Sempre in pista Mimmo Rotella
L’Archivio “Mimmo Rotella” si riaffaccia al grande pubblico italiano grazie a un’intera pagina pubblicitaria apparsa sul Corriere della sera di sabato 24 maggio 2025. In essa Piero Mascitti, già cons…

L’Archivio “Mimmo Rotella” si riaffaccia al grande pubblico italiano grazie a un’intera pagina pubblicitaria apparsa sul Corriere della sera di sabato 24 maggio 2025. In essa Piero Mascitti, già consigliere comunale di Catanzaro, e fondatore nel 2023 del medesimo archivio «si propone non solo di tramandare il ricordo del grande Maestro del Décollage, ma anche di riconoscere, valorizzare e archiviare le sue opere».
L’8 gennaio del 2006 moriva a Milano Mimmo Rotella, il famoso artista calabrese, inventore del décollage, legato al movimento del Nouveau Réalisme e della Pop Art internazionale.
Pochi ricordano che egli, all’inizio della sua carriera, nel 1949, inventò anche il linguaggio epistaltico, la poesia fonetica. Un suo neologismo sfociato nel “Manifesto dell’epistaltismo”, pubblicato nel 1955 dal critico d’arte Leonardo Sinisgalli nella “Civiltà delle macchine”. Il “Manifesto dell’epistaltismo” fu presentato in una Settimana Incom dello stesso anno (pubblicata dall’Archivio storico Luce) e poi ripreso dal sito regesta.co, dove si legge la genesi del fenomeno artistico:
1) il linguaggio epistaltico che si situa al termine della tradizione astratta nella espressione glossica, fonde le valenze formali insite nel linguaggio, con tutte le possibilità tonali ed armoniche.
2) il termine “epistaltico” è stato scelto per ragioni puramente formali: ogni riferimento alle sue passate, presenti e future possibili suggestioni semantiche è puramente casuale. Ci è parso che il termine epistaltico contenesse in sé elementi ritmici e melodici di rara potenza evocatrice.
3) l’inclusione nelle composizioni epistaltiche di effetti sonori tratti dal vero corrisponde a ciò che sul piano della scultura è l’arte polimaterica e su quello della pittura collage.
4) linguaggio epistaltico vuol dire inventare tutte le parole, svincolarle dal loro valore utilitario per farne dei razzi traccianti contro gli edifici decrepiti della sintassi e del vocabolario.
5) la parola è soprattutto suono: va eliminato il muro divisorio tra la musica e la poesia che sono essenzialmente la stessa cosa.
6) nella musicalità e quindi nel suono consiste l’essenza vera della parola.
La vita di Rotella è stata un romanzo. Nacque nel 1918 a Catanzaro da una famiglia della media borghesia. Sua madre era una tra le più brave modiste della città; nella sua casa, in Vico dell’Onda, ora è ubicata “La casa della memoria”, il museo rotelliano.
L’artista, dopo aver ottenuto il diploma nel 1940, nel 1941 fu chiamato alle armi, nel 1943 lasciò l’esercito e l’anno successivo ottenne il diploma di maturità artistica a Napoli. Tra il 1944 e il 1945 insegnò disegno e calligrafia nella sua città. Nel 1945 si trasferì a Roma dove frequentò la giovane avanguardia costituita dagli esponenti del “Gruppo Forma 1”, composto da Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato. Dopo gli inizi figurativi e le prime sperimentazioni, iniziò a dipingere quadri astratto-geometrici ispirati alle opere di Vasilij Kandinskij e Piet Mondrian.
Il termine Forma 1 nacque dal titolo di una rivista “Forma”, che ebbe una sola uscita nel marzo del 1947, pubblicata a Roma dai citati artisti che elaborarono un “manifesto formalista”.
Nel 1947 Rotella partecipò alle prime esposizioni nell’ambito dell’Art Club.
Il primo viaggio a Roma di Mimmo Rotella va raccontato. Nel dopo guerra due catanzaresi andarono nella Capitale, ufficialmente per lavorare da esordienti travet, ufficiosamente per fare, come poi fecero, la vita dei bohémien. Uno di questi era appunto Rotella che era stato assunto alle Poste. L’unica traccia postale di Rotella è il murale che disegnò per le Poste centrali di Catanzaro e che ancora oggi fa bella mostra di sé.
L’altro compagno di viaggio era Giuseppe Papaleo, che poi sarebbe diventato un‘importante giornalista, assunto dal Consorzio agrario. Papaleo, che a Roma si faceva chiamare principe Stefano De Salazar, è stato presente in una scena del film “Amarcord” di Federico Fellini.
Le opere d’arte di Mimmo Rotella sono state esposte, tra gli altri, al Museo del Novecento di Milano, al MoMa di New York, al Tate Modern di Londra, al Galerie Marquet di Parigi, al Muso Akasaka di Tokyo e al Guggenheim di Venezia, passando per numerosi altri musei e collezioni più prestigiose al mondo.
Le quotazioni delle sue opere sono altissime e sempre presenti nel panorama artistico internazionale. Tant’è che il 5 e 6 giugno prossimo il talento catanzarese sarà esposto al museo di arte moderna e contemporanea di Monaco di Baviera.
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