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bonifica e veleni

Crotone, la strana esultanza degli enti locali e i dubbi sul piano di Eni Rewind

Solo una parte dei rifiuti verrà smaltita nella discarica svedese. Il resto dei veleni rischia di restare in Calabria

Pubblicato il: 29/05/2025 – 13:30
di Gaetano Megna
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Crotone, la strana esultanza degli enti locali e i dubbi sul piano di Eni Rewind

CROTONE La soddisfazione espressa da Regione Calabria, Comune e Provincia di Crotone all’annuncio di Eni Rewind di avere avviato la pratica per smaltire 40.000 tonnellate dei veleni di Crotone, in una discarica della Svezia, fa venire cattivi pensieri. Fa pensare che i tre enti locali siano arrivati al capolinea e che potrebbe avere raggiunto un tacito accordo con Eni per risolvere la partita della bonifica di Crotone alle condizioni poste dal colosso energetico. I dubbi nascono leggendo quello che Eni rewind ha scritto nel comunicato di ieri: «Eni Rewind ribadisce che è necessario superare il vincolo regionale allo smaltimento presso la discarica di Crotone, come richiesto dal decreto ministeriale che gli Enti Locali hanno impugnato al Tribunale Amministrativo Regionale Calabria, che esaminerà il ricorso il 18 giugno 2025». Il messaggio contenuto nella nota è chiaro: la Regione deve procedere ad annullare il Paur, approvato dalla Giunta guidata da Mario Oliverio il 2 agosto del 2019 e questo deve avvenire prima del 18 giugno prossimo, altrimenti il Tribunale amministrativo regionale della Calabria potrebbe annullare il decreto 1 agosto 2024, con il quale il ministero dell’Ambiente ha previsto di smaltire nella discarica di Columbra a Crotone la parte più pericolosa dei veleni presenti nella discarica a mare (Passeggiata degli innamorati). Se resta in vigore il Paur tutti i veleni di Crotone dovranno essere smaltiti fuori dalla Calabria. Le 40.000 tonnellate che Eni rewind intende trasportare in Svezia sono una piccola parte dei veleni da smaltire per avviare e completare l’intervento di bonifica. Con il decreto 1 agosto 2024 è stato sancito lo smaltimento di 760.000 tonnellate di scorie: 360.000 (le più pericolose per la salute dei cittadini) vengono destinate alla discarica di Columbra e 400.000 tonnellate (quelle considerate meno pericolose) verrebbero trasferite in discariche fuori dalla Calabria, così come prevede il Paur di cui si chiede l’annullamento. Il decreto 1 agosto 2024 non si occupa di altri veleni sempre presenti nella discarica fronte mare (circa 400.000 tonnellate). La destinazione di questa partita di veleni sarà decisa in una fase successiva, quando i lavori saranno avviati e non si potrà più tornare indietro.

Il rischio di un nuovo impianto

Ovviamente anche questi veleni dovranno trovare spazio a Crotone. Dove? Al momento non è stato detto. C’è da dire che una volta smaltite le 360.000 tonnellate di veleni a Columbra, la discarica del gruppo imprenditoriale Vrenna non avrebbe più capienza. Non significa che non potrà lo stesso accogliere le tonnellate da smaltire, ma per farlo occorrerà un nuovo ampliamento. La discarica di Columbra oppure si potrebbe pensare di realizzare la discarica di scopo, che è un suo vecchio pallino del colosso energetico. In ogni caso a rimetterci sarà sempre la popolazione di Crotone perché, con l’aumento della capienza o la creazione di un nuovo impianto, nella città pitagorica arriveranno tanti veleni da altri territori. Oltre al danno la beffa. A questo punto una domanda sorge spontanea: “Ma su cosa si poggia la soddisfazione espressa dai tre enti locali?”. (redazione@corrierecal.it)

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