Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 14:22
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 8 minuti
Cambia colore:
 

letteratura e cultura

Dalla Calabria al Salone, Corrado Alvaro e il valore immortale della Lettura di qualità

Le voci dell’antropologo Vito Teti, della giornalista Annarosa Macrì e della scrittrice Angela Bubba, tra i protagonisti all’evento a Torino

Pubblicato il: 25/05/2025 – 13:33
di Mariateresa Ripolo
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Dalla Calabria al Salone, Corrado Alvaro e il valore immortale della Lettura di qualità

Protagonisti con le loro analisi al Salone internazionale del Libro di Torino, in un’intervista al Corriere della Calabria le voci di Vito Teti, Annarosa Macrì e Angela Bubba ci permettono di conoscere prospettive approfondite sul mondo della letteratura e della cultura.
Durante la XXXVII edizione dell’evento, quest’anno dal titolo “Le parole tra noi leggere”, si è tenuto nello stand della Regione Calabria l’incontro su Corrado Alvaro “Il nostro tempo e la speranza. I luoghi, la memoria e l’utopia”, che ha visto tra i relatori l’antropologo e scrittore calabrese Vito Teti, la giornalista Annarosa Macrì, la scrittrice Angela Bubba, lo scrittore Demetrio Paolin, e in collegamento Francesca Tuscano e Mario Salvadori.

Vito Teti

Un confronto sul celebre scrittore originario di San Luca nel 130esimo anniversario dalla sua nascita, occasione per sottolineare la necessità di riscoprire la complessità letteraria e intellettuale di Alvaro, riconoscendolo come un classico europeo che dalla sua nativa San Luca si è aperto a una visione ampia e critica.

Al Salone del Libro riflettori accesi su Corrado Alvaro con un importante incontro. Quali riflessioni e prospettive sono emerse?

Ne sono uscite delle riflessioni molto interessanti e innovative e delle proposte per fare dei 70 anni della morte di Alvaro, l’anno prossimo, una grande occasione per ripensare e ripartire da Alvaro. Ripensare Alvaro significa abbandonare certe letture datate che non danno il senso della complessità letteraria, intellettuale e poetica di un Alvaro che partendo da San Luca, che torna sempre nei suoi scritti, si è aperto alla cultura critica nazionale ed europea. E pertanto verificare l’attualità delle riflessioni e della scrittura di quello che ormai è riconosciuto come un classico della letteratura europea.
Alvaro è stato non solo il narratore dei paesi della Calabria, ma anche dei paesi del Sud, delle città di varie parti d’Italia, di Roma, ma anche di Parigi, Berlino, Istanbul, della Russia. E’ interessante, non solo come Alvaro ha raccontato questi luoghi, ma come è stato recepito in questi luoghi da lui visitati e dove ha intrattenuto rapporti con i maggiori intellettuali europei. La prospettiva non è solo portare, come peraltro è giusto, Alvaro ai lettori calabresi – un grande lavoro potrebbe essere fatto nelle scuole – ma portarlo all’attenzione di scrittori, giornalisti, media, intellettuali italiani ed europei, altrimenti il rischio è che venga chiuso in una visione localistica tutta giocata su una retorica identitaria rispetto alla quale lui era molto polemico e molto distante.
Delle piste da seguire potrebbero essere: cosa sono diventati oggi i paesi raccontati da Alvaro, come il suo sguardo si è trasformato e lo ha portato ad osservare il mondo. E perché, ad esempio, non prestare attenzione a vere e proprie “profezie” di Alvaro, perché racconta lo spopolamento, la crisi climatica, è un descrittore di paesaggi e di ambiente, un Alvaro ecologico anche, e nelle sua utopie e distopie arriva a prefigurare la possibile fine della civiltà e anche, con grande anticipo, quella che oggi è l’intelligenza artificiale. Su queste linee di ricerca e di interesse penseremo di fare pubblicazioni, mostre, rappresentazioni teatrali e cinematografiche (non si dimentichi il grande interesse di Alvaro per il cinema e per la radio), auspicando di avere con noi in primo luogo la Regione Calabria e poi tutte le istituzioni e le fondazioni culturali calabresi e italiane che studiano in maniera rigorosa Alvaro e conservano fondi alvariani (manoscritti, appunti) che andrebbero raccolti e fatti convergere, almeno in rete, in un unico centro che potrebbe essere istituito dalla stessa Regione Calabria. 

Annarosa Macrì

Con la giornalista Annarosa Macrì l’accento viene posto sull’importanza di leggere libri di qualità, per superare una visione che vada oltre le statistiche.

E’ un problema nazionale, ma colpisce in pieno la Calabria: si legge sempre meno. Quali sono secondo lei le cause e quali potrebbero essere le soluzioni per invertire questa tendenza?

Vorrei fare una premessa: il Salone del Libro è un’altra cosa rispetto alla questione sul fatto che in Calabria si legge poco. Il Salone del Libro è una grande fiera, se fosse cinema sarebbe da paragonare al Festival di Cannes, dove ogni soggetto che espone propone i propri prodotti e i propri progetti culturali. Mi ha emozionato vedere tanti calabresi fare la fila per entrare al Salone e venuti a vedere cosa ha portato la Calabria, cosa è in grado di fare in quanto a pubblicazioni e progetti culturali.
In relazione alla questione sul fatto che in Calabria si legge poco: le statistiche sono quello che sono, ma a proposito di lettura io vedo un ritorno da parte dei ragazzi e delle ragazze alla lettura. C’è, ad esempio, un grande interesse nei confronti della poesia, che mi stupisce. Me lo dicono i librai e qualche editore che conosco. Probabilmente perché la poesia ha la capacità e la possibilità di essere breve. Specialmente per i più giovani, abituati al linguaggio dei social, è molto complicato avvicinarsi a un romanzo fiume. Preferiscono un racconto o una poesia. Questo è una cosa molto interessante. 
È vero, si legge poco, si legge poco in tutto il mondo occidentale. Confesso anch’io di leggere meno rispetto a 10 anni fa. Il mondo dei social ci ha travolto e obiettivamente si legge meno. Quello che è importante, però, secondo me è che si leggano cose buone, non è una questione di quantità, ma di cosa si legge. Bisognerebbe che le scuole, i giornali, i giornalisti, chi ha qualche ruolo nei confronti dell’opinione pubblica, educassero non a leggere, ma a leggere cose di qualità.
Un capitolo a parte lo riservo a cosa debbano fare gli enti pubblici, la scuola e i soggetti che spendono soldi pubblici per la promozione. La mia opinione è che in Calabria ci vorrebbe una politica culturale che davvero sappia discernere che cosa va promosso e cosa non va promosso. Noi abbiamo avuto un Novecento letterario in Calabria ricchissimo. Alvaro prima di tutti perché è un gigante europeo, non italiano o calabrese. E poi una serie di altri scrittori: Strati, Seminara, La Cava e altri. Importanti scrittori, ma che non possono essere continuamente riproposti ai ragazzi delle scuole e ai calabresi, perché intanto il mondo è andato avanti. Secondo me se si legge poco è anche perché non si riescono a prendere, dalle tante pubblicazioni, dalla tanta editoria che c’è, le cose migliori contemporanee che possano affascinare i lettori. La contemporaneità spesso sfugge. 

Angela Bubba

Un crocevia di idee, un luogo di incontro e di scambio dove autori, editori e lettori possono connettersi e dialogare. La scrittrice Angela Bubba ha offerto il suo punto di vista su cosa rappresenta il Salone del Libro di Torino.

Quale è il suo bilancio di questa edizione del Salone del Libro e cosa rappresenta questo evento per scrittori, studiosi e lettori?

Il Salone del Libro è da sempre, per tutti e tutte, una manifestazione estremamente ricca e articolata, da molti punti di vista. Per quel che mi riguarda, poiché impegnata in numerosi dibattiti a cui gentilmente sono stata invitata, e per cui ringrazio anche la Regione Calabria, non sono in grado di dare un giudizio esaustivo sulle tante e plurali iniziative che quest’ultima ha curato, pur avendo trovato assai interessanti gli incontri che ho potuto seguire nel
suo stand. Il mio augurio, che farei a chiunque, è che si possa migliorare relativamente alla programmazione e diffusione dell’offerta culturale, sia in prospettiva del prossimo Salone sia per le future, auspicate occasioni. 
Gli eventi da me realizzati con la Regione Calabria, precisamente, sono stati tre. Uno l’ho tenuto insieme all’attrice Annalisa Insardà per la grande Mia Martini, ricordata nel trentennale della sua scomparsa. Un altro riguardava invece lo straordinario percorso di rinascita di cui è protagonista Mesoraca, il mio paese di origine, insieme al suo sindaco Annibale Parise e al professore Vito Teti. Un terzo momento è stato poi dedicato al nostro intellettuale più rappresentativo, meglio ancora, alla figura più internazionale e rivoluzionaria che la Calabria abbia mai avuto: Corrado Alvaro, di cui ho parlato insieme all’Assessore alla Cultura Caterina Capponi, al professore Vito Teti, alla giornalista Annarosa Macrì e allo scrittore Demetrio Paolin. In questo dialogo a cinque abbiamo voluto riassumere tutto il talento, tutta la lungimiranza, la coerenza, la genialità e l’attualità di Alvaro, in merito al quale abbiamo anche aperto, sotto l’auspicio del professore Vito Teti, una nuova strada critica, non solo per continuare a onorarne la memoria in certi contesti ma per anche renderlo sempre più patrimonio universale, renderlo autore imprescindibile tanto in Calabria quanto in Italia e all’estero.

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x