Inchiesta sugli ultras: chiesti 10 anni per Luca Lucci, 9 per Beretta
Le richieste del pm della Dda di Milano Paolo Storari

MILANO Dieci anni di reclusione per il capo ultras del Milan, Luca Lucci, e il suo braccio destro Daniele Cataldo. È la richiesta di pena che il pubblico ministero di Milano, Paolo Storari, ha fatto alla gup di Milano, Rossana Mongiardo, pochi minuti fa nel processo con rito abbreviato alle curve di San Siro che si tiene a porte chiuse in aula bunker a San Vittore. Per Lucci e Cataldo è stata chiesta anche la libertà vigilata per 4 anni. Storari, che con i colleghi Sara Ombra e Leonardo Lesti ha coordinato l’operazione “Doppia Curva” di squadra mobile e guardia di finanza per associazione a delinquere (aggravata dall’agevolazione mafiosa della cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco per la curva dell’Inter), lesioni, percosse, estorsioni, resistenza a pubblico ufficiale oltre al tentato omicidio di Enzo Anghinelli nel 2019 e l’omicidio di Antonio Bellocco il 4 settembre 2024 a Cernusco sul Naviglio, ha esaurito da poco le richieste di condanna per il filone riguardante i rossoneri.
Chiesti 9 anni per Andrea Beretta
Sempre il il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista e ora collaboratore di giustizia, imputato per aver ucciso a settembre Antonio Bellocco, anche lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di ‘ndrangheta, e per associazione a delinquere con aggravante mafiosa. Nel processo abbreviato con più filoni sulle curve di San Siro, la Procura ha chiesto anche 8 anni per Marco Ferdico, anche lui tra i leader del direttivo della Nord prima degli arresti dello scorso settembre. I club sono costituti parte civile.
La richiesta di condanna a 9 anni in abbreviato per Beretta, accusato dell’omicidio Bellocco del 4 settembre e di essere stato a capo dell’associazione per delinquere con aggravante mafiosa, tiene conto ovviamente del fatto che l’imputazione non prevedeva aggravanti da ergastolo (il processo non è andato in Assise) e dell’attenuante dell’aver collaborato con la giustizia. L’ex capo curva ha reso una serie di verbali dalla fine dello scorso anno nei quali, tra l’altro, ha fornito elementi, oltre che sulle dinamiche della Nord e sui business connessi, anche sull’omicidio di Vittorio Boiocchi, leader storico della curva nerazzurra, che era rimasto irrisolto dal 2022. Si è autoaccusato di essere stato il mandante e ha tirato in ballo altri ultrà, tra cui Marco Ferdico. Un procedimento, quello sul caso Boiocchi, che ha portato ad altri arresti di recente, ma che è separato da questo processo principale sulle curve. Dopo le richieste di pena per gli ultrà della Sud rossonera (sei imputati), tra cui Luca Lucci, nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore, la Procura, col pm Storari e diretta da Marcello Viola, ha chiesto 10 condanne per gli esponenti della Nord, dieci in tutto. Oltre a quelle per Beretta e Marco Ferdico, sono stati chiesti 5 anni per Renato Bosetti, 7 anni per Giuseppe Caminiti, legato, stando alle indagini, alla ‘ndrangheta, 6 anni e 8 mesi per Gianfranco Ferdico, padre di Marco, 7 anni per Christian Ferrario, presunto “custode” dell’arsenale di armi di Beretta e della curva. E ancora 7 anni e 4 mesi per Francesco Intagliata, 6 anni e 8 mesi per Mauro Nepi e Matteo Norrito e 5 anni per Debora Turiello, l’unica donna imputata e che, per l’accusa, avrebbe gestito la cassa della Nord e il capitolo dei biglietti. Da quest’ultimo negli atti erano emerse pressioni nei confronti di responsabili del club nerazzurro per avere ticket per le partite importanti, poi da rivendere, per l’accusa, anche con metodi estorsivi. Per alcuni degli imputati è stata chiesta anche la libertà vigilata, come misura a pena scontata: 4 anni per Luca Lucci e per Marco Ferdico. Il processo, davanti alla gup Mongiardo, dovrebbe chiudersi con la sentenza il 17 giugno.
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