Dalla Calabria a Milano in “missione” per uccidere Boiocchi: la localizzazione, l’agguato e il ritorno a casa di Simoncini
Partendo dalle dichiarazioni di Beretta, gli inquirenti hanno ricostruito le fasi precedenti e quelle successive all’omicidio dell’ex capo ultrà dell’Inter

LAMEZIA TERME Dalla Calabria in Lombardia, dal territorio vibonese a Milano. Una missione omicidiaria commissionata per qualche migliaio di euro con un obiettivo: eliminare il capo ultrà dell’Inter, Vittorio Boiocchi. La ricostruzione della Distrettuale antimafia di Milano ha consentito di risalire ai sei soggetti che, a vario titolo, hanno partecipato all’esecuzione dell’ex capo della Nord. I due esecutori sono stati individuati di “Bellebuono” Daniel D’Alessandro e il calabrese Pietro Andrea Simoncini, finora con alle spalle piccoli precedenti.
Da Beretta alla localizzazione
Gli inquirenti, partendo della dichiarazioni autoaccusatorie del pentito Andrea Beretta, già responsabile dell’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, hanno ricostruito minuziosamente ogni dettagli utile alla collocazione sul luogo dell’omicidio di Boiocchi, dei due indagati. Tra il 12 luglio e il 29 ottobre 2022 gli inquirenti della Distrettuale antimafia di Milano hanno analizzato e verificato tutte le utenze telefoniche riconducibili a Pietro Andrea Simoncini e Daniel D’Alessandro. L’obiettivo era quello di verificare innanzitutto le dichiarazioni di Andrea Beretta, dichiaratosi mandante dell’omicidio di Boiocchi, e se le utenze dei due presunti esecutori avessero mai agganciato le celle che coprono la zona Figino, cioè compatibile con l’abitazione della vittima e la zona dello Stadio Meazza. La ricerca avrebbe così fornito alcuni dati di interesse investigativo soprattutto per quanto riguarda il vibonese Simoncini. Non è escluso, ad esempio, che siano stati effettuati dei sopraluoghi «prodromici all’esecuzione dell’agguato», sia presso l’abitazione di Boiocchi per studiare lo stato dei luoghi, che nei luoghi dove poteva osservare la vittima predestinata.
Il sopralluogo
Il primo elemento “d’interesse” per gli inquirenti risale all’11 ottobre 2022 quando ritengono sia avvenuto un primo sopralluogo effettuato dai due Simoncini e Ferdico, sia perché il calabrese aveva bisogno evidentemente di conoscere bene un territorio, quello milanese e soprattutto il quartiere Figino, fino a quel momento poco noti, sia perché Marco Ferdico era l’ideatore del progetto omicidiario.
Altro dato rilevante: entrambi si trovavano nella zona che poi sarà teatro dell’omicidio di Boiocchi e proprio allo stesso orario in cui è stato consumato l’agguato. Altro dato rilevante – sempre secondo gli inquirenti – è quello emerso il 26 ottobre 2022 quando, cioè, le utenze di Simoncini sin dal pomeriggio sono state localizzate sotto la copertura delle celle che comprendono l’area dello stadio “Meazza” e, successivamente, quelle di Marco e Gianfranco Ferdico. A destare molto più di qualche sospetto è la presenza del calabrese perché, proprio quella sera, era in programma la partita tra l’Inter e il Viktoria Plzen. E se la presenza nella zona dello stadio dei due Ferdico era scontata, quella del calabrese affatto perché «non era solito assistere alle partite» e la sua presenza, a soli tre giorni dalla commissione dell’omicidio, «poteva avere uno scopo differente, e cioè di osservare la zona in cui qualche giorno dopo avrebbero dovuto operare».
Guardare in faccia l’obiettivo
Ancora più significativa, secondo gli inquirenti, la localizzazione di Simoncini, in zona stadio San Siro almeno fino alle 20, la sera successiva. Quel 27 ottobre, infatti, era giovedì, giorno della settimana nel quale i membri della Curva Nord hanno l’abitudine di riunirsi al “Baretto” nei pressi dello stadio San Siro. E, infatti, l’utenza di Boiocchi ha agganciato le celle della zona. Alle 19.30 circa sia Simoncini che Boiocchi erano verosimilmente nella stessa zona: per gli inquirenti è verosimile che Simoncini, come riferito dal collaboratore di giustizia Beretta, «si sia recato in tale area, e forse proprio al Baretto, per vedere di persona Boiocchi».
Il ritorno in Calabria
Una volta commesso l’omicidio, dopo qualche giorno, le utenze riconducibili ai due D’Alessandro e Simoncini hanno fatto registrare il loro spostamento da Milano verso la Calabria: il 31 ottobre 2022 hanno agganciato le celle della Stazione Centrale di Milano, poi l’1 e il 2 novembre sono stata localizzate nel Comune di Gerocarne. Gli inquirenti della Dda hanno anche ipotizzato l’utilizzo da parte dei due esecutori di utenze olandesi dedicate «per comunicare tra lo Stadio (luogo dove Boiocchi si era recato quella sera) e via Zanzottera (luogo dell’omicidio). Una delle due utenze, infatti, avrebbe registrato i maggiori agganci nel territorio lombardo presso le celle di Carugate, nonché in territorio calabrese, a Gerocarne, territorio dove hanno prevalentemente agganciato gli apparati radiomobili nella disponibilità di Pietro Andrea Simoncini. L’altra utenza, invece, ha generato traffico esclusivamente Dati dal 18 ottobre 2022 al 29 ottobre 2022, giorno dell’omicidio di Boiocchi in cui è stata localizzata da celle compatibili con l’abitazione della vittima.
La “lacrima” sul volto di D’Alessandro
Il collaboratore Beretta ai pm di Milano ha poi fornito un ulteriore elemento, ovvero di aver avuto la conferma del coinvolgimento di D’Alessandro quando «aveva notato sul suo viso il tatuaggio raffigurante una “lacrima”» che, secondo la simbologia connessa al tatuaggio, «sta ad indicare colui che ha commesso un omicidio». Lacrima che non compare sul volto di D’Alessandro in una foto del 22 ottobre 2022 mentre in uno scatto di gruppo del 18 dicembre effettivamente il presunto killer avrebbe sullo zigomo sinistro, sotto l’occhio, una macchia nera «verosimilmente riconducibile ad una lacrima», secondo gli inquirenti. Dopo due anni e mezzo gli inquirenti hanno in mano nomi e indizi e dato un volto – almeno in questa fase – a chi ha deciso di eliminare l’ex capo ultrà nerazzurro. Un finale, forse, già scritto dopo il pentimento di Andrea Beretta. (g.curcio@corrierecal.it)
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