Caso Succurro, Pecoraro: troppe ambiguità e ipocrisie anche nel Pd
Il segretario uscente dem accusa il suo partito di sostegno (o sterile opposizione) alla presidente della Provincia. «Posizionamenti precongressuali?»

COSENZA «Le critiche alla gestione finanziaria dell’attuale amministrazione provinciale sono fondate. Lo abbiamo detto con chiarezza in più occasioni pubbliche e attraverso atti formali. Condivido anche alcune riflessioni espresse dall’ex Presidente Oliverio, soprattutto laddove mette a confronto la sua esperienza amministrativa con l’attuale deriva. Un’esperienza quella di Oliverio riconosciuta da tutti come molto positiva, e con diverse personalità dell’attuale gruppo dirigente Pd nelle sue giunte»: così il segretario uscente della federazione provinciale del Pd di Cosenza, Vittorio Pecoraro. «Segnalo però che anche il raffronto tra la gestione contabile e finanziaria del Partito democratico sotto la presidenza Iacucci – fino al 2020 – e quella della destra restituisce un dato evidente: in pochi anni è stato compromesso un percorso di risanamento costruito con fatica, proprio nel momento in cui si affrontavano sfide decisive come la riforma delle Province» rileva Pecoraro.
«Servono onestà intellettuale e autocritica»
«Ma prima di ogni j’accuse, serve onestà intellettuale e un sano esercizio di autocritica, che da parte nostra non è mai mancato. È per questo che ritengo ingenerose, e in alcuni casi strumentali, le critiche piovute in questi giorni da esponenti del nostro stesso partito. In particolare, trovo pericoloso il ricorso a vaghe accuse di “trasversalismo” rivolte al gruppo dirigente del Pd. Se davvero si intende parlare di accordi, interessi o contatti trasversali, si abbia almeno il coraggio di dire con chiarezza quali accordi, quali interessi e quali incontri. Altrimenti siamo nel campo della calunnia, e si finisce per colpire a casaccio l’intera comunità democratica».
Poi Pecoraro cita un caso in particolare: «Invece di evocare fantasmi, bisognerebbe piuttosto avere il coraggio di dire alcune verità scomode, che chiamano in causa responsabilità collettive e contraddizioni che molti oggi sembrano dimenticare. Non si può parlare della Presidente Succurro senza ricordare come sia diventata Sindaca di San Giovanni in Fiore anche grazie al sostegno – per nulla nascosto – di pezzi rilevanti del centrosinistra; come sia stata eletta Presidente della Provincia per effetto delle divisioni interne al nostro campo nel 2022; come amministratori e dirigenti riconducibili all’area progressista siano stati poi eletti nella sua maggioranza in consiglio provinciale, come se nulla fosse – e lì sono rimasti. Come, infine, alcuni sindaci di centrosinistra, persino iscritti al Pd, l’abbiano votata anche in sede Anci».
«Opposizione consiliare poco visibile»
«Occorre poi dire con franchezza che l’opposizione in consiglio provinciale è stata poco visibile – nonostante, ad esempio, gli sforzi dei capigruppo del Pd e di Provincia Democratica, Ciacco e Madeo che stimo molto. È un dato che riguarda tutti, me incluso, ma che impone un cambio di rotta, sia in capo al partito che in capo agli eletti, che avevano e hanno una responsabilità maggiore. Noi stessi, nel costruire la lista per le elezioni provinciali, abbiamo fatto scelte e rinunce dolorose, anche rispetto a profili molto validi che non abbiamo potuto candidare. Ecco perché dobbiamo avere chiaro che l’opposizione non si esercita con un comunicato a fine mandato: si fa con coerenza, ogni giorno, nelle sedi istituzionali e gli eletti del Partito devono essere sentinelle, non attori individuali che comunicano le cose sui giornali».
«Regolamento dei conti interno precongressuale?»
Infine Pecoraro si dice «ovviamente consapevole che le elezioni provinciali di secondo livello pongano un limite oggettivo all’azione di contrasto. Per un sindaco è difficile fare opposizione a chi, il giorno dopo, può decidere sul finanziamento di una strada o di un intervento atteso nel proprio comune. È un cortocircuito che esiste in tutto il Paese, e che condiziona la dinamica democratica. Ecco perché trovo miope trasformare oggi la legittima critica alla destra in un regolamento di conti interno, in un contesto magari di posizionamenti precongressuali, senza una reale valutazione del contesto in cui l’opposizione ha lavorato e anche del proprio operato. Le verità si devono dire tutte, non solo quelle che fanno comodo. E serve anche responsabilità. Andava fatto di più? Sì. Il mio passo indietro al congresso provinciale è un’assunzione di responsabilità. Attendiamo le altre però. Nella speranza che alle prossime elezioni provinciali si possano non ripete alcuni errori del passato a partire dalla Presidenza, a partire da due candidature progressiste contrapposte» conclude.
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