REGGIO CALABRIA Furti nelle abitazioni che non avevano il «nulla osta» da parte della ‘ndrangheta e che quindi andavano contrastati attraverso l’individuazione dei responsabili e il recupero della refurtiva. Anche reati come questi erano “affare” del clan Labate nel quartiere Gebbione, a sud di Reggio Calabria. Ad occuparsene, dimostrano le indagini della Dda di Reggio Calabria con l’inchiesta “Monastero”, era Michele Labate che si «avvaleva del contributo» di Antonino Laganà.
In un caso in particolare i due si mettono in moto per un furto da circa 1.200 euro in una abitazione, che vedeva tra i possibili autori del reato soggetti legati alla comunità rom di Reggio Calabria. «Volete voi che ve lo porto qua, lo porto qua… come volete voi facciamo», dice Laganà a Labate riferendosi all’autore del furto. «Se gli dico che è una cosa che interessa a voi mi metto maggiormente…”, assicura Laganà. Frasi che – si legge nell’ordinanza – «fanno emergere la carismatica fama che Michele Labate aveva sul territorio, tanto che Laganà sottolineava come il suo ruolo fosse agevolato dal fatto di muoversi quale portavoce dell’esponente apicale della ‘ndrina».
Circostanze che fanno emerge, però, anche un’altra evidenza, ossia come i vertici delle cosche mafiose, «percepiscono con insofferenza» la perpetrazione di «reati commessi senza il proprio preventivo nulla osta» nella zona di competenza e «si arrogano anche il diritto-dovere di contenere certi fenomeni di microcriminalità, non previamente autorizzati dalle stesse ‘ndrine». Una dimostrazione, sottolinea il gip, di come la ‘ndrangheta, l’antistato per eccellenza, «intende sostituirsi alle istituzioni statali persino nell’individuazione degli autori di reati contro il patrimonio». In tal senso infatti il recupero della refurtiva viene utilizzato come metodo per accreditarsi sul territorio presso chi, anziché rivolgersi alle forze dell’ordine, si appella ai mafiosi per ottenere giustizia. Episodi documentati che testimoniano come «i cittadini di Gebbione si rivolgessero proprio a Michele Labate per il maltolto». (m.r.)
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