ROMA «Matteo Salvini annuncia un “tour antimafia” per promuovere il Ponte sullo Stretto, ma da oltre un anno il suo ministero conosceva i nomi dei mafiosi che avevano acquistato terreni in aree vincolate dal progetto. È una sceneggiata propagandistica che insulta l’intelligenza dei cittadini e la memoria di chi ha combattuto davvero la criminalità organizzata». Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde. «Nei documenti ufficiali degli espropri per il Ponte, consultabili da mesi, compaiono nomi legati alla storia di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta. Parliamo, ad esempio, degli eredi di Santo Sfameni, detto “il patriarca”, figura centrale nei rapporti tra mafia e ambienti istituzionali, già condannato per gravi reati e arrestato con l’accusa di essere uno dei promotori della mafia nel Messinese. E ancora: tra gli intestatari dei fondi agricoli c’è il casolare di Villafranca Tirrena che fu rifugio di latitanti e teatro di summit mafiosi, tra cui quelli con Angelo Siino, noto come “il ministro dei lavori pubblici” di Cosa Nostra, e il boss Michelangelo Alfano. «Salvini finge oggi di scoprire i rischi di infiltrazione mafiosa, ma il 4 aprile 2024 l’amministratore delegato della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, aveva promesso un protocollo di legalità per evitare esattamente questi rischi. A oggi, maggio 2025, quel protocollo non esiste ancora. Una domanda a Salvini: perché avete inserito, nelle aree di esproprio funzionali alla realizzazione di cave, depositi e altre opere connesse al ponte, terreni di proprietà di mafiosi e ndranghetisti? E intanto – conclude Bonelli – Giorgia Meloni continua a tacere. Di fronte all’assenza totale di trasparenza nelle procedure, alla violazione del diritto europeo, alla distruzione di zone di protezione ambientale riconosciute dall’Unione e all’esautoramento degli organismi tecnici come Ispra, Ingv, l’Autorità dei Trasporti, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e l’Anac, il silenzio del Presidente del Consiglio è inquietante».
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