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«C’è il pericolo di ricostituzione del partito fascista»

Procura di Milano contro l’assoluzione di 23 militanti di estrema destra per il saluto romano a un corteo per Ramelli

Pubblicato il: 29/04/2025 – 15:51
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«C’è il pericolo di ricostituzione del partito fascista»

MILANO La Procura di Milano ha presentato ricorso in appello contro la sentenza del 28 novembre con cui il Tribunale ha assolto “perché il fatto non sussiste” 23 militanti di estrema destra, identificati tra oltre mille partecipanti e imputati per manifestazione fascista, sulla base della legge Scelba, per aver risposto alla chiamata del “presente” e aver fatto saluti romani al corteo che si era tenuto, come ogni anno e che ci sarà anche oggi, il 29 aprile 2019 alla memoria di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel ’75. Il pm aveva chiesto 23 condanne tra i 2 e i 4 mesi.  Quelle “circa 1200 persone” avevano “l’intento non solo di commemorare la morte del giovane Sergio Ramelli, ma anche di rievocare un rituale tipico del partito fascista” e di “esternare la propria adesione ad un determinato sistema di valori”. Una “condotta” che “assume preoccupante rilevanza” dato il “cospicuo numero di aderenti”, “sensibilmente aumentato nel tempo”, anche perché nel 2014 erano 600 e sono “raddoppiati” in pochi anni. E sussiste in questo caso, dunque, il “pericolo di ricostituzione del partito fascista”. Lo scrive il pm di Milano Enrico Pavone nel ricorso in appello contro le 23 assoluzioni di altrettanti militanti di estrema destra, imputati per manifestazione fascista per aver fatto saluti romani, dopo la chiamata del “presente”, il 29 aprile di sei anni fa al corteo alla memoria del militante del Fronte della Gioventù, ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel ’75. La “reiterata organizzazione” di questo evento, che si ripete ogni anno, scrive la Procura diretta da Marcello Viola, preceduto anche da una “massiccia propaganda diffusa” via social, ha accresciuto la “condivisione di tale ideologia, concretizzando il pericolo che la norma incriminatrice contestata agli imputati intende prevenire”. La norma, infatti, secondo il pm e anche alla luce della recente sentenza della Cassazione, sanziona le “condotte prodromiche alla ricostituzione del partito fascista” e di “‘inoculazione’, anche subdola, della ideologia fascista, sia pure solo attraverso manifestazioni, gestuali o simboliche”. Non c’è bisogno, in sostanza, argomenta la Procura, di “riunioni, discussioni, elaborazioni di programmi” perché si integri il reato di manifestazione fascista, come indicato invece dai giudici di primo grado, perché in quel caso anzi ci si troverebbe davanti direttamente alla “effettiva ricostituzione del partito fascista”. (Ansa)

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