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“Guerra cinese delle Grucce” in Italia, catturato un uomo

È accusato di essere l’esecutore di un tentato omicidio. «Intercettazioni decisive»

Pubblicato il: 07/04/2025 – 11:23
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“Guerra cinese delle Grucce” in Italia, catturato un uomo

PRATO Dopo nove mesi di indagini, coordinate dalla Procura di Prato, è stato individuato e arrestato in un ristorante della periferia della città di Padova, il sesto esecutore materiale, Nengyin Fang, ex soldato dell’esercito della Repubblica Popolare cinese, che – il 6 luglio 2024, all’interno del locale “Number One”, ubicato in via Scarlatti, numero 23 a Prato – ha compiuto il tentato omicidio, avvenuto ai danni di Chang Meng Zhang, imprenditore cinese, inserito nel mercato della produzione delle grucce, pregiudicato condannato in via definitiva per l’omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell’impresa Eurotrans/Oulian), commesso a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, nel marzo 2006. L’uomo, che venne accerchiato e colpito ripetutamente in varie parti del corpo, prima con una bottiglia di vetro e, poi, con un’arma da taglio e con pugni e calci, infine attinto da numerose coltellate all’addome, con conseguente eviscerazione, venne portato in ospedale da colui che si occupava della gestione del locale, e sottoposto a diversi interventi chirurgici. Nonostante le gravissime ferite è riuscito fortunatamente a sopravvivere e, spiega il procuratore di Prato, Luca Tescaroli in un comunicato, «ha iniziato una proficua collaborazione con la giustizia, che ha consentito, tra l’altro, di acquisire preziosi elementi per individuare l’apporto fornito» dall’arrestato, nato in Cina il 29 marzo 1989. L’arrestato è risultato essere componente del commando misto “fujanese e dello Zhejiang“, proveniente appositamente dalla Cina per tutelare con il ricorso alla violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce. Le investigazioni si sono nutrite dell’apporto degli appartenenti alla Squadra Mobile della Questura di Prato. La cattura di Nengyin Fang è stata possibile, sottolinea il procuratore Tescaroli, «grazie al continuativo impegno dei predetti appartenenti alla Squadra Mobile, impegnata in uno sforzo considerevole per contrastare l’escalation criminale che, dal giugno 2024, caratterizza il territorio di Prato». Le intercettazioni, «rivelatosi ancora una volta decisive», specifica il magistrato, hanno portato all’individuazione di Fang nel territorio padovano. Il consolato cinese, precisa Tescaroli, «ha fornito una collaborazione per giungere all’identità certa del soggetto, così agevolando lo sforzo investigativo posto in essere dagli inquirenti». Nell’immediatezza del delitto, l’analisi dei frames estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale in cui si erano svolti i fatti, aveva consentito di individuare uno degli aggressori e, reperita l’utenza cellulare che questi aveva in uso, la stessa è stata rapidamente sottoposta a intercettazione. E’ emerso così che l’utenza si spostava rapidamente dalla Toscana verso il Meridione e, giunta in Calabria, grazie ad una serrata analisi delle coordinate del posizionamento, è stata fermata una vettura con a bordo quattro cinesi, che sono stati poi identificati quali corresponsabili dell’aggressione. Un altro autore, invece, è sfuggito al primo controllo, attraversava lo stretto di Messina, ed è stato fermato due giorni dopo a Catania, dove venne individuato sempre sulla base degli spostamenti della stessa utenza telefonica. Tutti e cinque gli autori, oggi in fase di giudizio abbreviato, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto. Con il fermo di Fang si è giunti a individuare l’ultimo soggetto che mancava all’appello, chiudendo il cerchio afferente agli autori materiali del fatto. Le investigazioni, conclude il procuratore Tescaroli, «hanno consentito di far emergere una rete di collegamento in più porzioni del territorio nazionale, dato confermato dalla presenza in Padova del soggetto fermato che si era reso irreperibile subito dopo il tentato omicidio».

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