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Primo Maggio, Uil Calabria: «Una marcia silenziosa per Francesco Stella e Roberto Falbo»

L’evento si terrà nella zona industriale di Lamezia Terme. Senese: «Una giornata lavorativa non può trasformarsi in tragedia familiare»

Pubblicato il: 30/04/2025 – 11:44
Primo Maggio, Uil Calabria: «Una marcia silenziosa per Francesco Stella e Roberto Falbo»

LAMEZIA TERME In occasione della Festa dei Lavoratori, la Uil Calabria organizza una marcia silenziosa nella zona industriale di Lamezia Terme, con partenza alle ore 11.
Una manifestazione simbolica per rendere omaggio alle 2 vittime sul lavoro avvenute nei primi mesi dell’anno proprio in quell’area industriale: Francesco Stella di soli 38 anni e Roberto Falbo di 53 anni.
«Il Primo Maggio non è solo festa. È memoria, responsabilità, impegno. Non si può più accettare che una giornata lavorativa si trasformi in una tragedia familiare –  dichiara Mariaelena Senese, segretario generale della Uil Calabria – ogni morte sul lavoro è una sconfitta per lo Stato e per chiunque continui a ignorare il problema. Ogni giorno si muore cadendo dai tetti, schiacciati da macchine da cantiere, senza protezioni adeguate, senza controlli e senza formazione vera. È intollerabile che queste morti, evitabili, continuino a essere considerate un prezzo accettabile per il profitto».
«Non possiamo più accettare – prosegue Mariaelena Senese – un sistema ispettivo ridotto all’osso, in cui gli stessi ispettori devono controllare un’azienda tessile, un cantiere edile o un’azienda agricola. Non si può vigilare sulla sicurezza senza specialisti nei settori più a rischio. Gli organi ispettivi vanno necessariamente specializzati. Punto! Troppi lavoratori muoiono perché non hanno ricevuto una formazione adeguata o perché le certificazioni sono falsificate. Proprio per questo chiediamo un portale regionale digitale che renda tracciabile ogni attestato di formazione. Basta con i fogli di carta che non valgono nulla».
La Uil Calabria invita tutte le cittadine e i cittadini, i delegati sindacali, le famiglie, le istituzioni a partecipare: «Ogni morte sul lavoro è una ferita che non si rimargina. Non vogliamo più piangere operai, madri, padri, giovani che escono di casa per guadagnarsi il pane e non tornano mai più».

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