale e vocale, la rilevazione di contenuti falsificati e la biometria. Questi strumenti offrono un supporto fondamentale nell’identificazione di soggetti sospetti, nella prevenzione di crimini e nella protezione delle persone più vulnerabili. Inoltre, l’AI è ormai un elemento chiave nella sicurezza informatica, supportando la protezione delle infrastrutture critiche, dalle reti energetiche agli ospedali, sempre più esposte ad attacchi cyber sofisticati», prosegue Ferro. «Tuttavia, non possiamo ignorare i rischi legati a un uso improprio o incontrollato di questa tecnologia. Tra le principali criticità vi sono le cosiddette “allucinazioni dell’AI”, ovvero errori nell’analisi e interpretazione dei dati, che possono condurre a decisioni errate e potenzialmente pericolose». Infine per Ferro, «l’uso illecito dell’intelligenza artificiale rappresenta un ulteriore motivo di attenzione. I deepfake, ad esempio, possono essere impiegati per diffondere disinformazione o compromettere la reputazione di individui e istituzioni. Allo stesso modo, i criminali informatici stanno già sfruttando l’AI per realizzare attacchi più sofisticati, come i ransomware, capaci di bloccare interi sistemi informatici con richieste di riscatto».
«Le frodi digitali presentano un livello di pervasività senza precedenti»
L’appuntamento odierno rappresenta un’occasione fondamentale per affrontare la transizione verso l’intelligenza artificiale in tutti i settori, con particolare attenzione all’ambito dei controlli di legalità e giustizia. «Questa iniziativa riveste una straordinaria importanza poiché formalizza la collaborazione tra l’Università della Calabria, in particolare il Dipartimento che dirigo, e la Guardia di Finanza, con l’obiettivo di affrontare una sfida estremamente complessa: l’impatto delle nuove tecnologie sui crimini finanziari», racconta Gianluigi Greco professore ordinario di Informatica presso l’Università della Calabria.
«Ci troviamo di fronte a uno scenario completamente rinnovato, di cui tutti percepiamo la profonda influenza sulla società contemporanea. Abbiamo tutti una certa consapevolezza delle potenzialità dell’intelligenza artificiale, ma è indispensabile intensificare la formazione e diffondere la comprensione della necessità di un’azione tempestiva per contrastare queste forme emergenti di criminalità».
L’impegno deve necessariamente seguire due direttrici complementari. «Da un lato, è essenziale promuovere una formazione tecnica e specialistica: le università devono rafforzare la collaborazione con le forze di polizia per ampliare continuamente i confini delle nostre capacità di contrasto a questi fenomeni criminali. Dall’altro lato, è altrettanto cruciale sviluppare programmi formativi rivolti alla cittadinanza, poiché le frodi digitali che oggi affrontiamo presentano un livello di pervasività senza precedenti».
La difficoltà crescente nel distinguere contenuti autentici da quelli manipolati richiede che l’intera società «acquisisca gli strumenti necessari per orientarsi efficacemente in questo nuovo contesto digitale, prevenendo che le tecnologie avanzate diventino strumenti nelle mani della criminalità organizzata e garantendo che l’intelligenza artificiale rimanga al servizio del progresso collettivo e della sicurezza», conclude Greco.
I sistemi capaci di intercettare nuovi crimini
Tradizionalmente, i criminali hanno sempre mantenuto un vantaggio tecnologico, ma questo divario si sta riducendo grazie all’intelligenza artificiale e ai Large Language Models. «In passato, ci affidavamo principalmente a metodi statistici o a regole basate su conoscenze pregresse, codificando modelli di crimini già noti. Oggi, però, dobbiamo essere preparati a fronteggiare eventi sconosciuti, poiché i criminali evolvono continuamente le loro strategie», sostiene il professo George Gottlob, docente Unical e uno dei massimi esponenti al mondo in tema di Intelligenza artificiale.
«Attualmente disponiamo di sistemi avanzati che integrano il ragionamento statistico con la semantica dei Large Language Models (noti al pubblico come GPT). Sebbene non sia un processo semplice, è possibile combinare queste tecnologie con il ragionamento statistico non solo per identificare crimini già modellizzati, ma anche per rilevare nuove anomalie che possono poi essere verificate da operatori umani».
Secondo Gottlob, «la ricerca rappresenta il fondamento di questo settore, particolarmente nell’integrazione delle due componenti dell’intelligenza artificiale. Da un lato abbiamo l’approccio statistico del machine learning, che costituisce un’approssimazione sofisticata della statistica tradizionale. Il machine learning permette di ottenere in pochi secondi o minuti risultati che con i metodi statistici classici richiederebbero giorni di calcolo, data la complessità e la vastità dei dati da analizzare.
Dall’altro lato troviamo il ragionamento basato sulla rappresentazione della conoscenza, che ci consente di identificare crimini già catalogati».
La vera sfida emerge quando ci troviamo di fronte a nuove forme di criminalità. «Combinando il machine learning con i Large Language Models (come GPT) e con le basi di conoscenza, possiamo sviluppare sistemi capaci di scoprire tipologie inedite di crimini, superando gli schemi tradizionali come le truffe agli anziani o le frodi Iva».

