Tor di Monte è una piccola frazione del Comune di Orvieto, in provincia di Terni, in Umbria. In essa il “Lunedì dell’Angelo” di ogni anno, o “Pasquetta”, detto in termini laici, si svolge una singolare e antichissima gara, che affonda le sue radici nel Cristianesimo antico. Essa riguarda, in dialetto locale, “Chi la fa l’ovo più de pregio tra du’ gajine ovaiole”. Secondo questa millenaria tradizione, le uova hanno un significato molto importante in relazione alla Pasqua. Esse rappresentano infatti una nuova vita che emerge. Proprio come da un guscio apparentemente inerte nasce una nuova creatura, così la festività Pasquale celebra la Resurrezione di Gesù dal freddo sepolcro e la sua vittoria sulla morte. Addirittura alcuni Padri della Chiesa come Sant’Ambrogio (340-397) e San Girolamo (circa 347-420), hanno visto l’uovo come il simbolo del Mondo stesso, con l’involucro che rappresenta il Cielo, l’albume le Acque e il tuorlo la Terra, mentre il pulcino è il segno di una nuova Vita.
Senza spingersi così lontano, comunque, basti dire l’annuale gara fra galline ovaiole di Tor di Monte, nel corso dei secoli, ha mantenuto solo molto lontanamente un valore sacro, per divenire assai più prosaicamente uno scontro tra allevatori e relative opposte fazioni di tifosi. Così, come ogni anno, il 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo, alle 7.30 del mattino si trovarono al centro di uno spiazzo sterrato le due galline protagoniste della gara. La prima si chiamava Lady Petunia, poiché era di varietà inglese “Sussex” ed esibiva un elegante piumaggio di colore bianco, ed era di proprietà del “Gajinaro” Lucetto Metronomo. La concorrente aveva invece come nome Madame Lucienne, in quanto, al contrario, essa era di varietà francese “Bresse Gauloise”, ma l’unica cosa che li accomunava era il colore candido. Il suo “Gajinaro” si chiamava Bresso Fagiolino e si vantava, anch’egli, della sua campionessa. Naturalmente entrambi i due proprietari avevano ognuno un piccolo, ma caloroso, gruppo di tifosi. Così, alle 7.35 ebbe inizio il confronto. La prima a dar prova di efficienza ovicola fu Lady Petunia, la quale incitata dal Gajinaro Metronomo e dai suoi tifosi, evacuò un uovo del peso di 73 grammi. A questa esibizione di dimensioni, rispose immediatamente Madame Lucienne, che, per dimostrare la sua classe, espulse un uovo eccezionale di 80 grammi. Bresso Fagiolino esultò di gioia e con lui la sua fazione. Ma non era che l’inizio del confronto. Lady Petunia rispose espellendo un ulteriore uovo di 73 grammi, ma con due tuorli. Vedendo l’euforia degli avversari, l’antagonista di specie francese “Bresse Gauloise” la prese abbastanza male e, in risposta, si esibì, per lo stupore del suo Gajinaro e di tutti i presenti, nella produzione di un uovo sempre di 80 grammi, ma con tre tuorli. A questo punto la partita si fece calda. Lady Petunia non poteva tollerare di essere superata e, sprezzantemente depositò un uovo di 75 grammi, ma incredibilmente, con all’interno un tuorlo e due fette di “bacon”, pronti per essere messi in una padella imburrata, come da tradizione anglosassone. La “performance” della gallina lasciò tutti i presenti a bocca aperta, compreso il Gajinaro Metronomo. Ma una fuoriclasse di specie francese non poteva farsi battere con tali giochetti da una chef dilettante. Così rispose a sua volta deponendo un uovo di 80 grammi, che però al posto di due tuorli aveva al suo interno una “omelette” già cotta e pronta da impiattare. Nessuno dei presenti, compreso il proprietario della gallina, credeva ai propri occhi e più d’uno, se non fosse stato trattenuto dal Gajinaro Fagiolino, si sarebbe avventato sulla frittata prodotta con metodo d’oltralpe per mangiarla. Il nazionalismo a questo punto, se non lo aveva già fatto prima, ora prese decisamente il sopravvento. Lady Petunia fece uno sforzo immane e depose un ulteriore uovo da 80 grammi, al cui interno, al posto del tuorlo, vi era un inglesissimo contenuto di “”Fish and Chips”. Oramai lo stupore iniziale era svanito e tutti si resero conto di stare assistendo ad una contesa eccezionale, senza precedenti nella storia. Questa, più che una sensazione, divenne una certezza confermata dall’eccezionale esibizione di Madame Lucienne, la quale evacuò un uovo, anch’esso di 80 grammi, ma senza tuorlo e incredibilmente gonfio di “Huitres plates de Belon” (Ostriche piatte di Belon), facendo venire l’acquolina in bocca anche a chi questi frutti di mare li aveva visti solo nei film. Ma oramai tutti erano pronti a qualsiasi altra prodigiosa performance. E naturalmente, questa ebbe luogo. Ma il confronto si spostò dal piano gastronomico ad uno ancora più inatteso e maggiormente raffinato. Lady Petunia non si limitò più ad evacuare uova dal contenuto alimentare, ma depose una perla da gioielleria britannica. Infatti, il suo uovo, pur non contenendo il tuorlo al suo interno, era di purissimo cristallo “Wedgwood“ con delicate incisioni floreali, e che con la sua trasparenza catturava la luce, facendola diventare un caleidoscopio di colori. Sia i Gajinari che il pubblico, oramai tutti convinti della inattesa e incredibile strada che aveva preso la gara, rimasero in devoto silenzio osservando quella meraviglia. Ma la gajina di specie francese non si fece sorprendere ed a sua volta espulse un uovo anch’esso senza tuorlo, ma di finissima e antica porcellana bianca di “Sèvres” stile Luigi XV e risalente al XVIII secolo, delicatamente dipinta a mano con scene bucoliche in colori pastello e rifinita con sottili dettagli dorati. Cosa ci fosse dopo l’impossibile visto finora, lo dimostrò ancora Lady Petunia, che soddisfacendo le aspettative senza più freni del Gajinaro Metronomo e dei suoi tifosi, si accovacciò a terra e dopo alcuni minuti di preparazione per lei, e di suspense per gli altri, produsse un uovo completamente d’oro zecchino, dalla superficie liscia e perfetta, assolutamente impeccabile e senza la minima irregolarità, che per la sua purezza rifletteva la luce della avanzata mattinata. Infatti, tra una esibizione di una più che superba classe gajinara e l’altra, si erano fatte già le 9 e 30, ma nessuno oramai pensava più al pic-nic di Pasquetta, e tutti erano concentrati sulla nuova e probabilmente incredibile produzione ovaiola di Madame Lucienne, Questa volta però, la gallina di specie “Bresse Gauloise” deluse inizialmente tutti, deponendo dopo pochi minuti un uovo di legno semplice e senza alcuna particolarità esteriore.
Il Gajinaro Fagiolino restò inizialmente perplesso, ma subito dopo si accorse che il guscio mostrava una sottile riga verticale proprio al centro. Ebbe un’intuizione improvvisa: prese in mano l’uovo e si accorse che non sbagliava. Esso era un involucro che poteva essere aperto svitandolo leggermente. Lo fece e ciò che vi trovo dentro era una piccola pergamene arrotolata e legata con un vivido nastro giallo.
Quando lo sciolse, lesse fra sé il contenuto e poi, in punto di piangere per l’emozione, chiamò i presenti ad avvicinarsi e constatare anche loro cosa c’era scritto. La piccola folla lo fece poco prima delle 9 e 40 e, totalmente dimentica della incredibile gara a cui avevano assistito quel mattino di Lunedì dell’Angelo, in essa scoppiò un finimondo: chi piangeva, chi urlava istericamente, chi si inginocchiava, chi pregava. Sì, perché nella minuscola pergamena, letta quasi in contemporanea all’annuncio ufficiale, non erano riportate né mappe di tesori, né indizi per trovare immaginifiche vene d’oro, o miniere di rubini o diamanti, ma c’erano scritte solo quattro semplici parole vergate a mano: “Addio Grande Papa Francesco!”.
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