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l’intervista

I fari dell’Anac sul Ponte sullo Stretto. «Attenzione ai soggetti interessati e ai flussi di denaro»

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Busia: «Per contrastare la criminalità organizzata necessario fare sistema»

Pubblicato il: 09/05/2025 – 7:00
di Mariateresa Ripolo
I fari dell’Anac sul Ponte sullo Stretto. «Attenzione ai soggetti interessati e ai flussi di denaro»

ROMA «Massima trasparenza» e «massima controllabilità su tutti i soggetti che saranno interessati e sui flussi di denaro che riguarderanno la costruzione». I fari dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, sono puntati sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Lo ribadisce ai microfoni del Corriere della Calabria il presidente Giuseppe Busia. Nelle scorse settimane l’Anac ha inviato la richiesta di accesso alla documentazione riguardante l’opera a tre ministeri: Economia, Infrastrutture e Ambiente. «Ovunque ci sono grandi risorse occorre avere molta attenzione», spiega Busia che aggiunge: «Su quest’opera noi avevamo fatto dei rilievi che portavano a sottolineare la necessità di garantire trasparenza negli affidamenti e lo svolgimento di una gara che, se fosse stata svolta dall’inizio, avrebbe garantito possibilità maggiore, in questa fase, senza il rischio di incorrere in problemi legati all’applicazione della direttiva europea, maggiore trasparenza, maggiore valorizzazione e possibilità di far sì che l’opera potesse recepire le migliori tecnologie senza appoggiarsi a un progetto che ormai risale a molti anni fa».

«Per contrastare la criminalità organizzata necessario fare sistema»

Busia è intervenuto a Roma in occasione del convegno dal titolo “Lotta alle mafie attraverso le misure non penali: le interdittive antimafia” presso la Sala Capitolare del Chiostro di Santa Maria sopra Minerva. Al centro del dibattito l’efficacia delle misure amministrative contro le infiltrazioni mafiose. Tra i relatori il senatore di FdI Raoul Russo, coordinatore del Comitato parlamentare sul condizionamento mafioso negli appalti e la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo. Il convegno ha visto la partecipazione del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e i contributi accademici e giuridici da parte di Aristide Police, Michele Corradino e Saverio Sticchi Damiani.
«E’ essenziale – ha detto il presidente dell’Anac ai nostri microfoni – che tutte le istituzioni facciano sistema e ciascuna si rafforzi nella cooperazione con le altre per contrastare la criminalità organizzata. Noi lavoriamo sul versante della prevenzione, ad esempio quando ci sono comuni sciolti per mafia è necessario che siano rafforzati nell’adottare misure di prevenzione della corruzione o ad esempio nello svolgere le gare e gli appalti, quello che l’Anac fa affiancando le amministrazioni, offrendo misure anticorruttive, così pure le altre istituzioni devono appoggiare e rafforzare amministrativamente. Prevenire questi fenomeni – spiega Busia – lo si fa togliendo il terreno intorno a loro, il terreno su cui vivono. Amministrazioni trasparenti, efficienti, capaci di lavorare e di fare rete con le altre amministrazioni sono un baluardo contro questi comportamenti che fanno male alle amministrazioni in quanto tali e fanno male all’interesse pubblico più in generale».

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