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l’iniziativa

Ospedali montani della Calabria, il comitato “La cura” presenta le proposte per riqualificarli

«Basta con bugie, strumentalizzazioni e tentativi di riscrivere la storia della sanità regionale»

Pubblicato il: 21/05/2025 – 9:19
Ospedali montani della Calabria, il comitato “La cura” presenta le proposte per riqualificarli

COSENZA Alle ore 17 del prossimo venerdì 23 maggio, nella sala riunioni del ristorante Jure ubicato nei pressi dell’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore, il comitato civico “La cura” presenterà le proprie analisi e proposte per rilanciare la sanità pubblica nelle aree montane della Calabria, servite dagli ospedali di San Giovanni in Fiore, Acri, Serra San Bruno e Soveria Mannelli. All’iniziativa interverranno: il meridionalista Giovanni Iaquinta, Silvio Tunnera per l’associazione acrese L.A.C.A., il giornalista Alessandro Sirianni, presidente del Comitato per l’ospedale del Reventino, Rocco La Rizza, componente del Comitato per l’ospedale di Serra San Bruno, e il giornalista Emiliano Morrone, che relazionerà sulle contraddizioni di sistema del Piano di rientro e sull’inganno dei Lea. Seguirà un dibattito aperto alla società civile e alle forze politiche e sociali. «La sanità pubblica nelle aree montane della Calabria è al bivio», avverte il comitato, che precisa: «Se non viene rilanciata da una nuova programmazione regionale, rischia di essere sostituita da quella privata nel giro di pochi anni. Inoltre, il territorio continuerebbe a spopolarsi, con gravi conseguenze economiche e sociali». «Dal 2010, non ci sono novità – osserva il comitato – riguardo all’assistenza sanitaria nelle aree montane della Calabria. Gli ospedali montani hanno la stessa configurazione inadeguata di allora. Tra l’altro, si continua a spendere denaro pubblico per prestazioni a gettone oppure aggiuntive, con costi superiori all’assunzione di personale medico stabile. Soprattutto, manca del tutto una visione di profondità e coraggio su come rilanciare gli ospedali montani e non si parla di investimenti per trasformarli in strutture attrattive. Nell’assenza di partecipazione, acuita dall’aumento progressivo della povertà, tendono a prevalere – denuncia il comitato “La cura” – due atteggiamenti diffusi: la rassegnazione e l’improvvisazione, accompagnate da evidente opportunismo politico, da inutili forme di protagonismo e perfino da tentativi di cancellare e riscrivere la storia della sanità regionale». «È dunque indispensabile – conclude lo stesso comitato – un’operazione di verità e un’indicazione su che cosa si può e si deve fare. Per questo siamo nati e su questo vogliamo lavorare insieme alle nostre comunità». 

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