Catanzaro, delusione e identità forte. Il Cosenza pianifica il futuro e vende (?)
Percorso virtuoso per il club giallorosso, che ringrazia i sostenitori sui social. Il doppio binario della società rossoblù e il gesto di cuore dei tifosi multati per la bandiera palestinese

Quella passata è stata una settimana intensa per il calcio calabrese, almeno per il Catanzaro che saluta i playoff di serie B dopo la doppia semifinale contro lo Spezia, uscendo sì sconfitto, ma a testa alta. Sullo sfondo, il futuro del Cosenza resta incerto e pericoloso. La retrocessione in serie C, ridisegna gli equilibri regionali e affida proprio ai giallorossi il ruolo di principale riferimento calcistico della Calabria.
Catanzaro, delusione e identità forte
Il campionato 2024-2025 del Catanzaro si è concluso con un’impresa mancata, ma tra gli applausi. Non era facile, contro la corazzata Spezia – costruita per tornare in serie A – ribaltare lo 0-2 subito al “Ceravolo”. Eppure i ragazzi di Fabio Caserta ci hanno provato, onorando come sempre la maglia, la società e i tifosi, presenti in gran numero anche in trasferta. Le lacrime dei calciatori e dell’allenatore di Melito Porto Salvo al 90’, abbracciato dal patron Noto, hanno commosso il numero pubblico presenti in Liguria.
Al “Picco” di La Spezia le Aquile hanno chiuso una stagione esaltante, da ricordare al pari di quella precedente. Un’annata che ha visto Iemmello e compagni raggiungere la semifinale playoff per il secondo anno consecutivo, confermandosi protagonisti in serie B dopo il lungo purgatorio della serie C.
Difficile muovere critiche a una realtà che, grazie al patron Floriano Noto, è tornata a brillare, superando con decisione le altre squadre calabresi, oggi in difficoltà. Con la retrocessione del Cosenza in serie C, dal prossimo anno il Catanzaro sarà la squadra di riferimento della Calabria, chiamata a rappresentare un calcio regionale in affanno.
Ed è possibile che tenterà ancora una volta il grande salto verso la massima serie, che manca ormai da oltre quarant’anni. Lo farà, con ogni probabilità, mantenendo gran parte dei protagonisti di questa stagione, a cominciare da Fabio Caserta: un tecnico introverso, a volte criticato, ma alla fine apprezzato dalla piazza.
Crema: gran parte del merito per il percorso del Catanzaro va alla società, organizzata e illuminata come poche (se non nessuna) in Calabria. Subito dopo viene Pietro Iemmello, bomber e talento sopraffino che con le sue giocate ha trascinato le Aquile anche nei momenti più difficili. E poi ci sono i tifosi: passionali, fedeli e numerosi, sia in casa che in trasferta, ringraziati dal club sui social. Tra loro e l’Us Catanzaro si è creato un legame solido, basato sulla fiducia reciproca, che rappresenta oggi una delle forze più importanti del progetto giallorosso.
Amarezza: se c’è un’amarezza, riguarda il modo in cui si è arrivati all’appuntamento decisivo della stagione. Come già accaduto un anno fa, il Catanzaro ha affrontato le semifinali playoff con alcuni giocatori chiave non al meglio della condizione. È il caso, ad esempio, di Iemmello e Petriccione, due elementi fondamentali per la squadra, che hanno accusato alcuni problemi fisici nella doppia sfida contro lo Spezia.

Il Cosenza pianifica il futuro e vende (?)
In una settimana piatta per il calcio cosentino, l’unico sussulto – se così vogliamo chiamarlo – è arrivato ieri sera, sotto forma di nota del club: poche righe, asciutte ma dense di mistero, in cui si annuncia che il ritiro estivo si farà quasi certamente a Lorica, proprio come il Corriere della Calabria aveva annunciato.
Ma il bello – si fa per dire – arriva dopo: nella stessa comunicazione, quasi a volersi difendere dall’informazione precedente, si fa sapere che le trattative per la cessione della società «procedono positivamente». Ecco, qui il tifoso cosentino inizia a grattarsi la testa: si pianifica un futuro che, per ammissione dello stesso club, potrebbe non essere nemmeno il proprio. Un capolavoro di logica calcistica.
Insomma, mentre la squadra (forse) potrebbe tornare a sudare tra i monti della Sila, i tifosi continuano a sudare freddo. Perché a Cosenza, si sa, l’unico schema davvero consolidato è il paradosso societario. E anche stavolta, sembra di assistere all’ennesima partita giocata contro se stessi.
A completare il quadro, come se ce ne fosse bisogno, la scorsa settimana ci ha pensato Pietro Martino. Il difensore è stato squalificato per ben 20 mesi per aver scommesso su un alto numero di partite, violando un regolamento che ogni tesserato dovrebbe conoscere a memoria.
Martino ha provato a spiegarsi via Instagram. Ma è difficile immaginare che possa ancora far parte del progetto tecnico (chiamiamolo così) che Guarascio e Scalise stanno tentando di costruire, o quantomeno di tenere in piedi con lo scotch.
Il futuro, intanto, resta avvolto nella nebbia. Dopo settimane passate a offrire quote societarie con la stessa leggerezza con cui si offre un caffè al bar, la realtà si è imposta: nessuno vuole salire a bordo di una nave che, più che navigare, galleggia per abitudine.
Ora, però, si torna a parlare di trattative avviate. E il tempo corre: il 6 giugno incombe, termine ultimo per iscrivere il Cosenza al prossimo campionato di serie C. Un torneo che, salvo miracoli, si disputerà senza Pietro Martino. E forse, per mancanza di tempo, anche senza un’idea. O, per i più poetici, senza un santo in paradiso.
Crema: nei giorni scorsi il gruppo ultras “Joggi Avant Folk” ha comunicato di essere stato multato dalla Questura di Bolzano per aver esposto, durante Sudtirol-Cosenza del 4 maggio, una bandiera della Palestina accanto a quelle rossoblù. In attesa di capire se siamo ancora in un mondo in cui si può esprimere solidarietà senza incorrere in sanzioni – e se provare empatia verso un popolo martoriato e dilaniato in modo disumano da Israele rappresenti davvero un reato – il gruppo ha deciso di rispondere a modo suo: stamperanno delle magliette a tema, il cui ricavato sarà destinato a Gaza e alle associazioni umanitarie attive sul campo.
Chapeau, senza riserve.
Amarezza: lo immaginiamo intento a fare i conti, forse con l’anima più che con i numeri, Luigi Micheli, consulente finanziario incaricato da Guarascio di rimettere in riga i conti in vista dell’iscrizione al prossimo campionato. Micheli, ex dirigente del Brescia, è attualmente coinvolto in una controversia legale con Cellino, che lo accusa di prelievi indebiti. La vicenda è ancora in corso e riemerge proprio oggi, mentre il Brescia rischia di scivolare giù per irregolarità finanziarie e la serie B si ritrova a tremare. A Cosenza si mormora che Micheli abbia lasciato Cellino perché non ne condivideva la visione contabile. Se davvero fosse così, resta un mistero degno di un giallo padano il motivo per cui abbia scelto di lavorare per Guarascio. (f.veltri@corrierecal.it)

Foto Us Catanzaro e Cosenza calcio
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