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l’intervista

Cosenza, Mutti: «La retrocessione? Mi piange il cuore. Annata gestita malissimo»

Le parole dell’ex tecnico rossoblù a “I fatti del calcio”. «Impensabile vedere lo stadio vuoto in una piazza così importante per la serie B come quella rossoblù»

Pubblicato il: 06/05/2025 – 7:10
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Cosenza, Mutti: «La retrocessione? Mi piange il cuore. Annata gestita malissimo»

COSENZA «E’ stata una retrocessione che definirei poco giocata. Perché si può anche retrocedere lottando, ma guardando il percorso del Cosenza da lontano, mi sembra che non sia stata un’annata gestita nella maniera più consona per l’ambiente, per la città e per la tifoseria. Già negli anni precedenti c’erano stati dei segnali che avrebbero dovuto dare più consapevolezza e stabilità al club, ma questo non è successo e oggi ne paghi le conseguenze». Sono le parole espresse da Bortolo Mutti, ex allenatore del Cosenza in serie B, ospite del programma di Giuseppe Milicchio “I fatti del calcio” in onda ogni lunedì su L’altro Corriere tv (canale 75). Il tecnico ha ricordato le trasferte del Cosenza nei suoi anni in riva al Crati, «sembrava di giocare in casa, quando andavamo al Nord, c’erano tantissimi tifosi al seguito. A Reggio Emilia ricordo che fu impressionante per la gente che c’era». «Io vivo a Bergamo – ha aggiunto Mutti tornando a parlare dello stato attuale del calcio cosentino – ma anche nei dintorni certe realtà si sono consolidate nel tempo, hanno creato business, strutture, interesse. A me piange il cuore vedere una squadra che amo tantissimo fare una fine così ingloriosa. Ma adesso bisogna ripartire. Le situazioni che si sono verificate, non condivisibili, spero abbiano portato esperienza per creare delle basi su come dovrebbe essere una società normale. Una società legata al territorio, amata dai suoi tifosi e condividere insieme quell’attaccamento che a Cosenza è svanito. È impensabile che in una piazza come Cosenza, così importante e solida calcisticamente in serie B, ci sia lo stadio vuoto. È una società che si è smarrita, si doveva fare di più per evitare questo finale. Anche a livello politico, bisogna dare le giuste dritte a chi vuole assumersi una responsabilità di gestione di questo tipo. Si deve azzerare tutto, sperando che si possa fare, e ripartire con umiltà». (redazione@corrierecal.it)

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