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Un appalto da 34,5 milioni bloccato, Tallini: «Catanzaro tradita dalla politica»

L’accusa dell’ex presidente del consiglio regionale sullo stallo dell’impianto di trattamento ad Alli e il danno economico per i cittadini

Pubblicato il: 24/04/2025 – 8:50
Un appalto da 34,5 milioni bloccato, Tallini: «Catanzaro tradita dalla politica»

CATANZARO «Più di 86 mila euro al giorno, circa 26 milioni di euro all’anno, più maggiori costi per lo smaltimento dei rifiuti per il Comune di Catanzaro e gli altri Comuni dell’Ato e, quindi, per i cittadini catanzaresi. Tanto sta costando alla collettività il misterioso (ma solo fino ad un certo punto) fermo dell’appalto da 34,5 milioni di euro che riguarda la progettazione, la costruzione e la gestione di un impianto per la valorizzazione e recupero spinto di materie prime secondarie (MPS) da Raccolta Differenziata (RD) e Rifiuti Urbani (RU) residui da avviare alla filiera del riciclaggio, con annessa piattaforma di valorizzazione della frazione organica (FORSU) da realizzare in località Alli nel Comune di Catanzaro». La denuncia arriva da Mimmo Tallini, già presidente del consiglio regionale della Calabria.
«Il nuovo impianto – continua Tallini – avrebbe dovuto essere completato dal Rti Alli, raggruppamento temporaneo di imprese, che si è aggiudicato i lavori, ed entrare a regime nel febbraio del 2024 ma, ancora oggi, è un cantiere fermo nonostante la Regione, che gestisce l’appalto per il tramite di Arrical, fa orecchie da mercante, pur in presenza di ripetute denunce e segnalazioni. E’ passato circa un anno dall’avvio del procedimento di risoluzione del contratto per le gravi inadempienze del raggruppamento temporaneo di imprese che ha vinto l’appalto, ma non si è mossa foglia.
E si capisce anche il perché. Mantenendo la discarica Alli in gestione transitoria, i costi per il trattamento dei rifiuti restano altissimi rispetto alla gestione a regime che sarebbe assicurata con l’entrata in funzione, con grande soddisfazione dei privati. Si calcola che, per quanto riguarda la frazione organica, si sta avendo un maggior costo di 100 euro a tonnellata e, la stessa tariffa per tonnellata si mantiene a 32 euro più alta di quella che si avrebbe a regime (124,55 contro 92). Il nuovo impianto dovrebbe trattare 240 tonnellate al giorno e circa 65 mila tonnellate all’anno. Un grande business ai danni dei cittadini. Per arrivare alla cifra dei 26 milioni di euro bisogna tenere conto anche delle anticipazioni, della devalutazione e delle penali che le ditte dovrebbero pagare. Per non parlare – aggiunge Tallini – dei maggiori costi per il Comune di Catanzaro e degli altri Comuni dell’ATO a causa della non operatività delle linee di trattamento delle frazioni differenziate, secche ed organiche. Insomma, un danno enorme e, non si capisce, perché il presidente Occhiuto e il suo vice catanzarese Pietropaolo (che sta avallando tutte le operazioni anti Catanzaro) non siano intervenuti in tutti questi mesi per rescindere il contratto con l’Ati Alli formata da Vittadello, Calabria Maceri ed Ecologia Sud Servizi. Eppure l’Arrical si è comportata diversamente per l’impianto “gemello” previsto a Sambatello di Reggio Calabria dove Cannizzaro si fa rispettare e il contratto con le imprese inadempienti è stato già rescisso».
«Si sta consumando – rileva Tallini – un vero e proprio misfatto nei confronti della città di Catanzaro che purtroppo è totalmente senza difese. Non bastava la facoltà di medicina scippata, i fondi ex art. 20 per il nuovo ospedale dirottati sulle altre province, ora viene fuori una gravissima inadempienza sull’impianto di trattamento della differenziata che sta favorendo i privati che, così, possono continuare ad agire con le tariffe in vigore, molto più alte di quelle che ci sarebbero con l’entrata in esercizio della nuova piattaforma. Inutile aspettarsi uno scatto d’orgoglio catanzarese dai silenti e compiacenti consiglieri regionali di maggioranza, evidentemente soddisfatti dal solo finanziamento per lo stadio. E, nemmeno ci si può aspettare una reazione da parte dei consiglieri comunali, impegnati a fotografare le buche mentre Catanzaro viene spogliata di tutto. Ma, forse, dietro questo delicato caso non c’è solo un colossale business, piuttosto anche una manovra elettorale che fa capo ad Arrical dove alla presidenza è stato nominato un politico, esponente di Forza Italia, incaricato dal presidente Occhiuto di costruire la lista Calabria azzurra e con l’obiettivo quindi di trasformare Arrical in un carrozzone politico. Solo così – conclude Tallini – si comprenderebbe anche il silenzio assordante dei consiglieri regionali e comunali di questo partito». (redazione@corrierecal.it)

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