Ultimo aggiornamento alle 9:46
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta monastero

‘Ndrangheta, il potere dei Labate: per i furti a Gebbione serviva “l’autorizzazione”

Il clan si arrogava il diritto-dovere di «sostituirsi allo Stato» con il contrasto ai furti e alla microcriminalità non autorizzata dalle ‘ndrine

Pubblicato il: 20/05/2025 – 6:59
‘Ndrangheta, il potere dei Labate: per i furti a Gebbione serviva “l’autorizzazione”

REGGIO CALABRIA Furti nelle abitazioni che non avevano il «nulla osta» da parte della ‘ndrangheta e che quindi andavano contrastati attraverso l’individuazione dei responsabili e il recupero della refurtiva. Anche reati come questi erano “affare” del clan Labate nel quartiere Gebbione, a sud di Reggio Calabria. Ad occuparsene, dimostrano le indagini della Dda di Reggio Calabria con l’inchiesta “Monastero”, era Michele Labate che si «avvaleva del contributo» di Antonino Laganà

Il furto in una abitazione a Gebbione

In un caso in particolare i due si mettono in moto per un furto da circa 1.200 euro in una abitazione, che vedeva tra i possibili autori del reato soggetti legati alla comunità rom di Reggio Calabria. «Volete voi che ve lo porto qua, lo porto qua… come volete voi facciamo», dice Laganà a Labate riferendosi all’autore del furto. «Se gli dico che è una cosa che interessa a voi mi metto maggiormente…”, assicura Laganà. Frasi che – si legge nell’ordinanza – «fanno emergere la carismatica fama che Michele Labate aveva sul territorio, tanto che Laganà sottolineava come il suo ruolo fosse agevolato dal fatto di muoversi quale portavoce dell’esponente apicale della ‘ndrina».

Il tentativo di sostituirsi allo Stato

Circostanze che fanno emerge, però, anche un’altra evidenza, ossia come i vertici delle cosche mafiose, «percepiscono con insofferenza» la perpetrazione di «reati commessi senza il proprio preventivo nulla osta» nella zona di competenza e «si arrogano anche il diritto-dovere di contenere certi fenomeni di microcriminalità, non previamente autorizzati dalle stesse ‘ndrine». Una dimostrazione, sottolinea il gip, di come la ‘ndrangheta, l’antistato per eccellenza, «intende sostituirsi alle istituzioni statali persino nell’individuazione degli autori di reati contro il patrimonio». In tal senso infatti il recupero della refurtiva viene utilizzato come metodo per accreditarsi sul territorio presso chi, anziché rivolgersi alle forze dell’ordine, si appella ai mafiosi per ottenere giustizia. Episodi documentati che testimoniano come «i cittadini di Gebbione si rivolgessero proprio a Michele Labate per il maltolto». (m.r.)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x