Il linguaggio violento della ‘ndrangheta: l’escalation delle intimidazioni tra incendi e proiettili
Nel mirino cantieri, attività commerciali, amministratori. In Calabria e non solo: il quadro allarmante della Dia

Incendi a scopo di intimidazione o estorsione, con le fiamme che distruggono cantieri e attività commerciali. Minacce attraverso l’invio di plichi contenenti proiettili. Messaggi attraverso lettere dal contenuto chiarissimo. Spesso si passa direttamente all’azione, con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco su luoghi di lavoro o sui portoni di abitazioni private. E’ il linguaggio della criminalità organizzata, che in Calabria si traduce in azioni commesse da mani armate dalla ‘ndrangheta. Tra le vittime ci sono sempre più spesso amministratori locali, commercianti e imprenditori, ma il quadro fornito dal rapporto della Dia relativo all’attività svolta nel 2024 mostra come ad essere colpiti in Calabria ci siano anche forze dell’ordine, giornalisti, professionisti e associazioni. Da gennaio fino alla fine del 2024 sono decine gli episodi elencati nel documento.
Amministratori nel mirino
Il primo dell’anno registrato in Calabria è stato l’incendio dell’autovettura di un amministratore del Comune di Bisignano, nel Cosentino, avvenuto il 13 gennaio 2024. Dopo pochi giorni il 26 gennaio, a Bagnara Calabra, nel Reggino, ad essere data alle fiamme è la vettura della polizia locale parcheggiata di fronte al comando e a pochi metri dalla sede del Comune. Gli incendi dolosi sono i protagonisti del maggior numero di episodi di intimidazione. Il 2 febbraio due uomini vengono arrestati con l’accusa di aver dato alle fiamme, a scopo di estorsione aggravata dal metodo mafioso, le auto di una ex consigliera comunale, per incentivare il pagamento di una somma di denaro non dovuta, pretesa dai due a seguito della notizia di un finanziamento concesso al genitore della vittima per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.
Nel mirino poi amministratori in tutta la Calabria: ad Amantea, Catanzaro, Marina di Gioiosa Jonica, Condofuri, Palizzi, San Gregorio d’Ippona, Santo Stefano d’Aspromonte.
E gli episodi ai danni di amministratori per opera della ‘ndrangheta non avvengono solo in Calabria. Il 19 febbraio 2024, – si legge nel rapporto della Dia – due lettere vengono recapitate ad un politico a Pavia (ove insistono 2 locali di ‘ndrangheta) contenenti rispettivamente un proiettile e una scritta intimidatoria.
Due gli episodi registrati contro giornalisti: il 10 aprile ad essere presa di mira fu una troupe televisiva, aggredita a San Pietro di Caridà, nel Reggino, mentre stava svolgendo un’inchiesta giornalistica su un omicidio. Il 22 luglio si registra l’incendio di un’autovettura aziendale di un’emittente televisiva a Crotone.
Cantieri e imprenditori sotto attacco
Diversi poi gli episodi che vedono coinvolti esercizi commerciali e cantieri.
Il 18 giugno a Vazzano, nel Vibonese, un uomo col volto travisato esplode colpi d’arma da fuoco contro le strutture del cantiere della Traversale delle Serre che, una volta ultimata, collegherà il versante tirrenico del vibonese con quello ionico del catanzarese.
A ottobre un incendio devasta un deposito di mezzi agricoli nella frazione Ortì di Reggio Calabria di proprietà di un testimone di giustizia, già in passato vittima di un tentato omicidio. A novembre a Roccella Jonica vanno a fuoco alcune strutture in legno di uno stabilimento balneare. E le intimidazioni non risparmiano realtà collegate ai minori. A Pellaro, infatti, avviene anche il danneggiamento di un’area adibita a parco per i bambini sita sul lungomare. Sempre nel reggino, a ottobre si registra l’incendio dello scuolabus di un asilo nido a San Roberto. (m.ripolo@corrierecal.it)
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